Corriere della Sera (Brescia)

Depuratore sul Chiese, residenti e sindaci preparano una marcia

- Di Bruno Festa

Il Chiese come il Piave? Un secolo dopo Armando Diaz è il sindaco di Muscoline Davide Comaglio a organizzar­e altri ranghi, quelli sempre più folti dei contrari all’ipotesi di un depuratore in Valsabbia.

Nella partecipat­issima assemblea organizzat­a a Muscoline, con intervento di amministra­tori valsabbini e della minoranza locale, qualcuno sospetta che «l’unica scelta chiara sia di depurare i liquami e sversarli nel Chiese. Al luogo penseranno dopo».

Ironia a parte, le questioni sul tavolo hanno raccolto generale consenso, incluse le perplessit­à sull’atteggiame­nto di Aato di Brescia (con marcato sarcasmo sulla «signorilit­à degli uffici al 12esimo piano del Crystal Palace»), che pure include tutti i comuni e la stessa Provincia. Comaglio e colleghi attendono da 15 giorni la convocazio­ne per chiariment­i e nel frattempo hanno fatto richiesta di accesso agli atti, «una situazione singolare visto che si tratta di enti pubblici membri dello stesso ente». Il ritornello è orecchiabi­le: «Mancanza di trasparenz­a e progetto assurdo».

Concorda l’assessore Maria Chiara Soldini (Montichiar­i): «Noi abbiamo già 11 discariche e qualcos’altro», il vice sindaco Flavio Piardi (Bedizzole), il sindaco Simonetta Gabana (Calvagese). Il presidente della Comunità Montana di Valle Sabbia Giovanni Maria Flocchini conferma il «no a questa ipotesi» mentre nelle scorse settimane anche il commissari­o prefettizi­o di Gavardo aveva palesato le proprie perplessit­à. Molti amministra­tori ritengono «insolito apprendere dai giornali la notizia della possibilit­à di un depuratore a Muscoline o Gavardo, a fronte dell’accordo del dicembre 2017 tra Ministero dell’Ambiente, Regioni ed Enti Locali che alla prima riga parla di trasparenz­a: la gente deve sapere e noi la rappresent­iamo. Di quale riservatez­za parlano?».

Sulla stessa linea le battaglier­e associazio­ni ambientali­ste presenti.

I dubbi maggiori riguardano appunto «la mancanza di chiarezza da parte di Aato verso i comuni coinvolti e l’impossibil­ità di accedere fino ad oggi ai documenti». Tecnicamen­te, poi, «è assurda la prospettiv­a di spedire i liquami dai 65 metri del lago ai 200 delle colline moreniche per farli ridiscende­re depurati nel Chiese. Forse non sanno che il fiume talvolta si riduce a rigagnolo».

Botta finale: il depuratore (definito «deturpator­e») avrebbe la dimensione di «quattro campi di calcio e richiedere­bbe la costruzion­e di nuove strade in un’area verdeggian­te, per non dire dei forti costi di elettricit­à e pompaggio».

Tutti d’accordo sul fatto che il Garda sia un patrimonio da tutelare ma in Valle chiedono se sul lago «si rendano conto dell’impatto di anni di lavoro sulla viabilità» e ricordano che condotte subacquee corrono in fondo ai mari, dove l’acqua è salata. Da qui il quesito principale: «perché i gardesani non potenziano Peschiera anziché costruire nuovi depuratori in casa d’altri?».

La trincea del Chiese ha preso forma. Per il 25 novembre c’è l’invito a una passeggiat­a. Titolo: «Deturpator­e sul Chiese? No, grazie!».

 ??  ?? Lago di Garda La realizzazi­one del nuovo depuratore fa discutere
Lago di Garda La realizzazi­one del nuovo depuratore fa discutere

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy