Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Cercava sua madre La risposta in una lettera «Non volevo averti»

- Davide Piol

«Non volevo averti, sei il simbolo di una violenza». È quanto riporta la lettera anonima ricevuta dalla ragazza di Falcade (Belluno) che cercava la sua madre biologica. «Credo sia autentica» ha commentato.

FALCADE (BELLUNO)Quella

mattina toccava a lei aprire lo studio da parrucchie­ra a Falcade, dove lavora. Il postino, incrociato per caso, le aveva consegnato alcune lettere. Normale routine. Ma su una di esse comparivan­o l’indirizzo del locale e il suo nome scritti a mano. L’aveva aperta con uno strano presentime­nto. Dentro, un foglio battuto a computer, anonimo. «Luisa, innanzitut­to non ho scelto io di chiamarti così – iniziava la lettera – non ho nemmeno scelto di averti, per me sei solo la più dolorosa ferita che ho avuto a 18 anni, altro che madre naturale».

Luisa Velluti è una ragazza che abita a Falcade con i genitori adottivi Lory e Secondo. Lavora come parrucchie­ra in uno studio locale. Durante la sua vita ha cercato in tutti i modi di contattare la donna che l’ha partorita e poi abbandonat­a all’ospedale di Montebellu­na il 6 marzo di 29 anni fa, senza mai riuscirci. Almeno fino ad oggi. Raggiunta la maggiore età, Luisa aveva cercato invano qualche informazio­ne in internet. Sette anni dopo si era rivolta al tribunale dei minori di Venezia che aveva rintraccia­to la madre biologica ma la donna non aveva voluto partecipar­e a nessuna udienza. Un mese fa la decisione di rivolgersi a «Chi l’ha visto?» per ottenere più visibilità e nella speranza che, vedendola, quella donna decidesse di incontrarl­a. Dopo l’intervista però la situazione non era cambiata. Poi una chiamata dalla redazione di un programma Mediaset e una video-intervista. Dieci giorni fa, la lettera anonima.

«Mi era venuto un sesto senso che potesse essere lei – spiega Luisa – non potevo però immaginare queste parole. Soprattutt­o l’inizio. Ormai conosco le frasi a memoria, l’avrò letta più di cento volte. Mi ha letteralme­nte tagliato le gambe». Chi ha scritto l’ha fatto senza peli sulla lingua, con un risentimen­to nei confronti di Luisa che non sembra trovare giustifica­zioni. «Ero una ragazza più giovane di come sei tu ora – continua la lettera – tutto sognavo e tutto potevo sperare ma non certo la violenza che ho subito e di cui tu sei il simbolo». Alla trentenne di Falcade è caduto il mondo addosso. Accanto al suo dolore sono sorti però dei dubbi sulla persona che potrebbe aver spedito la lettera. «Non penso sia qualcuno che voglia divertirsi e fare uno scherzo di cattivo gusto – ha chiarito Luisa – secondo me l’ha scritta lei o qualcuno che le è vicino. Non posso neanche dire se sono veri i fatti descritti e quindi la violenza. Resta tutto il mio malessere».

Nell’ultima parte del foglio compare la richiesta della presunta madre di non cercarla e di non sbandierar­e la storia pubblicame­nte. «Rispetta il mio dolore e la mia solitudine. Se avessi avuto anche solo una buona ragione per volerti vedere avrei risposto agli appelli del Tribunale dei minori, non trovi? Se accetti un consiglio, non da una madre ma da una donna ferita, non giocare mai con la vita degli altri e nemmeno con la tua».

La giovane bellunese è ferita. «Nella lettera mi chiede di lasciarla nel dolore – ha spiegato Luisa – Perché dovrebbe continuare a vivere così? Lei ha sofferto per la violenza subita ma la questione riguarda entrambe. Anch’io ho sofferto molto. Ero disponibil­e ad aiutarla e a darle la mano per superare il dolore insieme, ma ormai è finita». La volontà di proseguire nelle ricerche si è spenta. «Da un lato avrei voglia di vederla ancora, dall’altro mi ha fatto star male – ha concluso Luisa – se voleva la privacy poteva continuare a rimanere nell’anonimato e non scrivermi queste parole. Immaginavo una lettera più dolce sinceramen­te. Se le sue richieste sono queste sarà accontenta­ta».

Senza firma Anonima, dai toni duri, c’è anche il sospetto che la lettera sia falsa: «Mi ha distrutto»

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La ragazza Luisa Velluti legge la lettera ricevuta

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