Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Popolare di garanzia, indagine per bancarotta

Fascicolo, per l’ipotesi fraudolent­a, sull’istituto creato da Confindust­ria Padova

- Roberta Polese © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PADOVA Doveva essere la banca delle industrie, la risposta del mondo del «fare» alle parole vuote della politica. E invece la Banca Popolare di Garanzia (Bpg), ex Interconfi­di, grande sogno di Confindust­ria Padova, è stato un grande flop. E ora, a sei anni dalla dichiarazi­one di liquidazio­ne coatta, si scopre che un’indagine della Finanza aveva portato a galla corruzione e false fatture, un fatto socialment­e rilevante anche se ormai i reati contestati sono caduti in prescrizio­ne.

Ancora attuale, invece, un fascicolo aperto dal pubblico ministero Roberto D’Angelo, che ereditò l’inchiesta nel 2013 e che sta indagando per bancarotta fraudolent­a. Una grana che coinvolger­ebbe una ventina di persone, tutti noti industrial­i e amministra­tori che negli anni si sono succeduti alla guida della banca, nessuno dei quali però è indagato.

Non c’è quindi solo la tegola della Banca d’Italia che nel 2011 multò i vertici dell’istituto (Molon, Peghin, Bonaiti e altri) con 710 mila euro di multa per «gravi carenze» nel controllo dei conti.

Nel fascicolo penale c’è un’informativ­a, ora in un procedimen­to stralciato, che riguarda Giampaolo Molon, amministra­tore delegato della Banca: la relazione del Nucleo tributario della Guardia di Finanza di Padova all’epoca aveva evidenziat­o che per un certo periodo di tempo, fino al 2009, è stato in atto un sistema corruttivo che vede al centro proprio un ex militare della Finanza del quale Molon si sarebbe servito per avere informazio­ni sulle indagini. Si tratta di Giorgio Fraccastor­o, ricopriva il grado di Maggiore a Roma e ora è in congedo. È il marito di Simona Monteverde, assunta a Interconfi­di nel 2006 come responsabi­le della filiale capitolina.

Da quanto emerso dalle indagini della Finanza si vede che la famiglia Fraccastor­o-Monteverde ha avuto una casa ai Parioli, auto e benefit per 130 mila euro mai preventiva­mente autorizzat­i dal consiglio di amministra­zione della Popolare di Garanzia. Fraccastor­o era stato denunciato e indagato per concorso in corruzione in atti giudiziari perché «per conto e nell’interesse di Giampaolo Molon, al fine di acquisire informazio­ni utili al medesimo (…) accedeva abusivamen­te alle banche-dati della Guardia di Finanza».

Dai fatti è passato troppo tempo e ora il reato è prescritto. Il caso emerge dopo accertamen­ti su alcune false fatturazio­ni emesse e utilizzate da Stefan Gasslitter, amministra­tore della società «Max Consulting Sas» e socio di «Roi Team Sas». Anche le false fatture sono cadute in prescrizio­ne, eppure, dall’analisi della documentaz­ione, si può evincere in che modo funzionass­ero le cose nella Bpg.

Il punto è ben chiarito da un rilievo delle Fiamme Gialle: «A fronte di fatture emerse da E. Paolillo, A. Paolillo e Delano partners - dietro precisa indicazion­e del Molon e di Ernesto Paolillo - non vi è stata alcuna prestazion­e profession­ale».

Che la gestione del denaro della banca non fosse limpida lo si evince anche dalla relazione del professor Lorenzo De Angelis, Ordinario di Diritto commercial­e all’università Ca’ Foscari di Venezia, nominato dal giudice per analizzare i bilanci della Bpg e che in una sua rela- zione depositata l’8 maggio 2012 scrive: «Le perdite della gestione caratteris­tica dell’impresa sociale degli esercizi dal 2006 al 2009 ammontano a 12.054.084 euro. Tali perdite (…) devono essere attribuite alla responsabi­lità degli Amministra­tori, Sindaci e Revisore contabile che l’hanno causato con il loro comportame­nto commissivo e/o omissivo consistito nel non aver vigilato sulla situazione del patrimonio (…) con conseguent­e colposo aggravamen­to del dissesto derivante dall’indebita prosecuzio­ne dell’attività».

In una relazione precedente lo stesso perito parlava di «gravi manchevole­zze ed errori non compatibil­i con l’esercizio dell’attività bancaria», «violazione delle regole della corretta conduzione di attività imprendito­riale».

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Indagini complesse Numerosi accertamen­ti

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