Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Idrovia, Bottacin: «Roma ci dia i fondi per finirla quei soldi sono nostri»
«Ancora una volta De Menech confonde fantasia e realtà, fa confusione». L’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin replica con durezza al deputato del Pd Roger De Menech che ieri, dopo aver chiesto chiarimenti al ministero dei Trasporti (la sua vicinanza al ministro Graziano Delrio è nota), è intervenuto sull’intricata vicenda dell’idrovia Padova-Venezia, spiegando le ragioni del governo. Che in buona sostanza, possono riassumersi così: porte aperte al completamento dell’opera, ma solo se la Regione saprà creare attorno al progetto un consenso unanime e cercare un’interlocuzione forte col governo. «Non basta spedire una lettera a Roma chiedendo milioni - ha detto De Menech questo è solo il tentativo maldestro di crearsi un alibi, così da poter dire domani: ma noi i soldi allo Stato li avevamo chiesti, è Roma che non ce li ha dati».
Un concetto non dissimile da quello espresso, sempre ieri su queste colonne, dall’ex presidente del Porto di Venezia Paolo Costa («Una classe dirigente deve saper indicare delle priorità»), ma Bottacin non ci sta: «Sull’idrovia la Regione ha già ampiamente fatto la sua parte predisponendo il progetto preliminare, mettendo in campo più di un milione di euro e cercando le dovute interlocuzioni non solo con uno ma con ben due ministri, Ambiente e Infrastrutture, per significare con forza la priorità che il Veneto vuole dare a quest’opera». L’assessore nega che la Regione abbia mai chiesto «soccorso» allo Stato per la realizzazione dell’opera, aspetto sottolineato polemicamente da De Menech con riferimento alla battaglia autonomista che vedrà il suo culmine nel referendum del 22 ottobre: «Una sciocchezza assoluta sbotta Bottacin -. Noi non chiediamo alcun soccorso, ma che lo Stato ci dia i “nostri” soldi per realizzarla (si parla di 461 milioni di euro, ndr), visto che il Veneto ha un residuo fiscale di oltre 15 miliardi ogni anno. Se avessimo l’autonomia e questi soldi rimanessero qui, non dovremmo chiedere nulla e di idrovie potremmo farne trenta ogni anno. Invece i nostri soldi vanno ad altre regioni, come ad esempio la Calabria, per finanziare i 7.345 forestali che hanno per fare le stesse cose, e forse meno bene, che in Veneto portiamo avanti con poco più di 500 operai». Bottacin chiede piuttosto a De Menech di attivarsi a Roma, «visto che, ad esempio, i 100 milioni dei fondi di progettazione per la difesa del suolo messi in campo l’anno scorso sono stati destinati per l’80% al Sud mentre per il Veneto sono stati previsti meno di 2 milioni, non certo sufficienti per la progettazione definitiva ed esecutiva di un’opera da mezzo miliardo...».
Vero è che sull’idrovia potrebbe giocarsi (almeno per una volta) una sfida bipartisan: la Lega è d’accordo, il Movimento Cinque Stelle pure, Forza Italia ha perfino scritto al premier Gentiloni col consigliere regionale Massimiliano Barison e anche il Pd, col deputato Diego Crivellari e il senatore Gianpiero Dalla Zuanna, si sta spendendo da tempo sul tema: «Si tratta di un’opera fondamentale non solo dal punto di vista trasportistico, e qui il legame col porto off shore di Venezia è fondamentale, ma anche sotto il profilo della difesa del territorio, aspetto quest’ultimo che va enfatizzato se si vuole fare breccia a Roma spiega Dalla Zuanna -. Parliamo di un opera molto costosa che necessita di finanziamenti straordinari, anche europei. Se la Regione non se ne fa capofila, però, dando una grande spinta al progetto, è difficile che qualcosa si muova, perché nella capitale questo non è affatto percepito come una priorità».