Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Operazione Arena Extra Tosi indagato per falso
Operazione Arena Extra, Tosi e Girondini indagati per falso in bilancio. Ma la procura starebbe pensando all’archiviazione.
La valigia in mano ce l’hanno in pochi ma c’è anche chi ancora ci spera e chi invece crede più ai miracoli. Chi resta volentieri ringrazia i pingui fondi di confine. Alcuni dei sindaci dei comuni che dal ‘92 ad oggi hanno votato sì, spesso con maggioranze bulgare, al distacco verso le province autonome di Trento e Bolzano o verso il Friuli Venezia Giulia si dicono ben più che soddisfatti così.
Del drappello veneto, un’enclave che fa storia a sè è l’altopiano di Asiago. «Il voto su Sappada è stata una scelta disastrosa - dice il sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern anche se è frutto di quel movimento di pensiero che negli ultimi decenni ha permesso ai comuni di confine di ottenere risposte concrete».
Il divario con Trento, nel Vicentino, si combatte a suon di progetti e di milioni: venti per la precisione, piovuti negli ultimi dieci anni. Soldi spesi per i nuovi impianti di risalita, una pista ciclabile, nuove buche del campo da golf, uno stadio del ghiaccio, un centro sportivo, un parcheggio per camper. Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina, ci va cauto: «Ora c’è un obiettivo più importante, i mondiali di sci del 2021». Il dubbio che la via tracciata da Sappada non sia quella giusta ce l’ha anche Silvia Tormen, sindaco di Taibon, nonostante qui di soldi non ne arrivino: «Il referendum fu un segnale di protesta a una governance della montagna che non c’è. Però noi siamo bellunesi». E lo stesso ragionamento lo fa anche Diego Cason del Centro studi Bard di Belluno «La Provincia è stata svuotata e dopo Sappada sarà difficile dire ’non andate’». C’è Lamon parcheggiata in parlamento. E la piccola Cinto Caomaggiore che dal Veneto orientale vuole passare in Friuli. Presentò la documentazione lo stesso giorno di Sappada ma, dice il sindaco Gianluca Falcomer: «Non credo più ai miracoli».
Per tutti gli altri l’iter non è nemmeno partito. A Livinallongo del Col di Lana il sindaco Leandro Grones spiega: «Con i fondi di confine abbiamo realizzato molto fra cui una scuola, un percorso museale e un centro wellness da sei milioni.».
E a Sappada, però, neppure i sindaci dell’Unione montana di cui fa parte la cittadina si sono fatti vivi per chiedere sostegno in vista del distacco dal Veneto. «Nulla di programmatico – dice il primo cittadino Manuel Piller Hoffer -: alcuni sindaci del Friuli mi hanno chiamato per dirmi che siamo i benvenuti». A far gola è soprattutto il sostegno sul fronte turistico: «I vantaggi riguardano la gestione degli impianti di risalita e la promozione del territorio. Prima l’orizzonte era quello della sopravvivenza; ora si guarda un po’ più in là».