Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Imu e Tasi, si avvicinano le prime rate Trenta milioni nelle casse del Comune Acconti da versare entro lunedì per 29 mila vicentini e 2 mila imprese

- Gian Maria Collicelli

Un conto da quasi trenta milioni di euro che interesser­à poco più di trentamila vicentini. Entro il prossimo 18 giugno molti vicentini saranno chiamati a metter mano al portafogli: la data è infatti la scadenza fissata per legge per il pagamento dell’imposta municipale unica (Imu) e della tassa sui servizi indivisibi­li (Tasi), ovvero i due balzelli che i Comuni riscuotono e che sono parametrat­i alle abitazioni.

Vicenza non fa eccezione e dunque anche il capoluogo si prepara alla prima delle due scadenze tributarie: il 18 giugno si potrà pagare infatti un acconto, con saldo fissato al 17 dicembre prossimo, ma c’è anche chi decide di saldare in toto il debito in un’unica soluzione. Di fatto, la partita per il Comune non è irrilevant­e: dalle due imposte infatti Palazzo Trissino prevede di incassare un gettito di 29,4 milioni di euro, di cui 26,1 milioni di euro dall’Imu e 3,3 milioni di euro dalla Tasi. Questo, però, è il saldo finale atteso alla fine dell’anno. Per quanto riguarda la scadenza fissata la prossima settimana, il conto è di poco più di 16 milioni di euro: 15 milioni per l’Imu e 1,5 milioni di euro per i pagamenti Tasi.

A pagare l’Imu sono chiamati i proprietar­i di immobili come fabbricati, aree fabbricabi­li e terreni agricoli, a eccezione di quelli posseduti da coltivator­i diretti e imprendito­ri agricoli profession­ali. La Tasi, invece, si applica a tutti i fabbricati ma con l’esenzione per la prima casa (a esclusione di alcune categorie di abitazioni «di lusso»).

In definitiva, secondo i numeri resi noti dall’amministra­zione, i vicentini che sono chiamati a compilare i moduli e rispettare le scadenze sono 32.165, di cui 2.638 imprese e 29.527 privati cittadini. E però non tutti pagano: c’è chi non rispetta le scadenze e salda il debito in ritardo, oppure chi non versa quanto dovuto. E non sono pochi.

Il primo caso rientra nei «provvedime­nti operosi», ovvero quote inviate in ritardo o errori nei pagamenti che richiedono correzioni: in tutto il 2017 il Comune ha incassato circa 540mila euro da cittadini che hanno saldato in ritardo le quote delle imposte e che, pertanto, hanno pagato anche una sanzione. Di questi, 486mila euro sono relativi ai pagamenti Imu, mentre 53 mila euro per la Tasi.

Poi, però, c’è anche chi non invia alcuna somma dovuta al Comune, che ha effettuato diversi accertamen­ti: negli ultimi cinque anni l’amministra­zione ha incassato circa 5,2 milioni di euro dalla lotta all’evasione di tariffe e imposte non pagate (fra cui anche Imu, Tasi ma anche l’ex-Ici e tariffe delle mense e di altri servizi comunali), con una media di circa un milione di euro recuperato ogni anno.

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Da pagare Scadono Imu e Tasi

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