Venchiarutti corre con Gori
Riccardo Venchiarutti, giornalista Rai, appena andato in pensione, da otto anni sindaco di Iseo, sarà candidato nella lista «Gori presidente».
Dalla società civile alla politica regionale. Dalla guida di un piccolo Comune alla scalata al Pirellone. Nella lizza del 4 marzo, versione Lombardia, l’elenco dei candidati si arricchisce di un volto bresciano (mediaticamente) noto: quello di Riccardo Venchiarutti, giornalista Rai dell’informazione economica e regionale appena andato in pensione, da otto anni sindaco di Iseo. Un amministratore locale senza tessera (ma con spiccata collocazione nel centrosinistra) salito alla ribalta della notorietà non solo locale per essersi azzerato emolumenti e rimborsi, aver fatto lo stesso con giunta e delegati, ed essere diventato a tutti gli effetti un «sindaco a costo zero».
Venchiarutti sarà candidato nella lista «Gori presidente», una delle sei (o sette, in caso di convergenza di Liberi e Uguali) formazioni di appoggio alla candidatura del sindaco di Bergamo. Fra i dieci candidati nel collegio provinciale di Brescia si fanno anche i nomi di Michele Busi (consigliere regionale uscente della Lista Ambrosoli), della consigliere comunale di Brescia Mafalda Gritti, della direttrice dei Filosofi lungo l’Oglio Francesca Nodari, fra gli altri.
All’origine della candidatura di Venchiarutti c’è l’amicizia personale con Giorgio Gori. Un’amicizia che risale agli anni Ottanta: «Tutto nasce a BergamoOggi, la testata locale diretta da Vittorio Feltri. Io e Maurizio Belpietro fummo mandati da Bresciaoggi, in base alla collaborazione fra le testate, a curare la pagina di economia. Fra i giovani collaboratori c’erano appunto Giorgio Gori e Roberto Papetti, oggi direttore del Gazzettino di Venezia».
I contatti proseguono negli anni, mentre Venchiarutti è nella redazione Rai di Milano e Gori frequenta gli studi tv per la sua casa di produzione Magnolia. Infine l’impegno amministrativo in parallelo: «Sono presidente dell’Agenzia del turismo del lago d’Iseo, organo in cui Gori rappresenta la provincia di Bergamo». Lì i colleghi d’un tempo hanno scoperto affinità politiche e condiviso progetti. «La mia collocazione nel centrosinistra viene da lontano — sottolinea Venchiarutti — sono stato capo ufficio stampa del sindaco Padula, amico di Mino Martinazzoli. Non ho però la tessera Pd. Mi interessa portare a un livello regionale il modo in cui ho fatto e sto facendo il sindaco di Iseo, rappresentare il territorio, farmi portavoce di un civismo senza steccati, aperto a tutta la cittadinanza».
Non a caso dal suo profilo Facebook Venchiarutti nei giorni scorsi aveva espresso stima nei confronti del governatore leghista (non ricandidato) Roberto Maroni: «Non l’avrei votato ma l’ho stimato e continuerò a stimarlo» aveva scritto Venchiarutti, aggiungendo: «Ha fatto molto per il nostro territorio e più in generale è stato un interlocutore ragionevole e non fazioso. La vera politica è fatta di confronto anche e soprattutto con chi non la pensa come te». Un post molto apprezzato dal centrodestra, che ancora non sapeva che si sarebbe trovato Venchiarutti come avversario in campagna elettorale.
Il post di Venchiarutti rivela la sua attitudine a raccogliere voti in maniera trasversale: nel 2008 vinse alle elezioni locali contro la coalizione di centrodestra che lo stesso giorno, alle politiche, aveva ottenuto a Iseo il 70% dei consensi. Tre anni fa ha vinto invece in scioltezza con il 56%.
Se sarà eletto in Regione, Venchiarutti avrà tre mesi per optare fra municipio e Pirellone. Se sceglierà il secondo, la guida del Comune iseano sarà assunta dal suo vice.
La lista «Gori presidente» a Brescia dovrà guardarsi dalla concorrenza dei gemelli orobici, che promettono di intercettare molti voti del candidato governatore, e dovrà stabilire le gerarchie interne fra i candidati locali.
Venchiarutti parte da un’indubbia competenza nel settore del turismo (è stato presidente per due mandati della Stampa turistica italiana) e della gestione dei grandi eventi: «Maroni nel fare il bilancio della sua presidenza ha citato come esemplari la gestione della visita del Papa, dell’Expo e di Floating piers».
Il ponte di Christo è stato un trampolino di notorietà per l’intero lago d’Iseo e per i sindaci che più si sono impegnati ed esposti. Venchiarutti è stato uno di loro. E adesso accetta il test più impegnativo della popolarità: quello che implica il voto di preferenza sulla scheda elettorale.
Sono amico di Gori dagli anni Ottanta, dai tempi di Bergamo oggi: fra noi c’è stima personale e consonanza di vedute. Ho deciso di dargli una mano Non avrei votato per Maroni presidente però ha fatto molto per il nostro territorio. La politica è fatta di confronto con chi non la pensa come te