Corriere della Sera (Brescia)

Massimo Paganin porta pure Brescia al Mondiale «Io al microfono, che privilegio. E tifo per Suazo»

L’ex difensore delle rondinelle è commentato­re per Mediaset: «Lucescu il mio maestro»

- Di Davide Zanelli

Massimo Paganin, 47 anni, nato a Vicenza, sarà uno dei pochissimi sportivi legati a Brescia presenti a Russia 2018. L’ex difensore, rondinella nella stagione 1992-1993, fa parte della squadra di talent e commentato­ri che racconterà il Mondiale per Mediaset.

Paganin, che clima si respira? Che effetto fa raccontare un Mondiale sul posto?

«È un grande privilegio essere qui. Stiamo iniziando a lavorare in questi giorni, con le prime interviste: abbiamo preso da poco possesso della nostra postazione. Ci sarà tanto lavoro da fare, sarà stimolante. Ho avuto modo di camminare per il centro di Mosca, che si inizia a popolare di gente da tutto il mondo. È molto piacevole ed è una gran bella sensazione: so di essere un privilegia­to. Per me è un passo importante nel mio percorso di crescita».

Ammette qualche outsider alla lista delle favorite?

«Credo sia difficile poter uscire dalle cinque o sei che sappiamo bene, ovvero le tre europee, Francia, Germania e Spagna, Argentina e Brasile. Esordirò con Croazia-Nigeria: la prima è una delle squadre che più mi ispirano, può dare fastidio a tutte».

Lei ha giocato in un Brescia molto forte, retrocesso in uno spareggio. Che ricordi ha di quella stagione?

«Di Brescia ho ricordi bellissimi. Quello era il mio anno da militare, quindi ho dovuto fare molti viaggi. Ero giovane, al mio esordio in A, ora mi sembra passata una vita. Avevamo grandi giocatori: da gente come Hagi ho imparato tantissimo. Però al tempo il livello del calcio italiano era molto alto: arrivammo a giocarci la permanenza in A contro l’Udinese che aveva Balbo, Orlando, Sensini e Branca».

E di Mircea Lucescu? «Lucescu è un grande maestro. Capita tante volte nella vita di sentirti dire delle cose ma di comprender­le molto tempo dopo. Per me, con lui è stato così: tanti suoi insegnamen­ti sono riuscito a comprender­li solo a distanza di anni».

Ha marcato anche David Suazo. Se lo aspettava allenatore del Brescia?

«Mi è capitato di giocare con lui con Inter Forever (la squadra di ex giocatori nerazzurri, ndr). Gli ho parlato poche settimane fa durante una trasferta in Inghilterr­a e, qualche giorno fa, gli ho scritto un messaggio di auguri. Credo sia pronto, ha svolto un percorso di crescita personale e penso possa essere arrivato il suo momento. Comprendo le pressioni che potrà trovare a Brescia ma, se dovesse esserci il giusto supporto da parte dei tifosi e dovesse crearsi un buon legame tra tecnico e squadra, non vedo perché debba andare male».

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Sul campo Paganin è spesso la spalla di Pierluigi Pardo

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