Mini-proroga, Fugatti dice sì: sbloccherebbe gli investimenti
Fugatti: «Sì alla mini-proroga per affrontare e risolvere i nodi ancora aperti»
«Una mini-proroga di due anni e mezzo può aiutarci a far partire gli investimenti e a dirimere i tanti nodi ancora aperti». Il governatore Fugatti commenta così gli ultimi sviluppi della trattativa di A22.
TRENTO «Se dicessi che sono sorpreso per l’emendamento presentato dal governo mentirei. Anche se noi stiamo ancora attendendo una risposta dal commissario Gentiloni sulla presenza dei soci privati nella compagine societaria...».
Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, cerca di rimettere ordine nel disordine della trattativa sulla concessione di AutoBrennero e dice sì alla proposta lanciata dal Corriere del Trentino: «Una mini-proroga di due anni e mezzo può aiutarci a far partire gli investimenti e a dirimere i tanti nodi ancora aperti».
Il governo ha ripresentato la norma — un emendamento al decreto Ristori quater — per liquidare i soci privati di A22 e approdare alla società pubblica (in house) che potrà avere la concessione trentennale. Passerà in parlamento?
«La prima volta, dieci giorni fa, avrei risposto di sì. Ora non mi sbilancio, ci sono diverse posizioni politiche».
La liquidazione dei soci privati, che qualcuno assimila ad un esproprio, regge da un punto di vista giuridico? «La ministra per i trasporti De Micheli sostiene di sì, dopodiché non è il massimo cominciare un iter di riforma con un possibile e probabile contenzioso sulla testa».
Teme che, in un eventuale azione legale dei privati, il tribunale possa accogliere la sospensiva e bloccare l’avvio della nuova società?
«I pareri giuridici vanno in senso contrario ma il timore c’è. Non possiamo permetterci di avere A22 congelata in attesa che il contenzioso giuridico faccia il suo corso. Riconosco alla ministra De Micheli di essersi spesa molto per questa soluzione e di aver accettato anche alcune mediazioni. Ma le chiediamo un passo in più: avere la certezza del percorso che iniziamo, risolvere le principali questioni aperte per poter avviare una nuova stagione dell’autostrada».
Il Team K la accusa di non volere la società in house e di lavorare più come emissario del governatore veneto Zaia che come vicepresidente della Regione Trentino-Alto Adige.
«È un’accusa infondata. Io non sono contrario alla società in house, tutt’altro. Ma chiedo garanzie affinché l’A22 non si trovi in un guado giuridico. Ricordo anche che la società aveva espresso chiaramente le due opzioni: la proroga o il riscatto. Di questo abbiamo continuato a parlare e di come migliorare la soluzione del riscatto». Quale passo si attende allora?
«Intanto che il commissario europeo Gentiloni ci dia una risposta, come si era impegnato a fare, sulla possibilità di mantenere i privati nella compagine societaria. Lo prevede la direttive europea (ma non la traduzione italiana nel decreto legge 148 del 2017, ndr) anche se lui, lo dico per onestà, non aveva alimentato illusioni. Tuttavia vorrei anche citare il caso francese dove, sempre in tema di autostrade, sono state concesse le proroghe. E poi...». E poi?
«Credo che sarebbe utile anche un chiarimento politico, soprattutto nel Pd dove convivono differenti sensibilità sulla questione».
Sul Corriere del Trentino di ieri, in un editoriale di Simone Casalini, è stata proposta una tregua: mini-proroga di due anni e mezzo, allineata alla scadenza naturale del parlamento, istituzione di un Gruppo di lavoro per dirimere in sicurezza la questione dei privati e modificare la governance della nuova società, riequilibrando i pesi tra Roma e i territori.
«La condivido. È un lasso relativamente breve che sbloccherebbe però gli investimenti e ci darebbe il tempo di affrontare il tema dei privati e di come far partire nelle giuste condizioni la società in house. È il modello adottato in Francia. Io sono favorevole».
Escludete la gara?
«A22 ha la struttura per partecipare e vincere. Ma siamo contrari per le incognite e i tempi che presenta. Il problema è che chi si sta impuntando adesso rischia di farci scivolare davvero verso questo orizzonte».