Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Zaia: «I 250 milioni? Un acconto»
Per il governatore i soldi promessi non bastano. E annuncia una task force per gli alberi
VENEZIA Il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare oggi la dichiarazione dello stato di emergenza per il maltempo nel Bellunese. «Ringrazio il Governo per la disponibilità, i 250 milioni annunciati da Salvini sono un bel segnale. Ma li considero solo una prima tranche» avverte il governatore Luca Zaia.
«Se il governo ci darà 159 milioni per le opere contro il dissesto sapremo come spenderli, non abbiamo bisogno di solleciti. I progetti li abbiamo, il Piano D’Alpaos prevede interventi per 2,7 miliardi...».
Presidente Luca Zaia parliamo di nuovi bacini di laminazione?
«Non solo, anche di cantieri più urgenti per la montagna: ricalibrature e innalzamenti degli argini, paramassi, condotte per la regimazione delle acque superficiali...».
Quando chiuderete gli accordi di programma?
«Domani (oggi, il ministro dell’Ambiente Costa verrà in Conferenza Stato-Regioni per chiarire di quante risorse stiamo parlando. Vedremo come e quando saranno messe a disposizione».
ndr.)
Questi soldi sono però cosa diversa dai risarcimenti. Oggi il governo dovrebbe riunirsi in seduta straordinaria, approvare lo stato di emergenza e stanziare le prime risorse.
«In questa fase concitata si è creata un po’ di confusione. Un conto sono le opere antidissesto, un altro i risarcimenti per i quali si devono attendere lo stato di emergenza e i successivi decreti. Accolgo con favore la disponibilità mostrata dal governo: il vicepremier Salvini ha parlato di 250 milioni per tutta Italia, un segnale importante ma se le cifre sono queste io le considero soltanto un acconto».
Dopo l’alluvione del 2010 furono censiti danni per 2 miliardi. I risarcimenti si sono fermati a 400 milioni.
«Bisogna farsene una ragione, lo Stato non è in grado di coprire i danni provocati dalle catastrofi che si verificano sempre più spesso in tutta Italia. Ci vuole un’assicurazione obbligatoria».
Le risorse sono limitate e le Regioni colpite, anche questa volta, molte.
«È stucchevole la gara sulle disgrazie. Spero che nessuno dichiari il falso, poi sarà la Protezione civile a fare sintesi».
Che pensa di chi dice: “Il Veneto vuole l’autonomia e allora si arrangi”, come il dirigente dell’Usl di Sulmona, in Abruzzo?
«Spero sia un fake, stiamo facendo le verifiche del caso».
Nel Bellunese, intanto, si sta faticosamente tornando alla normalità. Quale fronte la preoccupa di più?
«Sul piano organizzativo e logistico senza dubbio quello degli alberi».
Come eviterete speculazioni sul legname?
«La Regione non è un’impresa, a muoverci è l’interesse pubblico, non è il lucro. Dobbiamo ripulire tutto evitando i rischi idrogeologici legati al venir meno delle radici e quelli fitosanitari dovuti al deperimento dei tronchi».
Dunque che farete?
«Allestiremo una task force con Avepa, università e aziende del settore. Stiamo mappando le aree col sistema Copernicus, quindi formeremo dei lotti e incaricheremo le imprese di portare via il legno, talvolta da luoghi impervi. Servono tecnologie adeguate».
Quali sono i tempi?
«Mi tornano utili gli studi universitari: quello dell’abete è un legno fragile, fino a maggio potrà essere utilizzato per tetti, travi, arredi; da giugno comincerà a macchiarsi e potrà essere usato solo come biomassa. È una corsa contro il tempo».
Chiederete a Terna di interrare i cavi dell’elettricità?
«Noi siamo per l’interramento ma i tecnici ci dicono che non si può fare dappertutto, per esempio dove c’è roccia. Durante i sorvoli, però, ho visto molti tralicci accartocciati e non per colpa degli alberi: vuol dire che sono sottodimensionati, dunque vanno cambiati tutti».
Davvero gli impianti sciistici riapriranno in tempo per l’inizio della stagione?
«Sì, per l’8 dicembre non ci saranno problemi. Mi appello agli amministratori locali: a volte le notizie “si creano”, attenti a ciò che dite ai microfoni. Si vuol trasmettere la gravità del momento, lo capisco, ma alle volte si rischia l’autogol».
Alcuni sono esasperati, vivere in montagna è sempre più difficile...
«Rispondo degli otto anni della mia amministrazione: Treno delle Dolomiti, Mondiali di sci, Olimpiadi 2026, anche con questa catastrofe faremo di necessità virtù. Ab
Task Force per gli alberi, il problema più grande Li contiamo, li dividiamo in lotti e con Avepa e l’aiuto delle aziende li smaltiamo entro l’estate. O sono guai
biamo in cantiere due nuovi collegamenti sciistici, Cortina-Arabba e Cortina-Civetta; vogliamo creare un carosello grande due volte il Sellaronda, verrà il mondo a provarlo».
Il presidente della Provincia, Roberto Padrin, dice che anche lo sbocco a nord dell’autostrada aiuterebbe.
«Sono sempre stato favorevole al prolungamento della A27, Belluno e Monaco sono separate da appena 213 chilometri. E sono convinto che anche la galleria di Coltrondo aiuterebbe e difatti ero riuscito a far inserire 60 milioni ad hoc nel piano Anas. Ma il futuro, lo ripeto, passa dal turismo, anche per il Comelico: dobbiamo riuscire a collegare Padola alla Val Pusteria e sono convinto che da questa crisi si possa far saltare fuori l’impianto che rivoluzionerebbe quell’area».