Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Paradisi fiscali e costruttor­i nel mare dei debiti ex Bpvi

I nomi e le società di chi non ha restituito i soldi

- di Giovanni Viafora

VENEZIA Duecento nomi, divisi in due gironi: quello detto del- le «sofferenze» e quello delle «probabili inadempien­ze». É questa la black list, la lista mi- lionaria dei grandi debitori dell’ex Bpvi, depositata agli atti della commission­e parlamenta­re d’inchiesta. Dentro questo mare nero di finanziame­nti mai restituiti, che vale in totale oltre 9 miliardi di euro, non si nascondono solo alcune delle ragioni del dissesto della banca, come il bacio mortale «soldi per azioni», o il poco criterio nell’erogazione del credito. Ma viene alla luce anche l’immagine di un Veneto carsico, dove si intersecan­o imprese e disfatte, amicizie e lobby, fortune e sfortune.

Dice molto di noi, del Veneto, e di quello che è stata la catastrofe di Popolare di Vicenza, l’elenco dei debitori dell’ex istituto presieduto da Gianni Zonin (foto), spuntato dalle carte della commission­e parlamenta­re di inchiesta sulle banche. Duecento nomi in tutto, divisi in due gironi: quello detto delle «sofferenze» (il complesso delle esposizion­i per cassa e fuori bilancio nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza) e quello delle «probabili inadempien­ze» (o, come si dice in eurocrates­e,

unlikely to pay o «utp»). Perché dentro questo mare nero di finanziame­nti mai restituiti, che vale in totale oltre 9 miliardi di euro, non si nascondono solo alcune delle ragioni del dissesto della banca (il bacio mortale «soldi-per-azioni»; l’incoerenza nell’erogazione del credito, etc...); ma viene alla luce anche l’immagine di un Veneto carsico, dove si intersecan­o imprese e disfatte, amicizie e lobby, fortune e sfortune.

L’edilizia

Per esempio, dice molto nell’elenco la presenza del mattone. Che, non a caso, è stato il settore che più a sofferto in questi anni la crisi. Su cento posizioni di probabile inadempien­za, confluite nella bad bank, ben 41 riguardano infatti realtà che si occupano (o occupavano) di costruzion­i di edifici o di attività immobiliar­i; mentre se consideria­mo l’ambito delle sofferenze il numero sale addirittur­a a 56 (cioè più di una su due). Dietro ci sono operazioni naufragate, progetti mai andati in porto. Ma non solo. I casi sono molteplici e di varia specie. Al quinto posto, tra le sofferenze, compare per esempio quella della «Aree urbane srl»: 29 milioni di euro. La società, partecipat­a al 32,5% dalla famiglia Marzotto, era stata costituita nell’ottobre 2002 con l’obiettivo proprio di «valorizzar­e» e successiva­mente «commercial­izzare alcune aree immobiliar­i di proprietà di Marzotto Spa». Nel 2010 però è stata sciolta e liquidata (per inciso, Matteo Marzotto nel 2014 era entrato nel cda della Popolare). Progetti andati in fumo: come quello di «Vicenza futura», la società presieduta da Paolo Caoduro, che doveva realizzare il nuovo stadio del Vicenza Calcio a Ca’ Balbi: oggi compare tre le «probabili inadempien­ze» per un controvalo­re di oltre 11 milioni di euro.

L’ombra dei suicidi

A proposito di crisi, tra le società presenti negli elenchi ce ne sono due che rimandano purtroppo a vicende tragiche. La prima è la «Maschio Gaspardo» con sede nell’Alta Padovana, uno dei colossi delle macchine agricole: nell’elenco è registrata per una «utp» di oltre 10 milioni di euro. Il suo fondatore, Egidio Maschio, nel giugno 2015 si sparò con un fucile in azienda. Su un biglietto aveva lasciato scritto: «Siamo senza soldi in banca. Sono disperato cosa posso fare». L’altra è la «Santarossa Spa» di Pordenone, gruppo industrial­e attivo nel settore della produzione di mobili, il cui fondatore, Fermo Santarossa nell’aprile del 2013 si gettò nello stagno morendo annegato: «Vittima della crisi», scrissero i giornali all’epoca. Oggi la società, che ha avuto comunque la forza di andare avanti, compare per una sofferenza di quasi 4 milioni.

Paradisi fiscali

Milioni di euro perduti dalla banca per colpa della crisi o nelle more di progetti rimasti sospesi. Ma anche per altro. Nel gruppo delle inadempien­ti ci sono anche tre società di diritto lussemburg­hese: la «Boom Financial Investment­s Sa», la «Jupiter Financial Investment Sa» e la «Makalu Financial Investment Sa». In tutto esposte per oltre 30 milioni di euro.

Lettera43.it, qualche mese fa, scoprì che si trattava di «scatole» costituite nel novembre 2012 da tale Madame Sophie Erk, rappresent­ante della «Finanziari­a Internazio­nale Luxembourg Sa», una controllat­a al 100% dal gruppo «Finint» di Enrico Marchi e (all’epoca) Andrea Vido. Cioè il salotto finanziari­o del Nordest, che per anni è stato anche azionista di maggioranz­a di «Save», la concession­aria degli aeroporti di Venezia e Treviso, crocevia del potere veneto. Del quale anche Bpvi era azionista. Tra gli amministra­tori delle tre società lussemburg­hesi nel 2012 comparivan­o una serie di nomi di gestori appartenen­ti alla «Monaco Sa», società di consulenza presieduta da Angelo De Bernardi, vecchio squalo della finanza, che da anni sarebbe in contatto con lo studio Mossak e Fonseca. Quello dei Panama Papers.

Poteri

Insomma, sovente si cammina sui bordi. Tra le società che sono state finanziate da Bpvi, e che non hanno reso il denaro, ne compaiono anche due che a vario titolo e in varia forma hanno toccato il «sistema» di potere veneto. La prima è la storica «Sacaim» di Marghera, gloriosa impresa edile che restaurò la Fenice e che ottant’anni fa costruì il Ponte della Libertà: è «fuori» per oltre 5 milioni di euro. Si ricorderà che il suo ex titolare, Pierluigi Alessandri, fu tra i grandi accusatori di Giancarlo Galan e Renato Chisso, avendo confessato di aver versato ai due politici centinaia di migliaia di euro tra il 2006 e il 2007. L’altra è la «Consta», il consorzio veneto dell’edilizia affiliato alla Compagnia delle Opere,il braccio economico di Cl: piegata dalla crisi, ora è segnata da una sofferenza di oltre 12 milioni di euro. Soldi affidati, magari sulla base di valutazion­i basate non solo sul «merito» creditorio. E che ora non torneranno più.

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