Il cabaret nel crepuscolo dell’impero
La Principessa della Czarda chiude la stagione dell’operetta al Creberg
L’atmosfera è quella dei primi del ‘900. In scena La Principessa della Czarda. Tra i titoli di maggior successo nella storia della commedia musicale, per le arie e i duetti lirici, come «L’ora d’amor» e «Aria di Sylva», sarà rappresentato oggi alle 15.30 al Creberg. E si chiude il sipario della stagione dell’operetta della Fondazione Teatro Donizetti (biglietti disponibili da 15 a 34 euro).
Per la regia di Alessandro Brachetti, nell’allestimento della Compagnia Teatro Musica Novecento, con l’orchestra Cantieri d’arte diretta da Stefano Giaroli, è un’operetta che parla d’amore. Scritta da Emmerich Kalman, con debutto a Vienna il 13 novembre 1915, nei giorni dell’assassinio di Sarajevo. La Principessa della Czarda piacque da subi- to. L’atmosfera recupera il crepuscolo dell’impero asburgico e le conversazioni salottiere su matrimoni impossibili tra rampolli dell’aristocrazia e primedonne del varietà. Una di queste è Sylva Varescu, detta Principessa della Czarda che organizza una festa d’addio prima di partire per l’America. Di lei è innamorato il principe Edvino. Ma suo padre si mette di traverso, non tollera l’ipotesi di un’unione tra i due, così architetta per il figlio il fidanza- mento con la contessina Stasi. Ma Sylva ed Edvino si amano profondamente e, prima di lasciarsi, il principe stipula un contratto di nozze col quale promette di sposarla entro 8 settimane. Il secondo atto, ambientato a Vienna, si apre con un altro festeggiamento: il fidanzamento di Edvino e Stasi. Durante la festa arriva a palazzo un amico di famiglia, il conte Boni, accompagnato da Sylva, presentata come sua consorte, benché qualcuno la riconosca.
Boni però è innamorato di Stasi e annuncia il divorzio dalla donna. Dopo molteplici colpi di scena, Edvino e Sylva coronano il loro sogno d’amore, come Boni che chiederà la mano di Stasi. Musica e commedia a lieto fine.