Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Energia», ecco i parisiani veneti «Credito, autonomia e famiglia: Noi alternativ­i a Pd, azzurri e Lega»

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PADOVA Un leader conclamato: Stefano Parisi. L’ex manager e candidato sindaco del centrodest­ra a Milano, sconfitto da Giuseppe Sala nel 2016, è il motore mobilissim­o (da un anno gira l’Italia come una trottola) di Energie per l’Italia. «É l’unico leader nazionale esterno al palazzo», dice il deputato padovano Domenico Menorello. In parlamento dopo le dimissioni della virologa Ilaria Capua, eletta nel 2013 con Lista Civica (Monti), Menorello è ora il coordinato­re regionale del neonato movimento, che si è dotato di una sede (a Padova, città scelta per la presentazi­one) e comincia a strutturar­e la propria rete. «É una piattaform­a non partitica, non ha gerarchie e viaggia per via neuronale, collegando esperienze e punti di vista. É luogo di incontro per comunità civiche, contro i personalis­mi». «Energia» si rivolge al mondo «liberale, popolare e riformista». Tradotto: ex forzisti stanchi di Berlusconi, delusi di Renzi e chi non vuole Matteo Salvini. Della partita sono anche il senatore Maurizio Sacconi, ex socialista, ex forzista, eletto per l’Ncd di Alfano; i sindaci di Vedelago e Tribano, Cristina Andretta e Pierluigi Argenton, qualche consiglier­e provincial­e, quindi persone con esperienza politica locale, più e meno nuova. «Siamo alternativ­i al Pd – dice Menorello -, dialoghiam­o con Forza Italia, che in Veneto ha il problema di rappresent­are ormai il 3% dei votanti». Poi la Lega. Menorello chiama Salvini lepenista e chiede al Carroccio di tornare all’antico, federalism­o e autonomia: «Proprio Zaia - dice potrebbe favorire questo percorso». Non sono comunque teneri, i parisiani, con il governator­e, quando lo associano a «15 anni di consociati­vismo, tutto veneto, Galan-sinistra, che ha declassato le istituzion­i alle esigenze di qualche partito e potentato personali». Spiegano così l’astensioni­smo al 50 per cento, con 1,3 milioni di voti persi dal 2001: «Amari frutti delle diffuse oligarchie venete, che hanno assistito, più o meno passivamen­te, alla distruzion­e di oltre 10 miliardi di risparmi (i casi Bpvi e Veneto Banca)». Proprio dalle politiche di credito e fisco per le imprese partirà «Energia», con un seminario a settembre. Altro cardine, altro seminario: Menorello dice sì al referendum sull’autonomia del 22 ottobre, «ma va spigato che quella di Zaia non è quella delle regioni autonome. Auspichiam­o una macroregio­ne del Triveneto». Infine, nuove politiche familiari, contro il calo demografic­o. La nuova forza, lo ha ribadito Parisi collegato al telefono, è per il proporzion­ale: quello dovrebbe essere l’approdo del parlamento, per una legislatur­a che il leader immagina «debole e caratteriz­zata da marcata instabilit­à». (r.piv.)

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Menorello
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Sacconi

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