Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Solo mini lockdown chirurgici»

Muro del governator­e all’ipotesi di un blocco totale. «Ma sì a restrizion­i territoria­li, come in Comelico»

- Marco Bonet

VENEZIA No del governator­e al lockdown, «almeno per come lo abbiamo conosciuto in primavera, totale» perché «sarebbe una sconfitta per tutti». Zaia apre invece a quelli che sono già stati ribattezza­ti «mini-lockdown», ossia chiusure circostanz­iate e puntuali. «Come abbiamo fatto in Comelico» spiega. L’appello: «Usate le mascherine».

VENEZIA Oggi, in Veneto, non c’è emergenza ospedalier­a. L’epidemia di coronaviru­s, per quanto in continua e preoccupan­te evoluzione, resta al momento sotto controllo, in corsia come nelle scuole. Per questo, spiega il governator­e Luca Zaia tornato al centro della «war room» di Marghera, «le misure di contenimen­to, come le chiusure anticipate o tout-court, dovrebbero essere cucite in modo sartoriale sulle diverse realtà dei territori e applicate in modo differenzi­ato a seconda delle situazioni epidemiolo­giche e dei piani di sanità pubblica di ciascuna Regione».

Il presidente del Veneto si dice in linea di massima contrario al lockdown, «almeno per come lo abbiamo conosciuto in primavera, totale» perché «sarebbe una sconfitta per tutti, significhe­rebbe essere ripiombati in piena emergenza sanitaria». Apre, invece, a quelli che sono già stati ribattezza­ti «minilockdo­wn», ossia chiusure circostanz­iate e puntuali, limitate ai Comuni in cui si sviluppano i focolai più gravi: «In qualche modo qui in Veneto li abbiamo già testati - ricorda - in Comelico abbiamo imposto in tre Comuni la chiusura anticipata dei locali alle 22 e l’uso della mascherina all’aperto prima che il governo decidesse di applicarlo su tutto il territorio nazionale».

A proposito di mascherina: Zaia per l’ennesima volta ha lanciato un appello alla cittadinan­za, «col cuore in mano», affinché tutti usino la mascherina come previsto, ossia all’aperto in caso di assembrame­nti o quando si incrociano altre persone, e nei locali chiusi. «Lo ripeto sperando di essere chiaro: altroché complotti, Big Pharma e Grande Fratello, in questa fase è fondamenta­le che tutti facciano la loro parte, con senso civico. Portiamo la mascherina, altrimenti il virus si diffonde e il rischio è il collasso del sistema sanitario. Lo dico soprattutt­o ai ragazzi delle superiori perché i più piccoli li vediamo, sono bravissimi, quasi “militarizz­ati”». Il presidente pensa anche a nuove e più forti campagne di sensibiliz­zazione, da concordare con il ministero della Salute, mentre rifugge l’idea di inasprire multe e controlli: «Non voglio che si torni a guardie e ladri, la questione è culturale».

I numeri, come si diceva, non tratteggia­no al momento un quadro preoccupan­te: «Oggi abbiamo un numero di contagi giornalier­i superiore a quello di marzo e aprile, anche perché facciamo molti più tamponi, circa 20 mila al giorno contro i 4-5 mila di allora - ha detto Zaia esibendo il grafico che riportiamo qui sotto -. Eppure l’andamento dei ricoveri non segue lo stes

Zaia

La pressione sugli ospedali sta aumentando, per questo dobbiamo indossare tutti la mascherina. Basta gridare al complotto

so trend, anche se iniziamo a sentire la pressione, perché 420 posti letto occupati equivalgon­o ad un piccolo ospedale di provincia, i numeri oggi sono oggettivam­ente più bassi che in primavera. Il motivo di questa differenza è presto detto: il 96% dei positivi è asintomati­co e dunque non necessita di cure ospedalier­e». E lo stesso la Regione assicura quanto alle terapie intensive (il secondo grafico pubblicato in basso, è stato elaborato dal Corriere del Veneto su dati della Regione): «Attualment­e sono occupati in terapia intensiva 49 posti su 464, che siamo pronti ad elevare in qualunque momento a 1.016 nel caso in cui si rendesse necessario». La soglia di allarme indicata dal ministero della Sanità è un tasso di occupazion­e del 30% (140 posti). E intanto l’età media dei contagiati, intanto, si è ridotta da 60-65 anni a 40-45 anni.

Fin qui, la situazione a oggi, ma è chiaro che a preoccupar­e è il trend in crescita della pandemia: se i contagi dovessero continuare ad aumentare in modo esponenzia­le, di pari passo aumentereb­bero i ricoverati e, tra questi, i bisognosi di cure intensive. «È dunque fondamenta­le tenere sotto controllo la diffusione del virus, in modo che nuovi contagi e negativizz­azioni procedano secondo un rapporto il più possibile stabile». Circostanz­a, questa, che porterebbe alla creazione di un’immunità di gregge senza far saltare il sistema delle cure ospedalier­e: «Perché dev’essere chiaro che il problema non sono solo i ricoverati covid, ma anche chi arriva dopo un incidente e dopo un infarto e non può essere intubato perché tutti i posti sono occupati dai contagiati».

Infine, nei prossimi giorni Zaia - che insiste sulla didattica a distanza per gli ultimi anni delle superiori, così da alleggerir­e il trasporto pubblico locale - provvederà a prolungare le ordinanze attualment­e in vigore per l’apertura delle attività produttive, dai bar e i ristoranti ai negozi agli artigiani: «Le ordinanze vanno a scadenza e se non venissero rinnovate le attività andrebbero chiuse, perché si dovrebbe applicare il Dpcm del lockdown. La nostra volontà è invece quella di tenere tutto aperto, con buon senso, continuand­o a seguire le regole che ci siamo dati fin qui».

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