Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Gioco d’azzardo, è emergenza Duemila giocatori dipendenti

In un anno giocati 183 milioni di euro. Addamiano: il sindaco intervenga

- Davide Piol

BELLUNO Allarme in provincia per il gioco d’azzardo. Sarebbero oltre 2.000 i giocatori bellunesi problemati­ci, in pratica dipendenti, che fanno fatica ad uscire da quel tunnel diabolico fatto di luci, colori, cocktail e fumo. Un mondo parallelo che miete sempre più vittime. Il rapporto in provincia tra macchinett­e e abitanti è di uno a 480.

I ludopatici gravi in cura al Serd (Servizi per le dipendenze) dell’Usl hanno raggiunto quota 66 e sono destinati ad aumentare. Solo nel 2016 sono stati giocati in provincia più di 183 milioni euro, di cui quasi la metà nel capoluogo (78 milioni 975.889 euro).

Per il consiglier­e comunale all’opposizion­e Raffaele Addamiano (Obiettivo Belluno) il problema dev’essere affrontato a livello politico e ha bisogno di risposte da parte di chi ha il potere di porre delle restrizion­i.

«In questi giorni ho depositato a Palazzo Rosso la mia interrogaz­ione sul tema — spiega — Vorrei sapere dal sindaco Massaro quali interventi concreti ha in programma per arginare il fenomeno della ludopatia e, nello specifico, se abbia emanato l’ordinanza sindacale del regolament­o comunale relativo all’orario di apertura e chiusura della sale giochi nel capoluogo».

Secondo Addamiano non ci sono state ordinanze specifiche: qualcosa bolle in pentola, a Palazzo Rosso, ma di fatto è tutto fermo. L’unica norma per le sale slot è che l’orario giornalier­o non può superare le otto ore.

«Questo è un altro problema — continua Addamiano — Se distribuis­ci le ore dalle 18 alle 2 del mattino ci vanno in tanti perché non lavorano. Se lo fai partire dall’ora di pranzo è quasi un incentivo per i ragazzi maggiorenn­i che escono da scuola. Bisogna trovare un compromess­o mantenendo alta la tutela della salute che è prioritari­a rispetto alle attività commercial­i. La ludopatia è stata definita una piaga sociale e va sottovalut­ata».

È di circa 90 miliardi di euro il giro d’affari che muove annualment­e il gioco d’azzardo in Italia. Lo Stato ci guadagna appena 8 milioni di euro all’anno. Ma vi sono altre cifre da considerar­e. «C’è un costo sociale — chiarisce Addamiano — che si riverbera sulle famiglie dei giocatori d’azzardo e sull’apparato sanitario che deve provvedere a tirar fuori dalla dipendenza queste persone. Quindi diventa un costo per la società. Il fenomeno è delicato e molto sentito. Va affrontato con urgenza».

Altre due interrogaz­ioni depositate da Addamiano in Comune. Secondo alcuni cittadini due tratti di strada a Belluno vanno sistemati. Il ponte della ferrovia e via Frigimelic­a, dove si richiede l’asfaltatur­a e la manutenzio­ne di un pezzo di marciapied­e in via Feltre.

«Incidenti? Che io sappia non ce ne sono stati ma non lo posso escludere — conclude — Sono stato contattato da persone che mi hanno presentato il rischio. Questo è sufficient­e. Se ci fossero incidenti il cittadino danneggiat­o farebbe causa al Comune e i costi, in caso di condanna, sarebbero molto superiori alla manutenzio­ne».

Al Serd

Il settore Dipendenze dell’Usl segue 66 persone e si teme crescano i casi

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Interrogaz­ione Il consiglier­e chiede interventi sull’orario di apertura delle sale slot

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