Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’INCHIESTA IL BANDO Saltò l’accordo per il bar dell’Usl, l’ex dg nel mirino della Corte dei Conti
La Finanza: ci furono danni per 740mila euro
Alessandri All’epoca, scelte condivise con la Regione e il Comune
Un contratto per la gestione di un bar e dei distributori automatici in ospedale a Vicenza sospeso, un possibile danno erariale quantificato in oltre 740mila euro, e una segnalazione inoltrata alla procura della Corte di Conti del Veneto che indica come presunto responsabile del danno provocato all’ente pubblico l’allora direttore generale dell’azienda sanitaria locale Usl 6 (oggi Usl 8 Berica), Antonio Alessandri.
Da settimane la guardia di finanza, in particolare il nucleo di polizia economico-finanziaria di Vicenza, stava effettuando una serie di accertamenti a carattere amministrativo sull’affidamento, da parte dell’azienda sanitaria di Vicenza, di alcuni servizi a una nota società di ristorazione. Affidamento, secondo quanto emerso, poi sospeso, in prospettiva di una vendita di quella porzione immobiliare, che però anche in questo caso non era avvenuta.
I detective delle fiamme gialle si sono concentrati sul contratto datato 2012, che prevedeva che la società aggiudicataria investisse poco più di 740mila euro: una buona parte, oltre 465mila euro, per ristrutturare il bar adiacente all’ospedale (nell’area del vecchio ospedale), sempre di proprietà dell’azienda sanitaria, e la restante cifra, più di 274mila euro, per l’affitto dei locali (dove realizzare appunto il bar) per la durata di nove anni. Canoni ovviamente da corrispondere sempre all’Usl di Vicenza. Ma, secondo quanto appurato dalla guardia di finanza che ha acquisito documentazione in ospedale e informazioni attraverso l’audizione di diverse persone, l’allora direttore generale Alessandri aveva messo in vendita quei locali in cui si sarebbe dovuto realizzare il bar e stipulato un accordo con la società di ristorazione aggiudicatrice per la sospensione del contratto. Quindi, niente più lavori di ristrutturazione, che tra l’altro avrebbero aumentato il valore dell’immobile di proprietà dell’azienda sanitaria, e niente più affitti da incassare, nell’arco di nove anni. E a tutto questo, si aggiunge il fatto che poi la vendita non c’era mai stata. Un possibile danno quantificato in oltre 740mila euro, tanto l’importo previsto dal contratto poi non andato in porto. Un danno per l’ente pubblico che secondo gli investigatori sarebbe da attribuire all’allora direttore generale che – è la contestazione - non avrebbe avuto ragioni tali per «bloccare» il contratto con la società già aggiudicatrice.
Ora la valutazione sul merito spetterà alla procura della Corte dei Conti per il Veneto, a cui è stata inoltrata una approfondita segnalazione. «Non ne so niente di queste indagini – fa sapere il manager padovano Antonio Alessandri – certo la ristrutturazione della parte vecchia dell’ospedale e la vendita rientrava in un progetto molto più ampio e articolato, che ha coinvolto anche gli altri enti competenti, Comune e Regione Veneto. Un progetto che riguardava anche le scuole sanitarie, da trasferire nell’ex seminario e da integrare nel polo universitario di viale Margherita». Di certo l’ex dg avrà modo di chiarire la sua posizione se dovesse essere invitato dalla procura della Corte dei Conti a farlo.