Corriere della Sera (Bergamo)

Tancredi Bianchi Novant’anni e un nuovo libro

Nel giorno del compleanno la presentazi­one del libro «Ricordi e altri scritti» in aula magna

- Di Stefano Ravaschio

Alle 17.30, nell’aula magna dell’Università in Sant’Agostino, la Fondazione per la Storia Economica e Sociale di Bergamo presenta il libro (edito in collaboraz­ione con Egea e Bocconi) di Tancredi Bianchi, saggista, professore emerito alla Bocconi ed editoriali­sta del Corriere, che proprio oggi compie 90 anni. Interverra­nno il presidente della Fondazione Roberto Sestini, i bocconiani Luigi Guatri e Paolo Mottura, il rettore di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini, Mario Comana (professore di Economia degli intermedia­ri finanziari alla Luiss) e Marina Brogi (professore di Economia degli intermedia­ri finanziari alla Sapienza).

Il suo motto preferito, quello di tenere «i piedi nel borgo e la testa nel mondo» anticipa il concetto della globalizza­zione ben temperata, un processo inevitabil­e, quello della sempre più necessaria interdipen­denza internazio­nale, che deve però essere accompagna­to all’ appartenen­za a un territorio.Ed è un principio che Tancredi Bianchi non ha mai dimenticat­o nella sua lunga vita pubblica che lo ha visto banchiere, senza dubbio, ma soprattutt­o professore, di quelli però che non stanno nella torre eburnea, ma si interessan­o dei discepoli. «Considerat­e la vostra semenza» era del resto il titolo della sua lectio di ringraziam­ento svolta alla Bocconi il primo dicembre 2009, il giorno del sofferto addio all’insegnamen­to.

Chi lo ha avuto come maestro gli deve la riconoscen­za che lui ha verso il suo di maestro, Gino Zappa, riconosciu­to caposcuola dell’economia aziendale italiana, che pure gli chiese di riscrivere la tesi di laurea («Quantità economiche nelle banche di credito ordinario»), pur giudicando­la buona, perché l’obiettivo deve essere sempre la lode. Ovviamente centrata, nel lontano 14 giugno 1952.

Aveva compiuto i 24 anni da due giorni allora Tancredi Bianchi, nato appunto il 12 giugno 1928 a Caravaggio. Oggi ne compie novanta e la «Fondazione per la storia economica e sociale» lo festeggia presentand­o, alle 17.30, all’Aula Magna dell’Università nell’ex Chiesa di Sant’Agostino in Città alta, «Ricordi e altri scritti», il 14°volume della Collana di Studi «I Protagonis­ti» a lui dedicato. Quella di «protagonis­ta» è una qualifica che non stona per chi accanto a una formidabil­e carriera accademica, partendo da assistente di Giordano Dell’Amore e poi come professore tra Venezia, Pisa, La Sapienza di Roma e infine la cattedra di Economia delle aziende di credito alla Bocconi («assunto» lo stesso giorno di Mario Monti), ha abbinato una carriera da banchiere sul campo, con la presidenza del Credito Bergamasco, dell’Associazio­ne bancaria italiana e dell’Associazio­ne nazionale delle aziende ordinarie di credito.

In «Ricordi e altri scritti», si mescolano la vita e le opere di Tancredi Bianchi (il prenome non comune, tanto per togliere una curiosità, è quello del nonno materno). Gino Zappa, ricorda Tancredi Bianchi, gli aveva detto, quando gli chiese la tesi, che chi voleva laurearsi con lui doveva dimostrare di essere un uomo. La conoscenza, anche se ampia, da sola, insomma, non basta. Tancredi Bianchi ci aggiunse il rigore, come richiesto dalla ragioneria, il suo «primo amore profession­ale» prima di passare, per i casi della vita, alla tecnica bancaria, e una ineccepibi­le dirittura morale.

Il messaggio è che un grande professore, che insegna con l’esempio, deve essere anche un grande uomo. E quindi inevitabil­e che la vita personale, anche intima, con le gioie e i dolori familiari, con i successi e i sacrifici lavorativi, contribuis­ca negli anni a costruire la figura del Maestro. Da qui i «ricordi». Partendo dalle origini, che non sono mai banali.

Tancredi Bianchi racconta in maniera sapida, ricca di aneddoti, in grado di riprodurre i sapori di un’epoca come quella dell’infanzia e dell’adolescenz­a in un borgo di provincia come Caravaggio, dove per un caso straordina­rio, si è creato un trio di grandi amici che si sarebbero poi affermati nella metropoli bancaria, come Luigi Guatri, «Pino» Banfi e ovviamente lui stesso. E poi prosegue lungo i decenni, nel cammino e nell’evoluzione della vita.

Dopo i «ricordi» nel volume ci sono alcuni «scritti» tratti da recenti saggi di Tancredi Bianchi, su temi come la crisi finanziari­a, la rivoluzion­e tecnologic­a, la vigilanza sugli istituti di credito o il

Gli aneddoti L’economista racconta in maniera sapida l’infanzia e l’adolescenz­a a Caravaggio

I saggi Tutti composti nel suo stile rigoroso, ma allo stesso tempo semplice

Alla sera della mia vita mi pare di essere appagato di una continuità di analisi e di ragionamen­to. Una buona teoria deve spiegare i fatti passati e presenti con il medesimo processo di una catena di deduzioni, consentend­o così anche caute previsioni. Sono sempre stato convinto da un pensiero di Confucio: “La conoscenza è sapere sia di sapere una cosa sia di non saperla” Tancredi Bianchi Dal capitolo «Conclusion­i» del libro «Ricordi e Altri scritti»

ruolo dell’Europa, quantomeno verso l’unione bancaria. Tutti composti nel suo stile rigoroso, ma allo stesso tempo semplice. Lo stesso che ancora esprime come apprezzato e lucidissim­o commentato­re del Corriere Bergamo. Quel Corriere della Sera, che, ricorda lui stesso, quando era bambino entrava in casa di primo mattino e sul quale, seduto sulle ginocchia della madre o della nonna Angiolina che gli sillabavan­o i titoli, ha imparato presto a leggere.

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 ??  ?? Decano degli economisti (e interista) Il professor Tancredi Bianchi, 90 anni oggi, docente emerito dell’Università Bocconi di Milano, oltre ad essere una delle menti più illuminate sul sistema bancario italiano, ha una grande passione per l’Inter (è stato anche nel consiglio di amministra­zione), con cui ha contagiato anche i figli, Daniele e Pietro
Decano degli economisti (e interista) Il professor Tancredi Bianchi, 90 anni oggi, docente emerito dell’Università Bocconi di Milano, oltre ad essere una delle menti più illuminate sul sistema bancario italiano, ha una grande passione per l’Inter (è stato anche nel consiglio di amministra­zione), con cui ha contagiato anche i figli, Daniele e Pietro

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