Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ex popolari, il trasloco conti rilancia l’allarme sul credito Gli artigiani: «Subito soluzioni»
tutti i timbri necessari, per tradursi nel decreto del ministero del Tesoro che trasferirà sofferenze e crediti incagliati alla Sga, a questo punto entro fine anno.
Ma in attesa del perimetro definitivo, la migrazione informatica dividerà comunque già questo fine settimana i destini di imprese e privati con i crediti in difficoltà, i cui conti correnti rimarranno sui computer di Sec. Ma che, finché la divisione non diventerà ufficiale, dovranno essere visibili anche da Intesa. Questione risolta con la creazione di conti correntispecchio, una duplicazione operativa che crea una sorte di «ponte informatico» provvisorio tra i due sistemi. Intesa avrebbe avvertito tutti i titolari di questi conti una quarantina di giorni fa, definendo i titolari destinati a rapportarsi con la Sga, che si appresta a gestire sia i crediti in sofferenza revocati quelli incagliati ma ancora vivi, in parte in casa, in parte affidandoli a service esterni.
Ma la preoccupazione è già per quel che succederà dopo. Anche perché, secondo stime che risalgono ancora al decreto di giugno, la partita della gestione dei soli incagli riguarda 45 mila posizioni, di cui 25 mila tra micro imprese e aziende più strutturate. In prima linea a sollecitare una soluzione rapida c’è stata fin qui Confartigianato, a partire dal presidente regionale Agostino Bonomo. Allarme la cui dimensione è stata ripresa ieri dal Consorzio veneto garanzie, uno dei tre Confidi regionali di Confartigianato, attivo su Treviso, Belluno e Verona. «Avremo 150200