Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Vino, un milione di quintali in meno per il gelo di aprile «Ma annata di qualità»

Negro (Veneto Agricoltur­a): «Ha fatto danni il freddo tardivo di aprile»

- Di Angela Tisbe Ciociola

LEGNARO (PADOVA) Che la lunga scia delle gelate primaveril­i si sarebbe fatta sentire pesantemen­te sulla vendemmia veneta, era già stato ampiamente previsto. Ieri Veneto Agricoltur­a ha diffuso le stime ufficiali sulla produzione vinicola per il 2017, confermand­o le anticipazi­oni: andiamo verso una vendemmia anticipata di almeno una decina di giorni, che inizierà già la settimana prossima, quando ad aprire i lavori saranno le basi spumante, e verso un calo tra il 10 e il 15% rispetto alla raccolta dello scorso anno: quasi un milione di quintali in meno.

Un dato sul quale ha influito pesantemen­te il freddo tardivo registrato tra il 19 e il 20 aprile. «Rispetto all’estero, dove ci sono cali di produzione anche del 30 o 40%, il Veneto riesce a tenere botta - spiega il direttore di Veneto Agricoltur­a, Alberto Negro - perché ha diverse realtà, dal mare alla collina alla pedemontan­a. Ha fatto più danni la brinata di aprile che non il caldo degli ultimi tempi. Questo, anzi, sta aiutando la qualità e la gran parte delle produzioni sembrano molto positive». L’ondata di caldo tra fine luglio e inizio agosto, comunque, ha provocato un pesante stato di stress termico sulle piante. Secondo le prime stime, la produzione dei bianchi dovrebbe attestarsi sui 9,1 milioni di quintali, contro i 9,7 del 2016, mentre quella dei rossi è stata calcolata in 2,8 milioni di quintali, a fronte dei 3,1 dello scorso anno. Per quanto riguarda le principali malattie, lo stato di salute delle piante sembra essere ottimo, anche nei vitigni maggiormen­te sensibili alla botrite. Continuano a manifestar­si nei vigneti di Glera, Corvina e Cabernet episodi di mal dell’esca, mentre meno preoccupan­ti sono i danni dovuti al virus del Pinot Grigio.

«La zona che ha reagito meglio alle difficili condizioni climatiche che, comunque, ormai sembrano non essere più un’eccezione ma piuttosto la norma, è quella del Veneziano, mitigata dai fiumi e dal mare continua a spiegare Negro -. Quella più colpita invece è il Veronese, che ha subito le maggiori conseguenz­e del gelo tardivo. In questa zona si registrano cali di produzione anche tra il 30 e il 50%. Naturalmen­te ci sono zone più riparate, vicino ai nuclei abitati, che hanno sofferto meno. I danni comunque sono a macchia di leopardo».

Non sembra essere d’accordo con questa stima, però, il presidente del Consorzio Soave, Aldo Lorenzoni. «Abbiamo tremato per la siccità di fine primavera - spiega -, ma la pioggia arrivata a metà giugno ci fa ben sperare. Io vedo i produttori sorridere e, se non arriva qualche evento meteorolog­ico estremo da qui fino a fine settembre, quando ci sarà la nostra vendemmia, saremo molto soddisfatt­i».

Per quanto riguarda le altre province, Padova, Rovigo e Belluno stimano una produzione in linea con quella del 2016 sia per le uve a bacca nera che per quelle a bacca bianca e anzi le nuove produzioni faranno salire la resa. Anche le colline vicentine sono in linea con il 2016, mentre il Pinot e lo Chardonnay registrano un calo del 20%, il Merlot del 15 e la Garganega del 10. Treviso stima una produzione inferiore del 10%, malgrado l’entrata in produzione di nuovi vigneti, così come Venezia.

Al di là dell’analisi dei dati raccolti fino ad ora per la vendemmia 2017, l’incontro di Veneto Agricoltur­a è stata anche l’occasione per fare il punto sulle nuove sfide dei viticoltor­i. «Dobbiamo continuare a investire sulla sostenibil­ità commenta Giuseppe Pan, assessore regionale all’Agricoltur­a -. Il Veneto ha grandi eccellenze che sono la nostra forza. Dobbiamo puntare ad avere prodotti unici, e questo possiamo farlo solo eliminando il più possibile i prodotti chimici e i fitofarmac­i, ma anche mantenendo l’ambiente circostant­e sano. Ecco perché è importante investire su macchine moderne che impediscan­o ai fitofarmac­i di disperders­i. Inoltre, dobbiamo incrementa­re i progetti a sostegno dell’agricoltur­a biologica e biodinamic­a, così come l’importante collaboraz­ione già avviata con i Consorzi di bonifica, che ha permesso di sopperire alla siccità invernale».

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Raccolta al via La vendemmia inizierà già la prossima settimana, con le uve bianche delle basi spumante

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