Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Profughi, l’Austria prepara l’esercito il Veneto invia gli alpini
Mentre l’Austria prepara 750 soldati e i corazzati per blindare il confine, la Polfer controlla i treni da Verona
VENEZIA Mentre scoppia la polemica per la decisione dell’Austria di inviare 750 soldati e 4 corazzati al Brennero, si scopre che è il Veneto a coordinare, con il Comando Forze operative Nord di Padova e i Lagunari, i soldati e gli alpini inviati proprio al confine per supportare la polizia nei controlli dei migranti. Ogni giorno vengono denunciati 25 clandestini, con punte di 40 nei weekend. La Polfer inoltre controlla gli stranieri che alla stazione di Verona Porta Nuova salgono sui treni austro-tedeschi della Obb diretti a Monaco. «L’Italia deve chiudere i porti e poi vanno allestiti campi di accoglienza in Africa», dice Zaia.
VENEZIA L’Italia grida allo scandalo per il contingente di 750 soldati — 450 del Tirolo e 300 della Carinzia — e quattro mezzi corazzati «Pandur» che il ministro della Difesa austriaco, Peter Hans Doskozil, nel giro di 72 ore potrebbe inviare al Brennero per potenziare i controlli e bloccare i migranti in arrivo dal Sud del nostro Paese in direzione nord Europa. In realtà il contingente è ancora in stand-by nelle caserme attigue al confine, perché solo il ministro dell’Interno può disporne l’entrata in azione, mentre l’ambasciatore austriaco a Roma, René Pollitzer, è stato convocato dal ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano. In più domani a Roma è previsto un vertice sull’emergenza profughi tra i ministri degli Interni dei Paesi europei più colpiti dal problema: per l’Austria ci sarà Wolfgang Sobotka. «Ci stiamo preparando a difendere la nostra frontiera se si rivelasse necessario», anticipa il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz.
Intanto però sono italiani i militari già in azione al Brennero, a supporto della polizia, per vigilare sui transiti. E sono coordinati dal Veneto (che conta 14.925 richiedenti asilo): i soldati dipendono dal Comando forze operative Nord con sede a Padova e giurisdizione anche su Trentino Alto Adige, Friuli, Emilia e sui valichi di Ventimiglia, Brennero, Tarvisio e Trieste; gli alpini, compresi quelli di stanza a Belluno, fanno riferimento al comandante dei Lagunari. «Il numero dei militari cambia a seconda delle esigenze — spiega il colonnello Vincenzo Grasso, responsabile della comunicazione per il Comando Forze operative Nord — si tratta comunque di alcune decine di uomini, che lavorano con la polizia nell’ambito dell’operazione Strade Sicure, da un anno attivata anche ai valichi di frontiera». E la collaborazione funziona, se finora, secondo i dati resi noti dall’Austria, al Brennero vengono fermati dai 15 ai 25 clandestini al giorno, con punte di 40 nei fine settimana. Il problema è che se il Paese di Sissi li respinge, rischia di trovarseli in casa l’Italia, con Trentino Alto Adige e Veneto in prima linea.
«L’Italia dovrebbe inviare i mezzi corazzati nel Mediterraneo — ironizza il governatore Luca Zaia — a parole ora sono tutti d’accordo a chiudere la stalla, ma ormai i buoi sono scappati. Quando, sei anni fa, eravamo noi a dire di ricorrere al blocco navale, tutti ci davano dei razzisti. Ora la Spagna respinge con la forza 800 immigrati, l’Austria manda i blindati al Brennero, la Svizzera potenzia i confini con Lombardia e Piemonte. Il nostro Paese non può attendere un minuto di più, i porti vanno chiusi, si devono allestire campi di prima accoglienza in Nordafrica e avviare corridoi umanitari per quei due migranti su dieci che sono davvero profughi». Getta acqua sul fuoco il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher: «Il susseguirsi di annunci relativi a misure più rigide è da collegarsi al fatto che in autunno in Austria ci saranno le elezioni. Il tema torna poi d’attualità per la crescita dei flussi migratori sulla rotta del Mediterraneo e dopo la pressante richiesta dell’Italia di una maggiore solidarietà a livello europeo. In realtà al Brennero la situazione al momento è stabile — aggiunge Kompatscher — inoltre la Ue non ha autorizzato controlli ulteriori a quelli di Schengen».
Controlli che vedono il Veneto impegnato anche sui treni austro-tedeschi della Obb (Österreichische Bundesbahnen) in partenza da Verona Porta Nuova per Monaco. «Dal 2014 sussiste un accordo tra le polizie di Stato italiana, austriaca e tedesca — conferma Gianluigi Rispoli, dirigente del Compartimento polizia ferroviaria di Verona e Trentino Alto Adige —. Pattuglie miste, composte da un agente italiano, uno tedesco e uno austriaco, sui convogli internazionali della Obb della tratta Verona-Monaco certificano, con verbali sottoscritti da tutti e tre, il numero di migranti in viaggio verso il Nord Europa. Nel 2015 erano molti: 30/50 al giorno, con punte di 100, ma nel 2016 sono scesi a una media quotidiana di 5-6, confermata nel 2017». La Polfer italiana conduce ispezioni alla stazione di Verona Porta Nuova, sul binario e se necessario sul treno fermo. Poi sui convogli Obb salgono agenti italiani e, fra Rovereto e Trento, i colleghi austriaci e tedeschi, che proseguono i controlli fino alle rispettive frontiere. Gli italiani scendono al Brennero. «Un lavoro che serve anche a monitorare il flusso dei migranti e a fermare gli stranieri che, pur in possesso di regolare biglietto, sono sprovvisti di documenti validi per l’espatrio — aggiunge Rispoli —. Una volta al mese incontriamo a Bolzano le autorità di pubblica sicurezza di Austria e Germania per tracciare il punto sui flussi migratori e scambiarci dati ed esperienze. La prossima riunione è prevista per l’11 luglio».
Ogni 15 giorni il personale della Polfer viene potenziato proprio al Brennero, con l’invio di uomini aggregati da altri compartimenti d’Italia per aumentare i controlli.
Luca Zaia L’Italia non può più attendere, i porti vanno chiusi, si devono allestire campi di accoglienza in Africa e avviare corridoi umanitari per i 2 migranti su 10 davvero rifugiati