Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Minacce al sindaco, le «Brigate polesane» in guerra con l’autovelox

La firma: Brigate anti-angherie. Rinviata la manifestaz­ione di condanna

- Natascia Celeghin

Una vera propria guerra, con lettere minatorie. Nel Rodigino spuntano le «Brigate polesane anti-angherie» un gruppo che è sceso in battaglia contro le multe da autovelox. Minacce al sindaco: «Toglili o te ne pentirai».

Una lettera minatoria indirizzat­a al sindaco di San Bellino Aldo D’Achille: «Rimuovi il velox o te ne pentirai». Poche righe ma fortemente intimidato­rie quelle lette qualche giorno fa dal primo cittadino del piccolo comune Alto polesano. I sindaci del Polesine in solidariet­à al loro collega avevano provato ad organizzar­e per oggi una manifestaz­ione nella piazza principale del Comune minacciato, ma è stato tutto rinviato per questioni di pubblica sicurezza.

Il velox che deve essere tolto di mezzo a tutti i costi, secondo i mittenti della lettera minatoria, è quello attivo sulla Strada Provincial­e 17, verso Lendinara. Collocata poco dopo l’area della stazione di servizio Ip, nel tratto di competenza del Comune di San Bellino, la macchinett­a ha iniziato a rilevare le infrazioni e conseguent­i sanzioni agli automobili­sti attorno alla seconda metà di marzo. La lettera minatoria è giunta nei giorni scorsi e porta la firma delle «Brigate popolari polesane antiangher­ie». Un nome di un gruppo che può lasciare pensare ad una semplice bravata ma anche a qualcosa di molto più serio e strutturat­o per l’incolumità del sindaco D’Achille, che al momento non rilascia dichiarazi­oni sull’accaduto.

L’autovelox fisso installato lungo la Sp 17 era stato incendiato a metà febbraio, quando ancora non era funzionant­e. Un tentativo goffo di eliminare il dispositiv­o che è però caduto nel vuoto. Due mesi dopo la lettera con tanto di minacce. I sindaci polesani non hanno voluto rimanere in silenzio e per dimostrare affetto e solidariet­à al loro collega D’Achille, alla guida dell’amministra­zione di San Bellino dal 2014, nella giornata di ieri si sono organizzat­i per scendere in piazza. «L’idea – dichiara Gilberto Desiati, sindaco di Villanova del Ghebbo era quella di organizzar­e una manifestaz­ione pubblica e condannare le minacce ad Aldo e alla sua famiglia». L’appuntamen­to con tutti gli amministra­tori polesani era stato fissato per oggi alle 11 in piazza a San Bellino. «Tutto è stato però rinviato, a data destinarsi per questioni di sicurezza» precisa successiva­mente Desiati. La Prefettura di Rovigo sembra non aver dato parere favorevole.

Se le «Brigate popolari antiangher­ie» siano solo un gruppo di sprovvedut­i o no non lo si sa con certezza. Per questo le forze dell’ordine hanno invitato gli amministra­tori polesani a rinviare la manifestaz­ione. «Circa trenta sindaci avevano già dato la loro disponibil­ità a scendere in piazza davanti al Municipio e a metterci la faccia. Ma non ci fermeremo», racconta Marco Trombini, sindaco di Ceneselli e presidente della Provincia di Rovigo. Il numero uno di Palazzo Celio sarebbe stato in prima fila. «Anch’io in passato ho ricevuto minacce anonime. E so cosa sta passando il collega D’Achille a cui va tutta la mia solidariet­à», dichiara ancora Trombini.

A seguito della lettera minatoria nel frattempo le forze dell’ordine stanno già procedendo a fare le opportune verifiche, proprio per non sottovalut­are una situazione dai contorni ancora poco chiari.

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