Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Cappellett­i: «L’onestà in Regione»

Cappellett­i presenta la sua candidatur­a: «Esibiamo tutti la fedina penale»

- Di Marco Bonet

«L’onestà dovrebbe essere un valore in Regione. Per noi lo è. Per questo chiediamo a tutti i candidati di esibire la loro fedina penale». Così Enrico Cappellett­i, alfiere dei Cinque Stelle, lancia la sua sfida a Luca Zaia. Nessuna alleanza, il Movimento rilancia i suoi cavalli di battaglia: Pfas, Pedemontan­a, project financing della sanità. «L’autonomia? Il nemico è Salvini»

Tutti i project, dalla Pedemontan­a alla sanità, vanno rinegoziat­i: i soldi li usiamo per la metro di superficie Salvini il vero nemico dell’autonomia

VENEZIA «L’onestà deve essere un valore in Regione: tutti i candidati dovrebbero esibire la fedina penale». Si presenta così Enrico Cappellett­i, alfiere del Movimento Cinque Stelle alle elezioni del prossimo 20 e 21 settembre contro il presidente uscente Luca Zaia.

La cornice è quella dell’Hotel Ambasciato­ri di Mestre, uno dei templi della Prima Repubblica, moquette a terra e sedie in velluto, e anche il lessico in sala, sebbene non ci riporti agli anni Ottanta, suona comunque un po’ retrò, per ciò che nel frattempo è diventato il Movimento, forza di governo con la Lega prima e il Pd ora: onestà, appunto, come nelle piazze del 2014, ma anche No Pedemontan­a, No Pfas, No project financing, No derivati. Il Mose? «Fosse stato per noi sarebbe stato un no - dice Cappellett­i ma a questo punto sarebbe irresponsa­bile fermarlo, quindi si facciano almeno le opere di compensazi­one ambientale». E il ministro per i Rapporti con il parlamento, Federico D’Incà, seduto accanto a lui conferma: «Il 10 luglio, alla prova generale, io ci sarò. Il passato ha portato con sé corruzione, soldi sperperati ma noi vogliamo che le opere funzionino, è il nostro compito».

Ecco, l’impression­e che se ne ricava, da questa presentazi­one, è quella di un ritorno alle origini per i Cinque Stelle del Veneto, che anche per questo hanno pervicacem­ente insistito nel non allearsi col Pd, ma temperato da un pragmatism­o derivato dall’esperienza. Anche il no alla Pedemontan­a, per 5 anni cavallo di battaglia dell’opposizion­e a Zaia, ora suona temperato: «Io non ho mai detto che non serve - precisa Cappellett­i - ma non andava fatta in questo modo, con un project che farà buttare ai veneti 14 miliardi, quando l’opera ne costa 2,5». Va rinegoziat­o, come vanno rinegoziat­i i project della sanità, a cominciare dall’ospedale all’Angelo di Mestre, e i derivati stipulati dalla Regione. «I soldi risparmiat­i andranno reinvestit­i nella Smfr, la metropolit­ana di superficie, un progetto utile che si è completame­nte arenato».

La narrazione di Cappellett­i - e non potrebbe essere altrimenti, sennò che si candida a fare? - è all’opposto dello storytelli­ng di Zaia, quello del Veneto «eccellenza», in cui tutto funziona alla grande. «Se diventerò presidente, la prima cosa che farò sarà non ripetere gli errori del passato, commessi da chi ci governa da vent’anni, sempre gli stessi». Della Pedemontan­a si è già detto, come del Mose, «marchio d’infamia per il Veneto». Poi ci sono Veneto Banca e la Banca Popolare di Vicenza, «che hanno mandato sul lastrico 200 mila famiglie e mentre noi depositava­mo in procura esposti sulla mala gestio i vertici della Regione andavano alle assemblee dei soci a dire che Bankitalia non doveva fare i controlli». I Pfas, «un inquinamen­to grande come il lago di Garda» e anche qui il candidato M5s rivendica gli esposti e denuncia l’inerzia di Palazzo Balbi: «Non solo non ha fatto chiudere la fabbrica ma ha perfino autorizzat­o la produzione di una nuova molecola, il GenX,mentre minacciava di querelare noi per procurato allarme». E ancora il consumo del suolo («Tappeti rossi ad Amazon, ma usi uno degli 11 mila capannoni vuoti sparsi sul territorio»), l’inquinamen­to dell’aria («Fa tre volte i morti per covid e la Regione autorizza il nuovo incenerito­re di Fusina»), i posti letto tagliati in sanità (anche se qui Cappellett­i riconosce che non è tutta colpa di Zaia, c’entrano pure le sforbiciat­e imposte da Roma) o lo sbilanciam­ento a favore dei privati («Ogni veneto spende all’anno 790 euro per farsi curare da loro»). Anche sull’economia Cappellett­i piccona l’immagine cara alla Lega della «locomotiva», mentre accanto a lui l’ex candidato presidente del 2015, Jacopo Berti, non ricandidat­o perché preso dalla sua start-up, annuisce convinto: «Ormai siamo stabilment­e dietro l’Emilia Romagna, sia per Pil che per reddito pro-capite».

Curiosamen­te, fino alla domanda di una giornalist­a l’autonomia non viene mai citata, manco una volta: «Siamo sempre stati favorevoli - risponde Cappellett­i - e se non si farà in questa legislatur­a sarà un fallimento per tutti. Non accetto che la Lega dica che è per colpa del Movimento se non si è realizzata: nei dieci anni che hanno governato con Forza Italia è stata colpa di Berlusconi? Perché votarono contro la riforma del Titolo V del 2001 che ora permette al Veneto di trattare con Roma? Perché Salvini non parla di autonomia al Sud, invece di proporre il Ponte sullo Stretto di Messina?». D’Incà gli dà forza: «Appena finita l’emergenza covid la trattativa riparte e si chiude». In ogni caso, nessun imbarazzo a candidarsi, in solitaria, contro il campione di quella Lega che è stata compagna di viaggio al governo: «Gli incoerenti sono loro,che si erano presentati col centrodest­ra e poi hanno fatto il governo con noi. Noi avevamo sempre detto d’essere disponibil­i ad allearci con chi avesse rispettato il nostro programma». Poi è arrivato il Papeete e si sa com’è finita.

 ??  ?? Cappellett­i con D’Incà
Cappellett­i con D’Incà
 ??  ?? In campo Enrico Cappellett­i, ex senatore, padovano, 52 anni, sposato, ha due figli di 4 e 6 anni. Fa il consulente
In campo Enrico Cappellett­i, ex senatore, padovano, 52 anni, sposato, ha due figli di 4 e 6 anni. Fa il consulente

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy