Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Tangenti e Fisco i giudici scarcerano cinque arrestati
CORRUZIONE L’INCHIESTA DI VENEZIA Ridimensionate le accuse a Nicchiniello e Mesirca
Tangenti in cambio di sconti sul fisco. Il comandante del Nucleo di polizia tributaria, Massimo Nicchiniello, e la commercialista trevigiana Tiziana Mesirca da ieri sono liberi. Gli altri arrestati, tra cui il finanziere Vincenzo Corrado, ai domiciliari. Ridimensionate le accuse.
VENEZIA Il comandante del Nucleo di polizia tributaria di Siracusa, Massimo Nicchiniello, e la commercialista trevigiana Tiziana Mesirca da ieri sera sono di nuovo liberi. L’altro finanziere Vincenzo Corrado, il manager della Cattolica Assicurazioni Albino Zatachetto e il funzionario dell’Agenzia delle Entrate Christian David sono agli arresti domiciliari. Dopo sette ore di battaglia in aula e nonostante le nuove prove prodotte dai pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini, il round di fronte al tribunale del riesame è stato favorevole ai difensori degli arrestati nell’inchiesta sulle presunte tangenti per ottenere sconti sulle sanzioni fiscali. I giudici infatti hanno cancellato molte imputazioni, annullando in parte l’ordinanza del gip, eseguita il 16 giugno con 16 arresti.
Inizialmente erano stati in otto a fare ricorso, ma alla discussione erano in cinque. Secondo le indicazioni del dispositivo, in attesa delle motivazioni, i giudici hanno cancellato le accuse dei capi d’imputazione 6 e 8, ridimensionato il capo 4 e confermato invece il 7. Il primo è quello relativo alle cene pagate dall’imprenditore udinese Pietro Schneider ai finanzieri Corrado e Nicchiniello per ammorbidire le verifiche fiscali alla sua Burimec. Sul capo 4, che riguardava la corruzione da parte degli imprenditori Paolo Maria Baggio e Paolo Tagnin nei confronti di David, con l’intermediazione di Corrado e Mesirca, i giudici hanno messo in dubbio il passaggio di denaro o regali nei confronti del funzionario del fisco, scagionando lui e la commercialista. Restano invece le accuse a Corrado. «Ritengo che i giudici, facendo decadere l’ipotesi di corruzione per gli altri coindagati, gli contestino un generico asservimento agli interessi privati di Baggio - commenta l’avvocato Fabio Crea, difensore del tenente colonnello in servizio al comando regionale del Veneto - Su questa accusa andremo in Cassazione». «I fatti dimostrano che l’adesione è stata regolare - spiega l’avvocato di Mesirca, Carlo Broli - Alla fine la contestazione alla Baggio era stata di 5,3 milioni, l’adesione di 3,8».
Più complessa la vicenda di Cattolica. I pm contestavano due fasi: nella prima Zatachetto e Milone avrebbero cercato l’aiuto di Elio Borrelli, dirigente dell’Agenzia delle Entrate ritenuto il perno della «cricca», e di David, affidando delle consulenze a un’amica del primo; nella seconda, venuto meno Borrelli, sarebbero subentrati Corrado e il giudice tributario Cesare Rindone, che avrebbero fatto da nuovi intermediari con David in cambio di un paio di Rolex e dell’assunzione di un amico. Secondo i giudici, la prima ipotesi sarebbe fondata, la seconda no. E dunque Rindone, che aveva rinunciato al riesame perché i suoi difensori hanno chiesto al gip degli accertamenti sanitari, avrebbe potuto essere scarcerato già ieri. «Siamo riusciti a smontare due accuse su tre, ora ci concentreremo su quella rimasta in piedi», aggiunge l’avvocato di David, Marco Vassallo.
Tra i verbali depositati ieri, quelli di Tagnin, sentito dal pm lo scorso 26 giugno, e di Giuseppe Milone, responsabile finanziario di Cattolica, il primo degli arrestati a sedersi di fronte al pm il 22 giugno. Tagnin aveva confessato che lui e Baggio si rivolsero a Corrado, il quale disse che non poteva incidere sulla pattuglia che stava svolgendo la verifica fiscale, ma che avrebbe potuto intervenire sull’Agenzia delle Entrate. «Corrado pretese che sostituissimo il nostro commercialista di fiducia con una persona che gli avrebbe consentito di operare in modo illecito all’interno dell’Agenzia e in particolare su tale David aveva raccontato Tagnin - Corrado e Mesirca ci promisero che avrebbero fatto ridurre significativamente i rilievi della Finanza (...) e pretesero denaro in contante, parcelle elevate, un Rolex e una generica promessa di assunzione». «Non ci sono episodi di corruzione avevano commentato gli avvocati Crea e Vassallo - nelle telefonate ci sono molte millanterie». Milone ha invece raccontato che, dopo Borrelli, Zatachetto aveva contattato Rindone e Corrado e che quest’ultimo, sapendo che la pratica la stava seguendo David, era stato molto soddisfatto: «Ho in mano il David», aveva detto. Il funzionario si dimostrò in effetti molto disponibile e Corrado a un certo punto chiese i due Rolex. «Ricordo che il Corrado ci disse, nel corso di una cena, d’aver consegnato l’orologio al David», continua Milone, che poi rivela che tra fine 2016 e inizio 2017 al gruppo arrivò un avviso di garanzia nei confronti dell’ad Giovan Battista Mazzucchelli per questioni fiscali. «Corrado e David - ha concluso - ci tranquillizzarono».