Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Pablito: «Errori grossi ora è arrivato il conto Ma il “Lane” rinascerà»
Lacrime, sangue e stridore VICENZA di denti. Il mix di sensazioni che accompagna la lenta agonia di 116 anni di storia del Vicenza ha toccato un po’ tutti, anche i grandi ex giocatori.
«Ma davvero non c’è più niente da fare?», chiede Paolo Rossi, l’uomo-simbolo dei colori biancorossi. Sembra di no.
«Mi dispiace, sono veramente triste. Pensare che un club come il Vicenza, che è stato casa mia per tanti anni e che mi ha dato la possibilità di affermarmi nel grande calcio è qualcosa di inconcepibile. Davvero fatico a crederci».
Al momento di novità positive non ce ne sono ed è stato proclamato anche lo stato di agitazione da parte dei
giocatori in vista della partita di sabato...
«Non so cosa dire. Ho anche una mia mostra a Vicenza fino a domenica, la “Paolo Rossi Great Italian Emotions”, che ho presentato recentemente. E mi lasci aggiungere un’altra cosa». Prego.
«Vicenza è casa mia, la maglia biancorossa la sento come una seconda pelle. Sono anche andato a vedere la partita con l’Albinoleffe e mi è stata data la possibilità di andare sotto la curva a salutare i tifosi. A 61 anni mi sono emozionato, è stato un momento che non dimenticherò mai». Che idea si è fatto delle vicende societarie del club? «Se devo essere sincero leggo i giornali e mi informo, ma non sono così dentro alla notizia per dare un giudizio. Di sicuro se si è arrivati a questo punto, qualcuno ha commesso errori veramente grossi di cui prima o poi si paga il conto. Mi auguro che il Vicenza possa trovare un compratore serio, a costo di dover ripartire da zero».
Parma, Padova, Venezia... Ci sono tanti esempi anche illustri di società che hanno azzerato tutto e sono rinate.
«Arrivati oltre un certo limite forse è meglio staccare la spina. Il tessuto industriale vicentino è forte e con grandi risorse, sicuramente ci sarà qualcuno che farà rivivere il mito del Lanerossi. Nessuno,
nemmeno il peggior amministratore lo potrà mai cancellare: il patrimonio di oltre 6mila abbonati parla da solo».
Qual è il gol che ricorda con maggiore affetto della sua esperienza vicentina?
«Sicuramente il primo che segnai al Modena: fu l’inizio di una grande avventura». Sembra quasi uno scherzo del destino. Vicenza e Modena, unite sotto lo stesso segno... «Purtroppo il calcio italiano è stato travolto da un ciclone, se spariscono club importanti e di grande tradizione, c’è da farsi delle domande». Anche in Veneto quel ciclone ha fatto danni: prima di Vicenza, Padova, Venezia, Treviso...
«Il calcio è lo specchio dell’Italia. Il Nordest è uno dei motori del paese, la crisi economica ha picchiato forte e ne ha risentito anche una delle regioni più importanti e trainanti del nostro sistema. Ma dopo ogni fine, c’è sempre un nuovo inizio. E il Lane rinascerà, ne sono certo».
Alla società serve un compratore serio, a costo di ripartire da zero