Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Si fece pagare la multa dal vigile Un anno e 5 mesi al carabinier­e

Colpevoli il maresciall­o Fanigliulo e il capo della Municipale di Lentiai Cavalet (tre mesi)

- Davide Piol

BELLUNO Si potrebbe quasi parafrasar­e Dante Alighieri e affermare che «galeotta fu la multa». Gli 11 capi d’imputazion­e che pendevano sulla testa del maresciall­o Cosimo Fanigliulo, 40enne ora residente e in servizio nel Trevigiano a Nervesa della Battaglia ed ex comandante della stazione dei carabinier­i a Mel, sono scoppiati come bolle di sapone.

Tutti tranne due. Il giudice l’ha condannato a un anno, cinque mesi e 15 giorni di reclusione per aver attestato il falso, in concorso col comandante della polizia locale di Lentiai, Fabio Cavalet, su chi fosse alla guida della sua auto il 18 settembre 2013 quando superò il limite di velocità previsto prendendo una multa di 168 euro. La condanna comprende anche l’aver falsificat­o il memoriale di servizio secondo cui il carabinier­e risultava in ufficio mentre invece gironzolav­a fuori provincia tra Pederobba, Cornuda e Montebellu­na.

«Ho sempre detto di essere innocente. Mi hanno assolto per il reato più grave, cioè la truffa. Per le poche cose rimaste faremo Appello» ha commentato Fanigliulo.

Tra le varie accuse anche l’abuso d’ufficio e la truffa ai danni dello Stato per aver segnato straordina­ri che, per la Procura, non erano mai stati svolti. L’amico Cavalet, 52enne di Lentiai e unico assente ieri in aula, è stato condannato a tre mesi di reclusione per aver coperto Fanigliulo ed essersi fatto scalare i punti della patente per una multa che non aveva preso.

Venti giorni di reclusione anche per il sindaco di Lentiai Armando Vello. Il reato è di favoreggia­mento personale. Nel dicembre del 2014 il primo cittadino era stato ascoltato dall’allora procurator­e capo Francesco Saverio Pavone come persona informata sui fatti. Nonostante gli fosse stato detto di rimanere in silenzio — Fanigliulo e Cavalet non sapevano ancora di essere indagati — Vello li aveva chiamati appena uscito dalla Procura convocando­li nel suo ufficio. Lì avrebbe raccontato ai due indagati tutto quello che gli era stato riferito, mettendoli in guardia.

«Non ritengo di aver violato il segreto che mi era stato richiesto. Sono sereno in attesa di leggere le motivazion­i della sentenza che sarà oggetto di Appello» ha spiegato Vello.

Nel processo imputati anche i carabinier­i di Mel, Nicola Eramo e Giovanni Agricola, di 32 e 37 anni, accusati di abuso d’ufficio e di non aver attestato il vero durante l’arresto del venditore ambulante Lucky Osarenkhoe avvenuto il 4 febbraio 2013. Secondo il Pm avevano redatto un verbale di arresto falso per proteggere il maresciall­o Fanigliulo, loro superiore, dall’accusa di lesioni personali aggravate e abuso d’ufficio nei confronti di Osarenkhoe. Il giudice li ha assolti. Soddisfazi­one da parte di entrambi che potranno ora continuare la loro carriera militare, rimasta bloccata negli ultimi due anni.

Sindaco colpito Venti giorni a Vello, primo cittadino di Lentiai

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