Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Quella Nonnitudin­e che cambia la vita

Il nuovo libro di Fulvio Ervas: una favola che parla dei nipotini, gioia e rinascita

- F.Vis.

uando un nipote ti cambia la vita. E tutto d’un tratto è «nonnitudin­e», come Fulvio Ervas definisce questa nuova, particolar­e stagione della vita. Tanto particolar­e che lo scrittore trevigiano ci ha fatto un libro, il suo nuovo romanzo, dal titolo (appunto) Nonnitudin­e (Marcos y Marcos). La storia di un nonno e di questa strana «malattia» che tutto trasforma: l’attimo si dilata, l’orizzonte è molto più lontano, la risata del piccolino diventa la musica più bella del mondo. E la terra è un posto meraviglio­so.

Il protagonis­ta del romanzo è un «lui» indefinito, che vive questa straordina­ria stagione della vita insieme ad un gruppo di altri neo-nonni, ma è anche Ervas stesso, che non fa mistero di quanto la «nonnitudin­e» sia diventata parte essenziale della sua esistenza.

Al bar i neo-nonni, accanto a birra fresca e ordinarie vanterie, hanno voglia di discutere, esplorare, tornare a correre insieme, vivere per durare. E a casa, quando sale la nostalgia per il nipotino lontano, c’è una lunga favola da scrivere. I bambini che leggono generano energia vitale, l’energia che potrebbe servire un giorno per ricomincia­re.

Con lo stile ironico che lo caratteriz­za, Fulvio Ervas ci regala un delizioso libriccino in cui il nipotino viene osservato, adorato, descritto utilizzand­o anche parole e ritmo timbrico che intercala simili a volte alle «lallazioni» dei piccoli, da «aiaia» ai «laboni», al «bebetin», «lapappa», «ocio».

Tra cambi di pannolini, pappe, diari e grafici delle febbri, addobbi di Natale, cani e gatti «in riga come una schiera di domestici», con la casa dei nonni che ogni volta che arriva il piccolino si trasforma in uno «scrigno per bambini», scorrono le giornate (e le pagine), fino a quell’idea rivoluzion­aria di un crowdfundi­ng per finanziare il progetto più bello del mondo: quello di un nonno che possa occuparsi a tempo pieno di suo nipote, senza dover lavorare.

Ma forse un modo alternativ­o c’è, per stare più tempo possibile con quell’adorato nipotino che ha rubato cuore e pensieri: scrivere una favola.

«Un giaciglio di parole, qualcosa che lo faccia sognare a occhi aperti, come stare accanto a una stufa calda nelle giornate invernali...»

Ci si mette, proprio d’impegno. E la scrive questa favola magica, che contiene tutto il tempo e l’esperienza e l’amore e la fantasia che quel nonno scrittore vorrebbe dedicargli.

Così Nonnitudin­e diventa un libro nel libro, l’aspetto onirico prende il sopravvent­o e in scena arriva Amos, le scimmie di mare, Jum, Molly, Rosibilly Bud e una carovana di personaggi che trasportan­o in una nuova dimensione e con cui tutti torniamo bambini, accarezzat­i e scaldati dal magico effetto della «nonnitudin­e».

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Fulvio Ervas e la copertina del libro

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