Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Subito guerra tra Django e la nuova giunta leghista
Bufera dopo un post contro i leghisti Barbisan e Coin
TREVISO Con il ritorno del centrodestra in municipio sale subito la tensione fra il centro sociale Django e la Lega: una «dichiarazione di guerra» è arrivata ieri da una dei leader del Django, che il nuovo sindaco vorrebbe sgomberare.
TREVISO Con il ritorno del centrodestra in municipio ritorna anche la tensione fra il centro sociale Django e la Lega: una «dichiarazione di guerra» arriva da via Monterumici a due giorni dal rinnovo del Consiglio, ed è come la miccia di una bomba pronta ad esplodere. Mentre dall’ex caserma Piave preparano la strategia per contestare il partito più lontano dall’ideologia degli antagonisti dell’estrema sinistra, da Ca’ Sugana gli amministratori leghisti tengono la linea dura: «In quel luogo va ripristinata la legalità, via il centro sociale occupato». Il neo sindaco l’ha già messo in agenda, è fra le priorità.
A scatenare la polemica è stato il post di una dei leader del Django, Gaia Righetto, con una lista dei neo eletti e una foto che ritrae Riccardo Barbisan e Dimitri Coin: «Stampiamoci tutti questi volti bene in mente. A Palazzo dei Trecento, al bar, per strada, ovunque a questi signori non daremo pace. A questi maschi bianchi che portano oscurità e odio, a questi razzisti, sessisti, omofobi, devastatori rinnoviamo la nostra dichiarazione di guerra». E ancora, poche ore prima: «Mario, la vostra pacchia finirà». Nel centrodestra è stata accolta come una velata minaccia.
«Queste persone che hanno avuto l’appoggio diretto e indiretto della precedente amministrazione adesso serbano rancore, con dichiarazioni al limite della denuncia – commenta Sandro Zampese, riconfermato per il quinto mandato -. Rabbia e odio non appartengono al nostro vocabolario. Abbiamo sempre combattuto l’illegalità e il modo in cui Righetto e i suoi amici hanno invaso e occupato uno stabile comunale. La porzione di Piave in mano al Django va immediatamente sgomberata». E aggiunge: «Va rivisto il bando di assegnazione, l’immobile va dato alle associazioni». Barbisan ha ricevuto la solidarietà dei colleghi: «Sono quelli del Django che ce l’hanno con noi, noi chiediamo solo il rispetto della legalità, non sono contrario al centro sociale ma al centro sociale occupato – riflette il consigliere leghista -. Avendo già subito un’aggressione da queste persone dico che, mentre loro dichiarano guerra, io sono un uomo di pace. Non ci fanno paura le minacce, esprimo solidarietà nei confronti dei loro genitori».
Nella lista Conte Sindaco il più votato è Davide Visentin, ex segretario di Forza Nuova, che delle battaglie contro il Django ha fatto uno degli elementi della sua campagna elettorale. «Non è nuova a questi termini – commenta, leggendo le accuse social -. Il governo della città è cambiato. Stiamo già lavorando con degli avvocati per far cessare la convenzione». Al Django non fanno una piega: «Non sarà un cambio di giunta a far cambiare le nostre posizioni – dice Nicola Vendraminetto -. All’interno della Piave continuerà la progettazione partecipata, con o senza il benestare della nuova giunta».