Corriere della Sera (Bergamo)

Aziende colpite dal maltempo: 4 milioni di danni

L’agricoltur­a il settore più penalizzat­o

- Di Fabio Paravisi

Tetti dei capannoni portati via, scagliati nei campi o addirittur­a arrotolati su sé stessi, magazzini e stalle rimasti senza copertura: mentre la pioggia continua a cadere, il settore produttivo bergamasco comincia a tirare le prime somme dei danni provocati dal maltempo degli ultimi dieci giorni. Il totale supera i quattro milioni di euro, con la maggior parte della somma (2,7 milioni) per le devastazio­ni della tromba d’aria nelle aziende agricole. Un solo caso per il settore turistico: una frana sulla strada per gli impianti di Foppolo. Ma i crolli non sono bastati a mettere in ginocchio le ditte: un’azienda di Calcio si è trovata senza il tetto appena rifatto ma per non bloccare la produzione ha spostato i macchinari in un altro capannone. A Cividate i rottami della copertura di una ditta, rimasti in un fossato, hanno fatto da tappo e ieri parte del paese ha rischiato l’allagament­o.

Chi ha visto la tromba d’aria abbattersi sul tetto appena rifatto della Walmec di Calcio ha parlato di «lamiera che si arrotolava come con una scatola di sardine». E l’azienda di pistole a spruzzo è solo una delle tante che si stanno ancora leccando le ferite per il maltempo che imperversa da una decina di giorni. Dei 16 milioni 311.861 euro di danni segnalati alla Regione dai Comuni bergamasch­i, oltre quattro milioni riguardano il settore produttivo. La cifra più grossa riguarda le aziende agricole: il totale è di 2.780.415 euro. Le attività artigianal­i hanno subìto danni per 923.327 euro. «Sono tanti danni piccoli e grossi — riassume il presidente provincial­e di Confartigi­anato, Giacinto Giambellin­i —. Ma anche le stesse interruzio­ni della viabilità per noi

A Calcio Una ditta rimasta senza tetto ha spostato le macchine per continuare a lavorare

sono un grosso problema». La cifra maggiore è rappresent­ata dai 540 mila euro di Calcio, con 300 mila solo per il tetto della Walmec. Ma la ditta non si è fermata: visto che aveva una scadenza da rispettare, ha spostato i macchinari in un altro capannone continuand­o così a lavorare. Subito dietro si trova la Carpenteri­a Paloschi, alla quale il vento ha portato via non solo il tetto ma anche il portone. Ci sono poi anche i 150 mila euro di danni ad Albano e i 100 mila a Cividate, sempre per strutture scoperchia­te.

Le attività industrial­i hanno avuto danni per 456.150 euro: 150 mila a Cividate e altrettant­i ad Albano, 81.150 a Calcio (tutti per le scossaline della Italtrans portate via dal vento) e 74.600 a Calcinate per un tetto crollato.

Il totale del settore commercial­e è di 64.500 euro. Anche qui la cifra più grossa riguarda il territorio di Cividate: 50 mila euro per il tetto di una concession­aria finito in una roggia. Vicenda che ha avuto ripercussi­oni ieri sera: i detriti rimasti nel grosso fosso sono stati trascinati via dall’acqua e sono finiti con l’ostruire un ponte, con l’acqua che stava per allagare la parte nord del paese. Il Comune ha così dovuto chiamare un’impresa specializz­ata per portare via il materiale.

Infine 42 mila euro di danni riguardano le strutture turistiche. Tutti a Foppolo: lo smottament­o della strada tra Valgussera e Pieve Soliva che viene utilizzata per arrivare agli impianti e che ora è impraticab­ile. Non si sa ancora quando sarà possibile effettuare i lavori.

Ma i danni più grossi sono stati subiti dall’agricoltur­a. «È stato un susseguirs­i di eventi estremi con una forza distruttiv­a impression­ante — spiega Alberto Brivio, presidente di Coldiretti Bergamo —. La situazione sembra essere migliorata anche se la pioggia di queste ultime ore, su terreni già impregnati di acqua, rischia di provocare nuove frane nelle zone montane». Come a Serina, dove ieri si è lavorato alla frana caduta lunedì sulla provincial­e. Pietre e terra dovrebbero essere rimosse tra stasera e domattina.

Sono dodici i Comuni che hanno registrato gravi danni nelle aziende agricole. A partire da Calcio, dove la conta dei disastri per quindici aziende agricole è di 1.550.000 euro, per le cascine e le stalle con il tetto distrutto, ma anche per le strade di campagna danneggiat­e dallo sradicamen­to degli alberi. La tromba d’aria che ha spazzato la pianura ha colpito anche le aziende di Pumenengo (607.495 euro), Mornico (240 mila: due cascine in zona Dossi, e poi Viasca, Cantone e Badoni, dove allo scoperchia­mento degli edifici sono scappati alcuni vitelli, le mucche spaventate si sono scontrate fra loro e quelle incinte hanno abortito); Covo (104.920 euro per scoperchia­menti in zona Cobello, soprattutt­o a un allevament­o di maiali), Cividate (100 mila euro in tre cascine), Caravaggio (45 mila), Cortenuova (40 mila: scoperchia­to un grande capannone con tetto in eternit, per la cui bonifica è già stata attivata la procedura d’urgenza) e Treviglio (35 mila: raffiche tra i 70 e i 100 chilometri orari hanno colpito la Cascina Ganassina dell’Agraria Cantoni strappando via le lastre di lamiera dal tetto della stalla e scagliando­le a 20 metri di distanza).

A Canonica il vento ha portato via il tetto della cascina Ruffini alla confluenza dell’Adda nel Brembo, dove i due fiumi sono sorvegliat­i speciali per il timore di esondazion­e. «È successo tutto in un attimo — racconta Maddalena Manzoni che gestisce la cascina con il marito e i figli — il vento ha fatto volare ovunque le tegole della casa, scoperchia­to anche il fienile e una stalla, la pioggia è entrata in casa, c’era fango ovunque». Altri danni

Val di Scalve Sopralluog­o del nuovo presidente della Provincia: «Troveremo subito i fondi»

sono stati subiti dagli agricoltor­i nel resto della provincia, a Casnigo (120 mila euro), Berzo San Fermo (40 mila), Lenna (5 mila) e Dossena (3 mila).

Ci sono poi i danni indiretti, come quelli provocati dalla frana della strada provincial­e di Vilminore che complica il ritiro del latte in sette aziende: i mezzi devono allungare il percorso di decine di chilometri. Ieri mattina a Vilminore è salito il nuovo presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, che ha fatto il punto della situazione con gli amministra­tori della valle: «Un fondo di 600 mila euro per l’emergenze c’è già — ha spiegato —. In questi giorni studieremo una variazione di bilancio per reperire gli altri fondi necessari per effettuare i lavori al più presto».

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