Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Troppe promesse fondate sul debito» E per Cottarelli il voto è di nuovo alle porte
PADOVA Un conto è elargire promesse, un altro è governare. Soprattutto se chi aspira a farlo continua a brandire slogan come boomerang, lanciati senza prevedere coperture e conseguenze. I temi sono quelli dell’ultima campagna elettorale, taglio delle tasse e uscita dall’euro in primis; l’invito a correggere il tiro e ammorbidire le posizioni più intransigenti arriva da Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani presso l’Università Cattolica di Milano ed ex commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica col governo Letta, protagonista dell’incontro «Ogni promessa è a debito» organizzato ieri al Crowne Plaza di Padova da Lions, Rotary e Confindustria Padova. Come ricordato in apertura dal direttore del «Corriere del Veneto» Alessandro Russello, che ha moderato l’incontro, il tema del debito ha suscitato «l’allergia totale della politica» e rimane fuori dal dibattito. «La crisi del 2011 ha colpito solo i paesi con un debito elevato - osserva Cottarelli -. Chi dice che il calo del Pil è stato una conseguenza dell’austerità e non delle recessione, dice una bufala. Finché non ridurremo il debito non saremo indipendenti e questo mi dà molto fastidio, perché così diamo la possibilità agli speculatori di attaccarci. Non bisogna arrivare alla macelleria sociale, basta liberarci del debito in modo graduale». Dall’urna, ammette «Mister Forbici», è uscita un’Italia «che vuole fare l’opposto di quello che dico io e vuole più deficit. Ma il mio auspicio è che il prossimo governo affronti il problema». A proposito, per ora il paese è senza guida: «Non credo che si riuscirà a trovare un accordo politico
per formare un governo stabile - commenta Cottarelli -. Penso piuttosto ad un governo di transizione, che avrà il compito di portarci a nuove elezioni». Previsione largamente condivisa dagli altri ospiti del dibattito, a partire da Gilberto Muraro, docente emerito di Scienze delle Finanze all’Università di Padova e presidente in pectore di Fondazione Cariparo: «Non si andrà subito alle elezioni perché la gente ci tiene al posto, si formerà un governo che avrà vita dura e molto dipenderà dallo scenario internazionale - spiega Muraro -. Chi vuole fare la voce grossa in Europa si illude: alcuni paesi nordici hanno già formato un fronte dei falchi che teme la disinvoltura dei paesi mediterranei nel gestire la finanza pubblica, è una realtà con cui il prossimo governo dovrà fare i conti». Per Fernando Zidi lio, presidente della Camera di commercio di Padova, «forse si riuscirà a fare un governo-tampone, ma le elezioni sono alle porte», mentre Enrico Del Sole di Confindustria Padova è più possibilista: «Le prove di avvicinamento ci sono, mi auguro che prevalga il buonsenso». Di sicuro non prevale l’ottimismo: «Non dico che tassi d’interesse e spread schizzeranno subito alle stelle, ma sono preoccupato - dice Cottarelli -. I rischi non sono immediati, ma fra un anno e mezzo Draghi lascerà la presidenza della Bce e qualcuno potrebbe guidarla in modo diverso. Non vorrei che si ripetesse quanto accaduto nel 2011, quando molti pensavano che la bancarotta fosse l’unica soluzione». Incalzato da Russello sul successo dell’euroscetticismo, Cottarelli non si tira indietro: «Condivido in parte le analisi
Cottarelli/1 L’autonomi a? Alla fine saranno solo cambiamen ti di facciata
Borghi e Bagnai (i due ideologi anti-euro della Lega, ndr), ma le mie conclusioni sono diverse e penso che dobbiamo rimanere nell’euro. Il problema è che ci siamo adattati male a vivere con l’euro, ci sono stati comportamenti incompatibili con l’ingresso nella moneta unica e abbiamo continuato a fare quel che facevamo prima, quando ogni tanto si svalutava per recuperare competitività. Bisogna anche considerare che con l’uscita dall’euro i salari reali sarebbero tagliati e ci sarebbe meno potere d’acquisto». In questo contesto, il referendum sull’autonomia gioca un ruolo marginale: «Il Veneto non diventerà certo una regione a statuto speciale, credo che alla fine saranno cambiamenti di facciata», conclude Cottarelli.
Zilio Forse si farà un governo tampone ma non durerà
Muraro Illuso chi vuole fare la voce grossa in Europa: i falchi sono pronti
Del Sole Trattative in corso, mi auguro che a Roma prevalga il buonsenso