Tancredi Bianchi Novant’anni e un nuovo libro
Nel giorno del compleanno la presentazione del libro «Ricordi e altri scritti» in aula magna
Alle 17.30, nell’aula magna dell’Università in Sant’Agostino, la Fondazione per la Storia Economica e Sociale di Bergamo presenta il libro (edito in collaborazione con Egea e Bocconi) di Tancredi Bianchi, saggista, professore emerito alla Bocconi ed editorialista del Corriere, che proprio oggi compie 90 anni. Interverranno il presidente della Fondazione Roberto Sestini, i bocconiani Luigi Guatri e Paolo Mottura, il rettore di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini, Mario Comana (professore di Economia degli intermediari finanziari alla Luiss) e Marina Brogi (professore di Economia degli intermediari finanziari alla Sapienza).
Il suo motto preferito, quello di tenere «i piedi nel borgo e la testa nel mondo» anticipa il concetto della globalizzazione ben temperata, un processo inevitabile, quello della sempre più necessaria interdipendenza internazionale, che deve però essere accompagnato all’ appartenenza a un territorio.Ed è un principio che Tancredi Bianchi non ha mai dimenticato nella sua lunga vita pubblica che lo ha visto banchiere, senza dubbio, ma soprattutto professore, di quelli però che non stanno nella torre eburnea, ma si interessano dei discepoli. «Considerate la vostra semenza» era del resto il titolo della sua lectio di ringraziamento svolta alla Bocconi il primo dicembre 2009, il giorno del sofferto addio all’insegnamento.
Chi lo ha avuto come maestro gli deve la riconoscenza che lui ha verso il suo di maestro, Gino Zappa, riconosciuto caposcuola dell’economia aziendale italiana, che pure gli chiese di riscrivere la tesi di laurea («Quantità economiche nelle banche di credito ordinario»), pur giudicandola buona, perché l’obiettivo deve essere sempre la lode. Ovviamente centrata, nel lontano 14 giugno 1952.
Aveva compiuto i 24 anni da due giorni allora Tancredi Bianchi, nato appunto il 12 giugno 1928 a Caravaggio. Oggi ne compie novanta e la «Fondazione per la storia economica e sociale» lo festeggia presentando, alle 17.30, all’Aula Magna dell’Università nell’ex Chiesa di Sant’Agostino in Città alta, «Ricordi e altri scritti», il 14°volume della Collana di Studi «I Protagonisti» a lui dedicato. Quella di «protagonista» è una qualifica che non stona per chi accanto a una formidabile carriera accademica, partendo da assistente di Giordano Dell’Amore e poi come professore tra Venezia, Pisa, La Sapienza di Roma e infine la cattedra di Economia delle aziende di credito alla Bocconi («assunto» lo stesso giorno di Mario Monti), ha abbinato una carriera da banchiere sul campo, con la presidenza del Credito Bergamasco, dell’Associazione bancaria italiana e dell’Associazione nazionale delle aziende ordinarie di credito.
In «Ricordi e altri scritti», si mescolano la vita e le opere di Tancredi Bianchi (il prenome non comune, tanto per togliere una curiosità, è quello del nonno materno). Gino Zappa, ricorda Tancredi Bianchi, gli aveva detto, quando gli chiese la tesi, che chi voleva laurearsi con lui doveva dimostrare di essere un uomo. La conoscenza, anche se ampia, da sola, insomma, non basta. Tancredi Bianchi ci aggiunse il rigore, come richiesto dalla ragioneria, il suo «primo amore professionale» prima di passare, per i casi della vita, alla tecnica bancaria, e una ineccepibile dirittura morale.
Il messaggio è che un grande professore, che insegna con l’esempio, deve essere anche un grande uomo. E quindi inevitabile che la vita personale, anche intima, con le gioie e i dolori familiari, con i successi e i sacrifici lavorativi, contribuisca negli anni a costruire la figura del Maestro. Da qui i «ricordi». Partendo dalle origini, che non sono mai banali.
Tancredi Bianchi racconta in maniera sapida, ricca di aneddoti, in grado di riprodurre i sapori di un’epoca come quella dell’infanzia e dell’adolescenza in un borgo di provincia come Caravaggio, dove per un caso straordinario, si è creato un trio di grandi amici che si sarebbero poi affermati nella metropoli bancaria, come Luigi Guatri, «Pino» Banfi e ovviamente lui stesso. E poi prosegue lungo i decenni, nel cammino e nell’evoluzione della vita.
Dopo i «ricordi» nel volume ci sono alcuni «scritti» tratti da recenti saggi di Tancredi Bianchi, su temi come la crisi finanziaria, la rivoluzione tecnologica, la vigilanza sugli istituti di credito o il
Gli aneddoti L’economista racconta in maniera sapida l’infanzia e l’adolescenza a Caravaggio
I saggi Tutti composti nel suo stile rigoroso, ma allo stesso tempo semplice
Alla sera della mia vita mi pare di essere appagato di una continuità di analisi e di ragionamento. Una buona teoria deve spiegare i fatti passati e presenti con il medesimo processo di una catena di deduzioni, consentendo così anche caute previsioni. Sono sempre stato convinto da un pensiero di Confucio: “La conoscenza è sapere sia di sapere una cosa sia di non saperla” Tancredi Bianchi Dal capitolo «Conclusioni» del libro «Ricordi e Altri scritti»
ruolo dell’Europa, quantomeno verso l’unione bancaria. Tutti composti nel suo stile rigoroso, ma allo stesso tempo semplice. Lo stesso che ancora esprime come apprezzato e lucidissimo commentatore del Corriere Bergamo. Quel Corriere della Sera, che, ricorda lui stesso, quando era bambino entrava in casa di primo mattino e sul quale, seduto sulle ginocchia della madre o della nonna Angiolina che gli sillabavano i titoli, ha imparato presto a leggere.