Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Scappa con la bimba dell’amico: caccia all’uomo nel Veneziano Ritrovata in serata a Zagabria

- Eleonora Biral © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

MESTRE Una bimba di 8 anni rapita, una caccia all’uomo in tutto il Nordest con posti di blocco di polizia e carabinier­i e ricerche fino in Croazia con l’Interpol e la polizia locale. Una storia da film, che però ieri è accaduta per davvero. A Mestre. L’uomo in questione era sceso dall’auto per comprare le sigarette e ha lasciato la figlia in auto con un amico, con cui era venuto dalla Croazia. Quando è tornato, della macchina non c’era più traccia e il «rapitore», poco dopo, lo ha informato che se avesse voluto rivedere sua figlia avrebbe dovuto pagare un riscatto. Dodici ore di angoscia, poi la svolta: la bimba è stata ritrovata a Zagabria, l’uomo che l’ha portata via l’ha riconsegna­ta alla madre. La piccola non ha subito alcuna violenza, fa sapere la Procura distrettua­le antimafia di Venezia. Ma i contorni della vicenda sono ancora oscuri.

I tre, residenti a Zagabria, erano partiti da Rijeka la notte scorsa e ieri intorno alle 9 sono arrivati a Mestre, nella zona di piazza Barche. A bordo dell’auto c’erano la bimba, il padre e l’amico, diretti a Padova per l’acquisto di una macchina, ma si sono fermati davanti a una tabaccheri­a.

Il padre si è diretto verso il negozio da solo, lasciando il cellulare in macchina e, al suo ritorno, gli altri erano spariti sull’auto. Ha aspettato per qualche minuto, si è guardato intorno, poi ha chiesto aiuto a un passante. Ha chiamato al suo numero di telefono e, secondo le prime informazio­ni trapelate, il presunto sequestrat­ore gli avrebbe chiesto il riscatto, forse una cifra tra i 10 e i 15 mila euro. A quel punto si è rivolto alla polizia, facendosi portare in Questura per chiedere aiuto e da ieri mattina la squadra mobile di Venezia sta cercando la bambina e il suo presunto sequestrat­ore. Sono stati allestiti posti di blocco in tutta la provincia e la segnalazio­ne è arrivata anche alle forze dell’ordine delle regioni vicine, in particolar­e alla Polstrada del Friuli-Venezia Giulia.

La vicenda ieri sera presentava ancora dei lati oscuri su cui la squadra mobile, diretta dal dirigente Stefano Signoretti, stava cercando di fare luce. La versione fornita dal padre, che si è presentato in Questura in tarda mattinata, non è del tutto chiara e ci sono delle difficoltà di comunicazi­one a causa della lingua. Secondo il suo racconto, era proprio lui che, a Padova, avrebbe dovuto acquistare un’auto. Prima di arrivare nel capoluogo euganeo, la sosta a Mestre. Qui, secondo la ricostruzi­one delle forze dell’ordine, l’uomo è sceso dalla macchina da solo. L’accordo con l’amico era di aspettarlo, insieme alla figlia, in auto. Quando il padre è tornato, un paio di minuti dopo, però, ha notato che la sua Peugeot 308 station wagon di colore scuro non c’era più. L’ha cercata nei dintorni, senza risultato e, in quegli attimi concitatis­simi di preoccupaz­ione per la figlia, ha chiesto aiuto e informazio­ni per rivolgersi alla polizia. Agli agenti ha raccontato per filo e per segno ciò che era successo.

La segnalazio­ne è stata immediatam­ente trasmessa alla squadra mobile che, da subito, ha chiesto ai colleghi della polizia stradale e ai carabinier­i di allestire posti di blocco in tutta la città e fuori provincia. Ieri in tarda serata la svolta a lieto fine.

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