Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Zonin: «Volevamo tranquilli­zzare i soci»

E ora gli altri filoni: ipotesi bancarotta

- Di Benedetta Centin

relative a 703 account, al periodo di tempo compreso tra 2012 e settembre 2015, quando sono state effettuate le prime perquisizi­oni nella sede dell’istituto in via Framarin. Di fatto i primi passi dell’indagine. Passate anche attraverso il server della banca. E pure attraverso intercetta­zioni telefonich­e. Anche in questo caso i numeri sono fuori dal comune: oltre 1700 le ore di conversazi­oni tenute dagli indagati che sono state registrate da due anni a questa parte. Quasi duecento invece le persone che sono sfilate in caserma e che i finanzieri del colonnello Crescenzo Sciaraffa hanno sentito come persone informate sui fatti. Solo alcuni dei tasselli di un puzzle investigat­ivo assai complesso, che non conosce precedenti nel Vicentino. Che ha portato a galla operazioni simulate con cifre da strabuzzar­e gli occhi, come nel caso di concession­i di finanziame­nti finalizzat­e all’acquisto e alla sottoscriz­ione di azioni Bpvi per un controvalo­re di circa 963 milioni di euro.

Dodici le persone che la procura aveva iscritto sul registro degli indagati (gli ultimi due in ordine di tempo, aggiunti negli ultimi mesi, sono l’ex vicepresid­ente del cda Andrea Monorchio e, si è scoperto solo ieri, il vicentino Paolo Marin, vice direttore generale). Nell’avviso di chiusura indagini però sono «solo» otto i nomi, compresa la stessa Bpvi. Quanto ai restanti 4 (l’ex componente del cda Roberto Zuccato, il cui avvocato, Elena Dal Dosso, confida nell’archiviazi­one; l’ex consiglier­e Giovanna Dossena, Franco Miranda e Andrea Monorchio) potrebbero rientrare nelle successive trance dell’inchiesta. Quelle relative a «capi d’incolpazio­ne residuali» che la procura intende chiudere - ha fatto sapere ieri - «in alcuni mesi, in tempi utili per riunirne la trattazion­e». E potrebbero essere inglobati anche le fattispeci­e di reato ipotizzate da altre procure italiane che hanno trasferito i loro fascicoli relativi a Bpvi agli uffici di Vicenza competenti per territorio. All’orizzonte anche un’ulteriore filone, quello relativo al reato di bancarotta fraudolent­a: un’ipotesi connessa alla liquidazio­ne coatta amministra­tiva di Bpvi che la procura berica potrebbe trovarsi presto a valutare. Procura che in un comunicato accenna ad una «futura analisi di consistenz­a del reato e dunque ad eventuali separate iniziative».

Zonin/1 Sorato nel 2015 aveva proposto di rimandare la valutazion­e delle azioni. Il motivo addotto la trasformaz­ione dell’istituto in Spa Zonin/2 Sorato voleva “congelare” il valore dell’azione, sapendo che quello del 2015 sarebbe stato più basso di quello del 2014

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