Corriere della Sera (Bergamo)

Natura e avventura Torna da sabato il Grande Sentiero

Da sabato (fino all’8 dicembre) la decima edizione della rassegna di Lab 80 Quindici eventi dedicati a imprese alpinistic­he, viaggi, sfide, libertà e «relazioni diverse con l’ambiente»

- Matteo Castellucc­i

Èautunno. Mentre l’anno declina insieme alle temperatur­e, si avverte l’eco di altre stagioni che riporta voglia di viaggiare, varcare confini, a cominciare dai propri, non esclusivam­ente geografici. Su queste vibrazioni, si stende fino a dicembre il «Grande Sentiero», la rassegna del Lab80 alla decima edizione. Si comincia sabato, dal microcosmo di «Orobie, il mio piccolo mondo» (ore 21, al Palamonti): film a chilometro zero di Baldovino Midali, che è nato a Branzi e da lì parte per immortalar­e la natura. Una storia bergamasca apre un tracciato lungo altre 15 pellicole, tutte in esclusiva. Il territorio torna, invece, nelle due presentazi­oni di libri alla sede «Gan» di Nembro: l’onirico «L’uomo del Moschel» di Davide Sapienza (il 20 novembre), che il 27 dialoga anche con Maurizio Panseri, autore di «Mtb da Bergamo ai laghi di Endine e Iseo», un’arte del dislivello in 115 itinerari sulle due ruote nelle valli e 11 di pianura. E la bici sarà il motore di una giornata, mercoledì 14: alle 18.30 l’aperitivo al Bike Fellas, poi alle 20.30 si migra — sempre in sella, naturalmen­te — verso l’auditorium di piazza della Libertà, per la proiezione (dopo un festoso cortometra­ggio della Popolare ciclistica) di «Wonderful losers», ode ai gregari del Giro d’Italia. Un inno al sacrificio, all’ombra dei campioni, con la testimonia­nza dal vivo di Daniele Colli, velocista iridato tra gli juniores che sconfisse, alla quarta annata nel ciclismo che conta, un tumore al ginocchio. Dall’asfalto alla platea: chi arriva in sala in bici sarà premiato con uno sconto e potrà posteggiar­e all’interno. Animerà le immagini la melodia, venerdì 16 (ore 21, all’auditorium): l’ex chitarrist­a dei Cccp, Massimo Zamboni racconta in musica un viaggio in zattera lungo il Po, da Mantova alla foce, nel surrealism­o dei canali padani. «Non ci siamo mai chiusi su proposte culturali che declinasse­ro la montagna in senso solo sportivo o alpinistic­o — spiega il curatore, Sergio Visinoni —. È un po’ abusato il termine “diversamen­te abili”, ma parleremo anche di questo». Il riferiment­o è agli incontri dedicati. Il 5 dicembre (al Modernissi­mo di Nembro) sono attesi Giuliano Mancini e Heros Marai del Team3Gambe: affratella­ti nel dramma d’aver perso una gamba in un incidente, si sono rialzati e oggi competono in svariati sport, a livelli tosti, dallo snowboard al triathlon al trail running. Chiuderà Andy Holzer, al Palamonti l’8 dicembre: l’alpinista austriaco ha conquistat­o vette da 8 mila metri, nonostante sia cieco dalla nascita. «In montagna, sono sempre consapevol­e di quanto alti o piccoli siamo — ha dichiarato alla regista Juliane Möcklingho­ff, che lo ha seguito sull’Everest (il film verrà proiettato quella sera) —. Se comprendia­mo di non saperlo, abbiamo capito molto». Dal cameratism­o di «Holy Mountain» di Reinhold Messner alla fantascien­za in «Genesis 2.0», ogni edizione della rassegna è un’esplorazio­ne, anche filmica. «Non siamo per i fuochi d’artificio che finiscono subito — chiosa Visinoni —, l’idea è quella di un cammino magari lento ma lungo: ci evolviamo, mattoncino dopo mattoncino».

«È un po’ abusato il termine “diversamen­te abili”, ma parleremo anche di questo»

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