Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Voucher, appello dal Veneto
Categorie in campo: il governo vada avanti. Scontro con la Cgil, che replica: incostituzionale
VENEZIA A causa dei voucher il governo rischia di cadere, le categorie dal Veneto lanciano un ultimo appello alle forze politiche: «Ripristinateli: la stagione estiva è già cominciata». Irremovibili Cgil e Mpd: «Un colpo di mano».
VENEZIA Rischia di cadere il governo a causa della reintroduzione dei voucher e dal Veneto le categorie allarmate lanciano l’appello alle forze politiche: «Bisogna ripristinarli, siamo già in ritardo per la stagione estiva». Ovviamente la Cgil non è per niente dell’idea. «Farli rientrare dalla finestra con la manovrina è un gravissimo strappo alle regole costituzionali», scandisce il segretario regionale Elena Di Gregorio che con delegati e lavoratori sta manifestando davanti alle prefetture per appellarsi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Se si torna alle posizioni del 18 marzo scorso, giorno nel quale il governo Gentiloni li abolì per decreto, è a causa di un emendamento alla manovrina presentato in corner dal Pd che reintroduce i voucher per famiglie, Ong e anche imprese con non più di 5 dipendenti. I dem si stanno sgolando per spiegare che no, questi nuovi buoni lavoro per prestazioni lavorative accessorie non sono voucher mascherati ma i 40 deputati e 15 senatori di Articolo 1 Mdp avvertono che non voteranno la fiducia. E il dibattito congelato dall’abolizione è passato per il microonde delle tensioni politiche e sociali per tornare più rovente che mai. «La Cgil ne fa una battaglia per superare l’appannamento politico e Mdp non ha capito che i voucher non sono in contrasto col lavoro con tredicesima ma sono in contrasto col lavoro nero - accusa il presidente veneto di Confturismo Marco Michielli - C’erano i furbi, certamente: mi hanno raccontato di un imprenditore con 4 o 5 partite Iva che una volta registrava i voucher con l’una, una volta con l’altra ma con l’obbligo di registrazione molti abusi erano venuti meno. Ci ripensino». Secondo l’ultimo report di Veneto Lavoro, metà dei 210mila voucher comprati in Veneto nel 2016 sono stati utilizzati nel settore del turismo; in particolare, nel 2014 all’inizio e alla fine dell’estate sul litorale sono state sostituite in media 5 giornate di lavoro stagionale con 40,5 voucher (pari a 14 giorni di lavoro).
«Faccio appello a tutte le forze politiche: siamo già in ritardo per la stagione estiva», invoca Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti Metropolitana di Venezia. «Cosa sta succedendo senza voucher? Dal fruttivendolo stamattina non ho trovato la solita ragazza: il proprietario li aveva finiti e non sapeva come pagarla - racconta - Gli amici di mio figlio non sono stati più chiamati per i lavoretti estivi. Non voglio credere che facciano cadere il governo suoi voucher: sarebbe incomprensibile». «Peggio: sarebbe ridicolo - s’indigna Francesco Giacomin, direttore di Confartigianato Imprese Veneto - Oltretutto si tratta di un provvedimento inutile: non è il voucher che conoscevamo perché prevede una formalizzazione simile ad un rapporto di lavoro, con adempimenti burocratici che prima non c’erano. E poi il limite di cinque dipendenti non fa giustizia: la definizione europea di microimpresa parla di nove dipendenti». «Se si vuole usare questo argomento come merce di scambio, ne fa le spese chi nulla ha a che è fare con la politica - avverte Massimo Zanon, presidente Veneto di Confcommercio - C’è bisogno di uno strumento flessibile anche se più rigido nei controlli perché non abbiamo certezza di quanto lavoro ci sarà domani e dobbiamo sapere come pagarlo».
Finiti i voucher di scorta, si è fatto fronte in vari modi. Un po’ di nero, ammettono le categorie, oppure cooperative di servizi. La maggior parte ha però rispolverato il vecchio lavoro a chiamata (caduto in disgrazia nel 2012, quando fu imposta la comunicazione delle giornate effettivamente lavorate e contestualmente si liberalizzò l’uso dei voucher) attivandone ben 10mila lo scorso aprile secondo i dati di Veneto Lavoro. «Nella metà dei casi, i voucher sono stati adoperati fuori dall’orientamento della norma - ammette il direttore di Veneto Lavoro Tiziano Barone - Forse bisognerebbe ritornare all’idea originaria». Vale a dire quella di uno strumento semplice per pagare i lavoretti, non il lavoro. «Esatto, serve uno strumento per il lavoro davvero occasionale concorda la Di Gregorio - Avevamo presentato una proposta in parlamento ma non c’è stato alcun confronto con le parti sociali», accusa. «Non può passare l’idea che una norma si può abrogare per evitare il referendum e poi ripristinarla - chiarisce la senatrice Mdp Maria Cecilia Guerra - Affrontiamo l’argomento con un confronto vero e una legge ad hoc, non come emendamento di una manovra: è un ricatto. Non voteremo questa norma».
Michielli Battaglia politica: i voucher sono contro il lavoro nero