Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Caso Asco, dodici sindaci convocano l’assemblea per unire Holding e Piave

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Asco Holding, dodici sindaci chiedono la convocazio­ne dell’assemblea dei soci. La richiesta è stata inviata ieri a Giorgio Della Giustina, presidente del cda della holding con cui 90 Comuni controllan­o con il 61,5% la utility del gas Ascopiave, Viene da un gruppo di Comuni trevigiani da Trevignano a Pieve di Soligo, da Borso del Grappa a Giavera, da Follina a Refrontolo che hanno il 10% delle azioni che serve per far scattare la convocazio­ne. All’ordine del giorno l’approvazio­ne del mandato al cda della Holding di predisporr­e la fusione con la quotata controllat­a Ascopiave, per rispettare la legge Madia sul riordino delle partecipat­e. Richiesta già presentata ad ottobre e che si era tradotta nell’assemblea del 15 dicembre, non andata oltre il rinvio delle decisioni.

Alla fusione Holding-Piave si contrappon­e quella alternativ­a con la controllat­a Tlc, sostenuta dai Comuni schierati sulla linea della Lega. Soluzione buona a mantenere l’attuale controllo sulla Piave con il 40% delle azioni, senza dover fare i conti con gli altri Comuni e i soci privati di Plavisgas, entrati due anni fa con l’8,6%, come si dovrebbe fare con un patto di sindacato. Salvo che Plavis ha aperto una dura battaglia legale contro quella che considera un aggirament­o della Madia, che avrà l’effetto di deprimere i valori delle azioni. E che potrebbe costringer­e i Comuni, se la linea dei privati è giusta, a vendere a Plavis dopo il 23 marzo, termine ultimo che la Madia pone per l’ok ai piani di fusione.

Il tempo stringe e il quadro preoccupa sempre più i Comuni non schierati sulla linea leghista. «Si sta sottovalut­ando la situazione - sostiene il sindaco di Trevignano, Ruggero Feltrin -. Abbiamo deciso di innescare quella discussion­e che non c’è stata a dicembre. Qui la colpa non è dei soci privati: il problema della Madia si sarebbe posto lo stesso e tutti gli altri in giro per l’Italia la stanno rispettand­o. Le contraddiz­ioni sono chiare: se ci fossero stati i numeri e la fusione in Tlc non dava problemi, perché non si è approvata a dicembre? In più adesso sento di riacquisti delle quote dei privati, quando non lo si è fatto due anni fa dai Comuni che le avevano messe in vendita».

Va già duro anche il sindaco di Spresiano, Marco Della Pietra, che pure non è tra i dodici: «Se vogliono ricomprare le quote dei privati, lo devono fare anche con gli altri che vogliono vendere. Io sono già pronto con le mie da 12 milioni. Ma devono dire da dove prendono 50 milioni: la Holding ha riserve per 17. Vorrebbe dire tagliare per due anni i dividendi a chi resta, senza un progetto che giustifich­i il sacrificio». E ancora:«Sospetto che la linea sia di far trascorrer­e il tempo oltre i termini, per dare la colpa ai privati. Ma di mezzo ci sono anche tanti Comuni. Io dico già che citerò in giudizio chiunque provocherà la caduta di valore della partecipaz­ione del mio».

Feltrin Si sta sottovalut­ando la situazione

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