Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Un altro gattino torturato a Malo Orecchie mozzate e incapretta­to

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MALO (VICENZA) Il folle che lega i gatti alle zampe con fascette di plastica, e poi li uccide o li lascia morire, ha colpito di nuovo. Ancora a Malo: per la seconda volta nel giro di un mese un micio è stato trovato legato e ucciso ieri mattina nella zona di via Maroncelli. L’animale, raccolto dai carabinier­i che hanno contattato il servizio veterinari­o dell’Usl 7, aveva le orecchie amputate ed era stato martoriato. Del caso è stata informata la procura e ora i militari stanno indagando: oltre che con l’altro caso, non si escludono collegamen­ti con degli avvelename­nti di cani avvenuti a Costabissa­ra. «C’è uno psicopatic­o che gira e martirizza i gatti – denuncia Fabiola Bertoldi, dell’Enpa di Thiene – era già successo un mese fa, quel povero animale era stato lasciato a morire con le zampette legate, impossibil­itato a muoversi. Purtroppo per ora non abbiamo trovato tracce, nonostante si sia chiesto a tutti i residenti nelle vicinanze del luogo in cui era stato trovato il gatto morto. Ma non demordiam o». Ieri è successo di nuovo. Di primo mattino, venerdì, i carabinier­i sono intervenut­i in via Maroncelli a Malo. Nelle vicinanze della roggia c’era una carcassa di gatto meticcio, con le zampe anteriori e posteriori legate a due a due con delle sagole, fascette da elettricis­ti di fibra sintetica. All’animale erano state mozzate le orecchie. I militari poi hanno contattato i veterinari dell’Usl 7 Pedemontan­a. I carabinier­i intendono svolgere alcuni accertamen­ti per capire se il caso sia direttamen­te collegato con l’altro micio ucciso nei primi giorni di novembre, e con alcuni fatti avvenuti nell’hinterland nord di Vicenza che riguardano dei cani.

Il gatto ritrovato il 1 novembre era un micetto grigio di quattro, cinque mesi. La denuncia in quel caso era stata fatta dall’Enpa ai vigili del consorzio Alto Vicentino. L’animaletto era stato trovato morto dentro al fossato di via Morosini, fra Malo e Thiene. Chi l’aveva legato con le fascette nere di plastica l’aveva lasciato lì a morire di fame e sete. L’associazio­ne animalista aveva pubblicato le foto su internet, facendo appello a chiunque avesse visto o sentito qualcosa di farsi vivo per risalire al responsabi­le dell’orribile gesto. «Nessuna colpa, nessun misfatto può giustifica­re una simile azione – dichiarano dall’Enpa - Un delinquent­e gira impunito e può ripetere questi crimini». Chi ha elementi utili può contattare i carabinier­i oppure l’Enpa al 3491535722. (a.al.)

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