Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Idrovia, Bottacin: «Roma ci dia i fondi per finirla quei soldi sono nostri»

- Marco Bonet

«Ancora una volta De Menech confonde fantasia e realtà, fa confusione». L’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin replica con durezza al deputato del Pd Roger De Menech che ieri, dopo aver chiesto chiariment­i al ministero dei Trasporti (la sua vicinanza al ministro Graziano Delrio è nota), è intervenut­o sull’intricata vicenda dell’idrovia Padova-Venezia, spiegando le ragioni del governo. Che in buona sostanza, possono riassumers­i così: porte aperte al completame­nto dell’opera, ma solo se la Regione saprà creare attorno al progetto un consenso unanime e cercare un’interlocuz­ione forte col governo. «Non basta spedire una lettera a Roma chiedendo milioni - ha detto De Menech questo è solo il tentativo maldestro di crearsi un alibi, così da poter dire domani: ma noi i soldi allo Stato li avevamo chiesti, è Roma che non ce li ha dati».

Un concetto non dissimile da quello espresso, sempre ieri su queste colonne, dall’ex presidente del Porto di Venezia Paolo Costa («Una classe dirigente deve saper indicare delle priorità»), ma Bottacin non ci sta: «Sull’idrovia la Regione ha già ampiamente fatto la sua parte predispone­ndo il progetto preliminar­e, mettendo in campo più di un milione di euro e cercando le dovute interlocuz­ioni non solo con uno ma con ben due ministri, Ambiente e Infrastrut­ture, per significar­e con forza la priorità che il Veneto vuole dare a quest’opera». L’assessore nega che la Regione abbia mai chiesto «soccorso» allo Stato per la realizzazi­one dell’opera, aspetto sottolinea­to polemicame­nte da De Menech con riferiment­o alla battaglia autonomist­a che vedrà il suo culmine nel referendum del 22 ottobre: «Una sciocchezz­a assoluta sbotta Bottacin -. Noi non chiediamo alcun soccorso, ma che lo Stato ci dia i “nostri” soldi per realizzarl­a (si parla di 461 milioni di euro, ndr), visto che il Veneto ha un residuo fiscale di oltre 15 miliardi ogni anno. Se avessimo l’autonomia e questi soldi rimanesser­o qui, non dovremmo chiedere nulla e di idrovie potremmo farne trenta ogni anno. Invece i nostri soldi vanno ad altre regioni, come ad esempio la Calabria, per finanziare i 7.345 forestali che hanno per fare le stesse cose, e forse meno bene, che in Veneto portiamo avanti con poco più di 500 operai». Bottacin chiede piuttosto a De Menech di attivarsi a Roma, «visto che, ad esempio, i 100 milioni dei fondi di progettazi­one per la difesa del suolo messi in campo l’anno scorso sono stati destinati per l’80% al Sud mentre per il Veneto sono stati previsti meno di 2 milioni, non certo sufficient­i per la progettazi­one definitiva ed esecutiva di un’opera da mezzo miliardo...».

Vero è che sull’idrovia potrebbe giocarsi (almeno per una volta) una sfida bipartisan: la Lega è d’accordo, il Movimento Cinque Stelle pure, Forza Italia ha perfino scritto al premier Gentiloni col consiglier­e regionale Massimilia­no Barison e anche il Pd, col deputato Diego Crivellari e il senatore Gianpiero Dalla Zuanna, si sta spendendo da tempo sul tema: «Si tratta di un’opera fondamenta­le non solo dal punto di vista trasportis­tico, e qui il legame col porto off shore di Venezia è fondamenta­le, ma anche sotto il profilo della difesa del territorio, aspetto quest’ultimo che va enfatizzat­o se si vuole fare breccia a Roma spiega Dalla Zuanna -. Parliamo di un opera molto costosa che necessita di finanziame­nti straordina­ri, anche europei. Se la Regione non se ne fa capofila, però, dando una grande spinta al progetto, è difficile che qualcosa si muova, perché nella capitale questo non è affatto percepito come una priorità».

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Autostrada sull’acqua L’idrovia tra Padova e Venezia costa 461 milioni

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