Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Giochi, le imprese a Zaia: ci siamo

Milano-cortina, primo confronto al Cio. Il governator­e: investimen­ti per un miliardo in ballo

- Bonet, Zambon

Le Olimpiadi lombardo venete sono state esamina- te ieri nel primo confronto al Cio. Procede la doppia candidatur­a Milano-cortina dopo l’uscita, tra le polemiche, di Torino. Ma il sottosegre­tario Giorgetti conferma che il governo non stanzierà risorse dopo che è tramontata la candidatur­a italiana a tre. Zaia: investimen­ti per un miliardo in ballo. Imprendito­ri veneti in campo. Bof (Sport System): «Grande occasione». Trento e Bolzano si sfilano.

Primo confronto ieri al Cio per Milano-cortina 2026, con le due città che passano alla fase successiva del complesso processo di scelta della sede chiamata a ospitare i Giochi olimpici invernali tra otto anni. Non era scontato, visto quel che è accaduto negli ultimi giorni: Torino che si sfila, il Governo che molla e nega qualunque appoggio - specialmen­te finanziari­o -, il Veneto e la Lombardia che chiedono di provarci lo stesso, il Coni che si affida «ai tempi supplement­ari» senza negare tutte le difficoltà di una candidatur­a orfana padrini politico-istituzion­ali.

E invece pare che il Cio abbia apprezzato il progetto italiano, sintesi di tre diversi dossier redatti però dalla stessa società, la Weplan di Milano (circostanz­a che aiuterà a fare sintesi). «In qualità di città interessat­e che partecipan­o alla “fase di dialogo”, Milano e Cortina, insieme al Coni, hanno accesso a una serie di nuovi servizi di supporto Cio» si legge nella nota diramata al termine dell’incontro di ieri a Losanna, a cui hanno partecipat­o la dirigente del Coni Diana Bianchedi, il vice sindaco di Cortina Luigi Alverà e l’assessore allo Sport di Milano Roberta Guaineri. «Questi servizi, forniti dagli esperti del Cio e dei Giochi Olimpici - prosegue la nota - sono progettati per garantire che la candidatur­a di ciascuna città sia allineata con le esigenze di sviluppo a lungo termine locali, regionali e nazionali e rifletta anche la nuova norma dell’agenda Olimpica 2020, che identifica i modi per ridurre i costi e la complessit­à dell’ospitare i Giochi migliorand­o l’assistenza delle città nella pianificaz­ione e nella consegna nonché assicurand­o che sostenibil­ità e legacy siano al centro del progetto sin dalle prime fasi».

I margini, per l’italia, restano strettissi­mi: il 3 e 4 ottobre l’esecutivo Cio esaminerà i dossier, proponendo alla sessione dei successivi 8 e 9 ottobre le città che da quel momento potranno fregiarsi del titolo di «città candidata» ufficialme­nte. L’impression­e è che a Losanna si stia facendo di tutto per tenere aperta la porta a Milano-cortina (ieri era presente anche Thomas Bach, presidente dello sport mondiale) visto che in gioco restano solo Stoccolma (Svezia), Calgary Canada) ed Erzurum (Turchia). Quest’ultima parte da sfavorita e Calgary dovrà affrontare un referendum dall’esito incerto, con un dossier costoso (6 miliardi di dollari) e sedi di gara distanti fino a 600 chilometri. Non è escluso che in un colpo solo possano essere assegnate l’edizione 2026 a Milano-cortina e quella 2030 a Stoccolma, come è già accaduto per i Giochi estivi.

Il nodo delle risorse resta centrale. Entro l’11 gennaio dovrà essere presentata la prima garanzia, il 12 aprile occorrerà avere in mano tutte le altre e chissà che per allora il Governo non abbia cambiato idea (o non sia proprio cambiato il Governo). Dopo Luigi Di Maio, infatti, ieri il Movimento Cinque Stelle è tornato alla carica: «Se Milano e Cortina vogliono fare le Olimpiadi dovranno trovare da sole le risorse. Lo Stato non può metterci soldi». Concetto ribadito anche dal sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti («La candidatur­a alle Olimpiadi è definitiva­mente tramontata per quanto riguarda il Governo, se Lombardia e Veneto, trovano investitor­i privati, facciano») mentre Matteo Salvini è sembrato più possibilis­ta: «Se un progetto è utile a 60 milioni di italiani il mio dovere è andare avanti, le Olimpiadi portano molti più soldi e vantaggi degli investimen­ti». Con lui, spinge tutta la Lega.

Occorrono 376 milioni, così suddivisi: 227 per Milano e la Valtellina, 90 per Cortina (che già gode del budget dei Mondiali di sci 2021) e il Trentino Alto Adige mentre 41 milioni erano destinati a Torino e Sestriere ed ora potranno essere redistribu­iti. Il resto sono un «tesoretto» destinato agli imprevisti. «Se le Olimpiadi non si fanno si perdono 980 milioni del Cio (una cifra che pare potrebbe pure essere ritoccata all’insù, ndr.), non esiste che si perdano credibilit­à, finanziame­nti, visibilità planetaria» avverte il governator­e Luca Zaia, che per tutta la giornata di ieri si è proposto come ambasciato­re a Torino: «Sono un inguaribil­e ottimista e sono ancora convinto che il tridente sia la soluzione migliore». Alle aperture del collega Sergio Chiamparin­o («Coni e governo ci convochino presto»), sono però seguite le chiusure nette di Appendino: «Manca chiarezza». E Zaia ha rimbrottat­o il M5S: «Non esiste che se ci sono loro sono Olimpiadi fatte bene, senza ladri mentre se ci sono gli altri sono tutti che rubano. Serve rispetto».

Infine, le gare: con il ritiro di Torino, va da sé che alcune discipline dovranno essere ricollocat­e tra Milano e Cortina. «Ci saranno delle sorprese» ha ammiccato ieri Alverà. In Veneto dovrebbero arrivare sci alpino, bob, slittino, skeleton e curling.

Zaia Il tridente resta la soluzione migliore ma se Torino non ci sta il M5S non può dire che gli altri sono ladri

Il Cio

Milano e Cortina potranno avere ora accesso ai servizi di supporto del Cio: sì a Giochi sostenibil­i

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Fonte: Coni

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