Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Venezia si fida di Renzi» Ma la Lega punge Ca’ Farsetti
Il giorno dopo la visita del premier a Venezia, parla il sindaco Brugnaro «Saremo città del fare oltre gli schieramenti politici. Il Mose è sapienza»
«La nostra città deve rimettersi in carreggiata, ridiventare centro del fare con regole certe». Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro parla dopo la visita del premier Matteo Renzi in laguna. «Ho fiducia in lui - spiega il primo cittadino mi è piaciuta la sua attenzione nei confronti di una città metropolitana che può dare grande impulso alla crescita dell’Italia». Appello dei sottosegretari Pd: «Facciamo un piano insieme». Ma la Lega attacca.
VENEZIA «Renzi è un fuoriclasse. E ho fiducia in lui». Il giorno dopo la visita in città del presidente del Consiglio, il sindaco Luigi Brugnaro sorride soddisfatto davanti all’evidenza di aver portato a casa un risultato politico inedito. Lui, civico sostenuto da una maggioranza di centrodestra, ha ottenuto un’ora di colloquio a tu per tu con il Premier Pd sulle peculiarità di Venezia, città consumata dalla transumanza senza più stagione di 30 milioni di visitatori l’anno, indebolita dalla mancanza di fondi per restauri di rive e palazzi, con i rii che si intasano di detriti mentre il Mose va avanti a rilento dopo l’inchiesta e le necessarie messe a punto. E, se tutto procederà secondo i piani, innalzerà le sue dighe solo a difesa delle acque alte eccezionali (sopra i 110 centimetri) dal 2018. Piazza San Marco continuerà ad andare a mollo, gli intonaci dei palazzi continueranno a gonfiarsi d’acqua e quel differenziale di 30% del costo della vita rispetto alle città di terraferma continuerà ad essere la kryptonite di Venezia. Però Renzi ha assicurato: «Su Venezia, il governo farà la sua parte».
Sindaco, nella cena a palazzo Ducale, il premier ha poi spiegato l’impegno per Venezia?
«Era una cena di interesse internazionale, tra ambasciatori e delegati Onu. Il tema era l’innalzamento delle acque e Venezia ha sempre qualcosa da insegnare, al riguardo. Gli ingegneri della Serenissima deviavano il corso dei fiumi per preservare la città e 30 anni fa gli scienziati e i tecnici hanno ideato una soluzione peculiare per difenderla da innalzamento delle acque e scongelamento dei ghiacciai. Una lezione utile a tutto il mondo. Pensiamo alle alluvioni di Genova, agli ultimi disastri a Napoli, alla tromba d’aria in Riviera: da noi sono temi di cronaca, in altri Paesi temi da prima pagina. Occuparsene con serietà e senza catastrofismi significa affrontare il problema di masse d’acque mai considerate prima nella pianificazione urbanistica, significa risolvere problemi di tubature, fossati e smaltimento delle acque non sufficientemente calibrati. Per esempio, a Marghera la cementificazione potrebbe essere un valido argine contro l’inquinamento, dividerebbe le acque piovane dal terreno inquinato».
La reputazione internazionale di Venezia come città all’avanguardia nell’ingegneria idraulica ci guadagna dal Mose?
«I diplomatici che sono andati stamattina (ndr, ieri) in visita alle dighe mobili hanno strabuzzato gli occhi. Possiamo costruire molto sull’interesse nei confronti dell’ingegneria a Venezia e spero che l’appuntamento internazionale di venerdì sia l’inizio di un percorso, non un episodio. Il Mose non è un’opera che poi finisce e chi si è visto si è visto, e non è una disgrazia. E’ l’espressione della sapienza di una classe tecnologica e di maestranze che bisogna pensare già oggi come utilizzare in futuro». Ha fiducia in Renzi? «E’ un fuoriclasse. Un uomo di 40 anni che mostra energia e attenzione ai dettagli: è una fortuna averlo come premier e da amministratore trasversale dico che è necessario che intorno a lui si crei un’Italia che ci crede». E Renzi crede in Venezia? «Mi è piaciuta la sua attenzione nei confronti di un capoluogo e di una città metropolitana che possono dare grande impulso alla crescita dell’Italia. È stato un grande gesto di generosità, mi è sembrato soddisfatto e partecipe ed è bello dimostrare che persone di schieramenti diversi lavorano insieme per il bene del Paese, dando il segno che c’è voglia di cambiare. Venezia deve rimettersi in carreggiata, ridiventare città del fare, serena e bella e con regole certe. Vorrei dare fiducia a cittadini e investitori e rendere a tutti il passo più leggero, svelto e sicuro. Perché più gente viene, meglio è».
Luigi Brugnaro/1 Mi è piaciuta la sua attenzione nei confronti di una città metropolitana che può dare grande impulso alla crescita dell’Italia Luigi Brugnaro/2 Il Mose non è un’opera che poi finisce e non è una disgrazia. Esprime la sapienza di una classe tecnologica e di operai da reimpiegare