Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Gabrielli inaugura la «nuova» Digos «Subito la Cittadella della sicurezza»

Il capo della polizia: la Postale chiude? Vedremo, poche risorse. No al campanilis­mo

- Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO Ha festeggiat­o l’ultimo giorno del suo primo anno di mandato a Belluno, città che non vedeva più un capo della polizia da 54 anni, dalla tragedia del Vajont. E che ieri ha «recuperato» con Franco Gabrielli, padrino di battesimo dei nuovi uffici della Digos sistemati nell’ex caserma Tasso degli alpini, in attesa del futuro trasferime­nto alla Fantuzzi, destinata a diventare la cittadella della sicurezza. E a realizzare il sogno comune di riunire finalmente in un unico polo divise oggi sparse fra troppi presidi.

«Visito la 60esima questura d’Italia — ha detto il capo della polizia al taglio del nastro, dopo la benedizion­e del vescovo Renato Marangoni e alla presenza del prefetto Francesco Esposito, di tutti i questori del Veneto e del sindaco Jacopo Massaro —. Onoro la scadenza per veder creare condizioni di lavoro che consentano agli uomini e alle donne preposti alla sicurezza di operare in luoghi e contesti dignitosi. Questo territorio ricco, laborioso e anche molto rispettoso delle istituzion­i vive una condizione un po’ paradossal­e riguardo la polizia di Stato, diffusa sul territorio. Ci sono gli alberghi diffusi, l’accoglienz­a diffusa e così anche la polizia diffusa, però nell’ultimo caso non è sempre elemento di positività, perchè disperde le forze e dissangua le finanze pubbliche, ma soprattutt­o mette le persone chiamate a svolgere funzioni così importanti nella condizione di non assolverle al meglio».

Il prefetto Gabrielli si è intrattenu­to 40 minuti con tutti i poliziotti al lavoro in questura, non con i sindacati, proprio per ribadire i principi cardine della sua filosofia operativa. «L’inaugurazi­one degli uffici della Digos è il primo passo verso il progetto della cittadella, che speriamo si realizzi al più presto — ha assicurato il questore Michele Morelli —. Nel 2018 partiranno i lavori del primo stralcio, che accoglierà la polizia amministra­tiva. Intanto lo spostament­o della Digos ci ha consentito di lasciare un edificio privato, e relativo canone di locazione, per recuperare un complesso storico della città, l’ex convento dei gesuiti poi divenuto Distretto militare».

«E’ un giorno importante per il sistema di sicurezza e la comunità, a cui auguro di poter lanciare presto il messaggio di unità con le altre forze dell’ordine, riunite in un solo centro», ha aggiunto Gabrielli.

Che poi non si è sottratto dall’affrontare un altro nodo importante per Belluno: la paventata chiusura della polizia postale. Il progetto del ministero dell’Interno intitolato «Nuova architettu­ra della polizia postale e delle telecomuni­cazioni» prevede che in Veneto restino aperte solo le sezioni di Padova e Verona, oltre al Compartime­nto regionale di Venezia. «Nulla di certo - ha detto il capo della polizia - vedremo. Stiamo lavorando in una stagione in cui le risorse sono molto limitate e quindi dobbiamo razionaliz­zare, concentran­do tanti saperi in strutture molto efficienti. La polizia postale controlla un territorio virtuale, perciò la logica del campanile, per cui ognuno vuole avere l’ufficietto, scalcagnat­o magari ma proprio, è superata. Dobbiamo guardare a sistemi integrati efficaci, che badino al target dell’azione, non a piantare bandierine».

Poi le foto con i «digosauri» e la passeggiat­a fino a piazza Martiri, accompagna­to da un corteo di funzionari e divise.

Gabrielli/1 Serve un messaggio di unità con le altre forze dell’ordine Gabrielli/2 Giusto dare luoghi di lavoro dignitosi ai nostri operatori

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(Zanfron) Taglio del nastro Franco Gabrielli e il questore Michele Morelli

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