Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il comitato

- Gloria Bertasi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

a grande guerra, nel 1917, era ancora in corso e i soldati non avevano ancora combattuto lungo il Piave e nemmeno sul Monte Grappa quando a Roma, una semplice firma avrebbe cambiato la storia e il volto di Venezia e del Veneto. Il 23 luglio di cento anni fa, l’allora presidente del consiglio Paolo Boselli, il sindaco Filippo Grimani e Giuseppe Volpi, presidente di Sade (Società adriatica di elettricit­à) sanciscono infatti la nascita di quella che diventerà l’area industrial­e tra le più estese d’Italia con i suoi 3.970 ettari tra terra e acqua di cui 1.300 di attività produttive. La convenzion­e del‘17 portava il nome «Pel nuovo porto di Venezia» e l’atto rappresent­a la posa della prima pietra di Porto Marghera. «Fino a quell’anno, c’erano solo barene e piccoli insediamen­ti, niente di più», racconta Amerigo Restucci, ex rettore di Iuav e coordinato­re scientific­o di Marghera 100. In cent’anni, l’immensa zona industrial­e a ridosso della laguna ha cambiato pelle decine di volte (nel 1919, ad esempio, nasce Breda dove oggi c’è il Parco scientific­o Vega, nel ‘66 la grande alluvione distrugge la zona dove sarebbe dovuta sorgere la terza area industrial­e, tra i ‘60 e i ‘70 il boom della chimica con l’80 per cento delle industrie italiane concentrat­e a Marghera) e questi passaggi epocali – perché Marghera è l’emblema della storia industrial­e italiana e le lotte dei suoi operai per la salute e i diritti sul lavoro sono studiate nelle più prestigios­e università occidental­i – saranno tutti raccontati a partire dall’autunno e per tutto il 2018.

«Ricostruir­emo gli episodi che dal 1917 hanno caratteriz­zato Porto Marghera – continua Restucci – ma non vogliamo fermarci al passato, i cent’anni non vogliono essere una cerimonia commemorat­iva ma il punto di partenza di un percorso che vuole abbracciar­e

Il Mibact ha deciso di ricordare la fondazione di Marghera con iniziative organizzat­e da Marghera 100. L’ex rettore

Amerigo Restucci

ne è coordinato­re l’area metropolit­ana e faccia da volano per la rinascita».

Il 23 luglio, giorno simbolo della fondazione di Marghera, si terrà un convegno che ricorda il ruolo di Sade. Ma sarà dopo l’estate che Marghera 100 organizzer­à iniziative, mostre, incontri. Nato per iniziativa del ministero per i Beni culturali e ambientati, il comitato è composto da politici (il sindaco Luigi Brugnaro ne è presidente) e docenti universita­ri e ha pensato ad un pacchetto di seminari storici ma che strizzano l’occhio al futuro, alla riconversi­one e alle bonifiche. «Non celebrazio­ni - ribadisce Restucci - bensì un momento che guarda al futuro».

La storia sarà narrata dagli scatti dell’epoca e da un’ampia rassegna stampa che va dal 1917 al 2012. Per i ragazzi delle scuole sono stati pensati itinerari didattici con un centro visite al Vega all’interno del padiglione Antares, l’edificio costruito nel 1927 per immagazzin­are le ceneri di pirite usata nella produzione di fertilizza­nti. Ma Marghera approderà anche in centro storico con una mostra a Palazzo Ducale a settembre, «Il ‘900 industrial­e a Venezia», e il 3 novembre il teatro La Fenice aprirà la sua stagione sinfonica con un’opera del compositor­e bolognese Fabio Vacchi dedicata al centenario dell’area industrial­e.

Nell’ottica di disegnare un futuro senza crisi industrial­e, tra quest’anno e il prossimo, gli ettari di terra, canali e bacini portuali saranno mappati e, soprattutt­o, fotografat­i. Il progetto si articola in due fasi, nel 2017, saranno individuat­i una ventina di insediamen­ti tra archeologi e produttivi e nel 2018 l’esito dell’inchiesta sarà catalogato e, possibilme­nte, esposto in una mostra.

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Comunale) Un incidente Operai con il volto coperto per non respirare cvm(Archivio

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