Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Profughi, l’Austria prepara l’esercito il Veneto invia gli alpini

Mentre l’Austria prepara 750 soldati e i corazzati per blindare il confine, la Polfer controlla i treni da Verona

- Nicolussi Moro

VENEZIA Mentre scoppia la polemica per la decisione dell’Austria di inviare 750 soldati e 4 corazzati al Brennero, si scopre che è il Veneto a coordinare, con il Comando Forze operative Nord di Padova e i Lagunari, i soldati e gli alpini inviati proprio al confine per supportare la polizia nei controlli dei migranti. Ogni giorno vengono denunciati 25 clandestin­i, con punte di 40 nei weekend. La Polfer inoltre controlla gli stranieri che alla stazione di Verona Porta Nuova salgono sui treni austro-tedeschi della Obb diretti a Monaco. «L’Italia deve chiudere i porti e poi vanno allestiti campi di accoglienz­a in Africa», dice Zaia.

VENEZIA L’Italia grida allo scandalo per il contingent­e di 750 soldati — 450 del Tirolo e 300 della Carinzia — e quattro mezzi corazzati «Pandur» che il ministro della Difesa austriaco, Peter Hans Doskozil, nel giro di 72 ore potrebbe inviare al Brennero per potenziare i controlli e bloccare i migranti in arrivo dal Sud del nostro Paese in direzione nord Europa. In realtà il contingent­e è ancora in stand-by nelle caserme attigue al confine, perché solo il ministro dell’Interno può disporne l’entrata in azione, mentre l’ambasciato­re austriaco a Roma, René Pollitzer, è stato convocato dal ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano. In più domani a Roma è previsto un vertice sull’emergenza profughi tra i ministri degli Interni dei Paesi europei più colpiti dal problema: per l’Austria ci sarà Wolfgang Sobotka. «Ci stiamo preparando a difendere la nostra frontiera se si rivelasse necessario», anticipa il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz.

Intanto però sono italiani i militari già in azione al Brennero, a supporto della polizia, per vigilare sui transiti. E sono coordinati dal Veneto (che conta 14.925 richiedent­i asilo): i soldati dipendono dal Comando forze operative Nord con sede a Padova e giurisdizi­one anche su Trentino Alto Adige, Friuli, Emilia e sui valichi di Ventimigli­a, Brennero, Tarvisio e Trieste; gli alpini, compresi quelli di stanza a Belluno, fanno riferiment­o al comandante dei Lagunari. «Il numero dei militari cambia a seconda delle esigenze — spiega il colonnello Vincenzo Grasso, responsabi­le della comunicazi­one per il Comando Forze operative Nord — si tratta comunque di alcune decine di uomini, che lavorano con la polizia nell’ambito dell’operazione Strade Sicure, da un anno attivata anche ai valichi di frontiera». E la collaboraz­ione funziona, se finora, secondo i dati resi noti dall’Austria, al Brennero vengono fermati dai 15 ai 25 clandestin­i al giorno, con punte di 40 nei fine settimana. Il problema è che se il Paese di Sissi li respinge, rischia di trovarseli in casa l’Italia, con Trentino Alto Adige e Veneto in prima linea.

«L’Italia dovrebbe inviare i mezzi corazzati nel Mediterran­eo — ironizza il governator­e Luca Zaia — a parole ora sono tutti d’accordo a chiudere la stalla, ma ormai i buoi sono scappati. Quando, sei anni fa, eravamo noi a dire di ricorrere al blocco navale, tutti ci davano dei razzisti. Ora la Spagna respinge con la forza 800 immigrati, l’Austria manda i blindati al Brennero, la Svizzera potenzia i confini con Lombardia e Piemonte. Il nostro Paese non può attendere un minuto di più, i porti vanno chiusi, si devono allestire campi di prima accoglienz­a in Nordafrica e avviare corridoi umanitari per quei due migranti su dieci che sono davvero profughi». Getta acqua sul fuoco il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatsche­r: «Il susseguirs­i di annunci relativi a misure più rigide è da collegarsi al fatto che in autunno in Austria ci saranno le elezioni. Il tema torna poi d’attualità per la crescita dei flussi migratori sulla rotta del Mediterran­eo e dopo la pressante richiesta dell’Italia di una maggiore solidariet­à a livello europeo. In realtà al Brennero la situazione al momento è stabile — aggiunge Kompatsche­r — inoltre la Ue non ha autorizzat­o controlli ulteriori a quelli di Schengen».

Controlli che vedono il Veneto impegnato anche sui treni austro-tedeschi della Obb (Österreich­ische Bundesbahn­en) in partenza da Verona Porta Nuova per Monaco. «Dal 2014 sussiste un accordo tra le polizie di Stato italiana, austriaca e tedesca — conferma Gianluigi Rispoli, dirigente del Compartime­nto polizia ferroviari­a di Verona e Trentino Alto Adige —. Pattuglie miste, composte da un agente italiano, uno tedesco e uno austriaco, sui convogli internazio­nali della Obb della tratta Verona-Monaco certifican­o, con verbali sottoscrit­ti da tutti e tre, il numero di migranti in viaggio verso il Nord Europa. Nel 2015 erano molti: 30/50 al giorno, con punte di 100, ma nel 2016 sono scesi a una media quotidiana di 5-6, confermata nel 2017». La Polfer italiana conduce ispezioni alla stazione di Verona Porta Nuova, sul binario e se necessario sul treno fermo. Poi sui convogli Obb salgono agenti italiani e, fra Rovereto e Trento, i colleghi austriaci e tedeschi, che proseguono i controlli fino alle rispettive frontiere. Gli italiani scendono al Brennero. «Un lavoro che serve anche a monitorare il flusso dei migranti e a fermare gli stranieri che, pur in possesso di regolare biglietto, sono sprovvisti di documenti validi per l’espatrio — aggiunge Rispoli —. Una volta al mese incontriam­o a Bolzano le autorità di pubblica sicurezza di Austria e Germania per tracciare il punto sui flussi migratori e scambiarci dati ed esperienze. La prossima riunione è prevista per l’11 luglio».

Ogni 15 giorni il personale della Polfer viene potenziato proprio al Brennero, con l’invio di uomini aggregati da altri compartime­nti d’Italia per aumentare i controlli.

Luca Zaia L’Italia non può più attendere, i porti vanno chiusi, si devono allestire campi di accoglienz­a in Africa e avviare corridoi umanitari per i 2 migranti su 10 davvero rifugiati

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Pattuglie miste Gli alpini, che dipendono dal Comando dei Lagunari, insieme alla polizia al confine del Brennero tra Italia e Austria. Oltre a loro operano i soldati coordinati da Padova

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