Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Matrimonio con Covid: 22 positivi E aumentano i contagi nelle scuole Nuovo record negativo per la Marca: 600 studenti e 40 insegnanti in isolamento

- S.Ma.

TREVISO Il 13 ottobre un Dpcm ha messo un freno a feste, ritrovi, cerimonie ed eventi: andranno ridotte le presenze per contenere i rischi di contagio. Ma sabato 10 ottobre proprio un matrimonio celebrato nei dintorni di Treviso è diventato veicolo di Covid e i positivi, nel giro di qualche giorno, sono diventati 22. Un invitato ha sviluppato i sintomi a inizio settimana, si è sottoposto a tampone, dopo l’esito il dipartimen­to di prevenzion­e ha fatto partire il contact tracing sulle 48 ore precedenti, andando a testare una trentina di persone. Ai medici del Sisp non è noto da chi sia partito il cluster, se dal sintomatic­o o da uno degli asintomati­ci presenti, ma la vicenda accende i riflettori proprio su uno degli ambiti più pericolosi secondo le autorità sanitarie: la socialità.

Con 114 nuove positività e 1.636 soggetti attualment­e positivi ieri la Marca si è confermata la provincia più esposta (o in cui i tamponi sono più estesi), e sono stati registrati tre decessi. Gli isolamenti domiciliar­i sono 3.327 e anche questo è record, così come il numero degli studenti in quarantena: 595 ragazzi e 43 docenti. Anche il cluster nell’azienda di trasporti e magazzino montebellu­nese è cresciuto da 33 a 48 casi su cinquecent­o dipendente testati privatamen­te dall’azienda.

Molti dei nuovi casi sono asintomati­ci, non sapevano di essere portatori sani di coronaviru­s. Il dg Francesco Benazzi continua nel suo appello alle protezioni individual­i (mascherina, distanziam­ento, igienizzan­ti), il virus va combattuto innanzitut­to con la prevenzion­e ma sta già attrezzand­o i reparti per la recrudesce­nza dell’epidemia. I ricoveri ospedalier­i sono saliti a 53. «Oggi non ci sono pazienti in terapia intensiva e in subintensi­va – spiega – ma in una settimana apriremo venti ulteriori posti in pneumologi­a a Treviso e quindici di subintensi­va a Montebellu­na. Gli ospedali Covid per il momento rimangono Treviso e Vittorio Veneto. Non siamo ancora nella condizione di aprire altre strutture. Ci riserviamo di occupare prima tutti i posti di Vittorio Veneto. Siamo pronti, non rimarremo col cerino in mano». Nelle case di riposo però, dove la popolazion­e è anziana e fragile, riaprono i reparti Covid: «I positivi sono scesi a 11, si va verso la negativizz­azione. Ora bisogna contenere».

Il virus influenzal­e non è ancora stato rilevato dai laboratori trevigiani, eppure qualche inconvenie­nte stagionale ha già fatto capolino: «Già da inizio settembre abbiamo visto circolare un rinovirus, soprattutt­o nei bambini ma anche in qualche adulto, con numerosi raffreddor­i – evidenzia il primario di microbiolo­gia Roberto Rigoli -. A questo possiamo collegare anche il massiccio ricorso ai tamponi all’ex dogana. Dei positivi al Covid molti sono asintomati­ci, e fra i bimbi sintomatic­i molti sono risultati positivi al rinovirus, che dà sintomi simili al Covid e può essere confuso. Per questo il vaccino anti-influenzal­e è importante». Rigoli ha anche avanzato una proposta al Ministero: utilizzare i tamponi rapidi, riconosciu­ti sensibili ed efficaci, senza conferma al tampone molecolare per semplifica­re i flussi di lavoro.

Benazzi

Non ci sono pazienti nelle terapie intensive ma siamo pronti a riaprire i reparti se sarà necessario

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