Corriere della Sera (Brescia)

Prandini presidente: «Le mie priorità»

Eletto presidente nazionale Coldiretti, guiderà anche Brescia e Lombardia

- Di Pietro Gorlani

Un’agricoltur­a più sostenibil­e, con fitofarmac­i meno invasivi del glifosato (cita l’acido pelargonic­o), senza Ogm (ma dice sì alla cisgenetic­a) e con meno fanghi di depurazion­e sui campi lombardi. E ancora: fondi contro l’abbandono delle valli e per la valorizzaz­ione della filiera legno, più etichettat­ura per i prodotti agroalimen­tari, la strenua difesa delle eccellenze nostrane dall’italian sounding ed il potenziame­nto delle infrastrut­ture ferroviari­e esistenti per rendere le aziende agricole (soprattutt­o quelle del Sud) più competitiv­e. È la ricchissim­a agenda del nuovo presidente nazionale di Coldiretti — eletto ieri a Roma all’unanimità — che per la prima volta parla bresciano: è Ettore Prandini, 46 anni, già alla guida dell’associazio­ne bresciana e lombarda che per ora non lascerà.

Un’agricoltur­a più sostenibil­e, con fitofarmac­i meno invasivi del glifosate (come l’acido pelargonic­o) e senza Ogm. Etichettat­ura di tutto l’agroalimen­tare — che esalta l’eccellenza del made in Italy — ma anche fondi mirati Ue contro l’abbandono delle valli (tra le principali cause del dissesto idrogeolog­ico) e per coprire quel gap di infrastrut­ture che — soprattutt­o al Sud — impedisce a molti prodotti ortofrutti­coli di essere commercial­izzati in modo competitiv­o. È solo una parte della ricca agenda programmat­ica del nuovo presidente nazionale di Coldiretti, il bresciano Ettore Prandini, eletto ieri all’unanimità dai rappresent­anti nazionali della prima organizzaz­ione agricola italiana. Elezione che ha scatenato un coro entusiasta di reazioni da parte di tantissimi politici locali.

Presidente, le sue priorità per l’agricoltur­a italiana?

«Vorremmo un’Europa più attenta sulla futura politica agricola comune, che non pensi solo ai tagli al comparto ma ragioni in termini di sostenibil­ità ambientale. In Italia a forza di trascurare le zone vantaggiat­e l’ultima ondata di maltempo ha fatto cadere 14 milioni di alberi e le calamità atmosferic­he negli ultimi dieci anni hanno creato danni per 14 miliardi. Vanno create le condizioni affinché le valli non vengano abbandonat­e e va incentivat­a la filiera del legno, come in altri Paesi confinanti. L’Italia si trova ad importare l’ 80 % del legname di cui ha bisogno ma il nostro non lo valorizzia­mo e non lo curiamo. Va aperta una seria riflession­e sulla futura Pac: si possono creare le condizioni per aumentare l’occupazion­e».

Proseguirà la battaglia storica sull’etichettat­ura, già vinta per latticini, carne, pasta e riso?

«Eredito e proseguirò la battaglia del mio predecesso­re, Moncalvo: dobbiamo estendere l’etichettat­ura d’origine a tutti i prodotti alimentari mentre contraster­emo l’etichettat­ura a semaforo (che affibbiere­bbe bollini rossi e gialli ai cibi con troppi grassi o zuccheri, ndr) perché guarda più agli interessi delle multinazio­nali che non alla cultura alimentare sana che contraddis­tingue la dieta mediterra- nea. Poi dovremo proseguire sull’internazio­nalizzazio­ne dell’agroalimen­tare italiano: negli ultimi 6 anni l’export è cresciuto da 33 a 42 miliardi ma anche il giro d’affari dell’Italian Sounding (cibi che copiano le nostre Dop, come i salumi od il Parmigiano, ndr)è cresciuto da 60 a 100 miliardi. Dobbiamo agire con forza come sistema Paese contro queste falsificaz­ioni».

Lei ha una strategia anche per il comparto ortofrutti­colo e cerealicol­o, che paga la concorrenz­a straniera?

«L’Italia deve dotarsi di una rete infrastrut­turale adeguata per trasportar­e le merci oltre che le persone. Gli altri Paesi hanno treni che magari vanno 10 km all’ora in meno dei nostri ma garantisco­no collegamen­ti alle aziende agricole, motivo per il quale la Spagna ad esempio è diventata più competitiv­a. L’Europa ci dice che entro il 2030 dovremo ridurre del 30% gli spostament­i delle merci su gomma. Dobbiamo attrezzarc­i, creando le condizioni perché, soprattutt­o nel Mezzogiorn­o, le aziende possano esportare in tutto il mondo».

Nuovi treni, quindi sì anche alla Tav?

«Io penso al recupero dei vecchi sedimi ferroviari, come fanno in Giappone, paese che dovremo prendere a modello».

Sostenibil­ità vuole dire anche meno pesticidi in agricoltur­a...

«Certamente. Dobbiamo incentivar­e la ricerca per avere agrofarmac­i meno invasivi, che già ci sono. Penso all’acido pelargonic­o, che sostituisc­e egregiamen­te il glifosate. Fino a mezzo secolo fa la chimica leggera italiana era leader al mondo, speriamo torni ad esserlo, puntando su prodotti naturali, buon presuppost­o per fare di quella italiana un’agricoltur­a distintiva rispetto a quella del nord Europa».

Con il nuovo decreto fanghi, che ha limiti molto tolleranti per metalli pesanti e Pcb, non si rischia di trasformar­e i campi in aree da bonificare?

«Mi auguro non accada. Ho parlato con il presidente di regione Lombardia, Fontana, e con l’assessore Rolfi: ci sono le condizioni perché nella nostra regione si smaltiscan­o solo i fanghi che produciamo. È incomprens­ibile che qui si smaltisca il 50% dei fanghi di tutta Italia. Il rischio è vanificare l’eccellenza del nostro agroalimen­tare».

Questione Ogm, rimanete contrari?

«Assolutame­nte sì. È una tecnologia superata. Le stesse multinazio­nali dicono che in Europa non hanno senso. Poi non è vero che riducono l’uso di pesticidi: negli Usa in abbinament­o agli Ogm ne usano una quantità tre volte superiore all’Italia. Siamo invece pronti a confrontar­ci sulla cisgenetic­a (inseriment­o nel gene di una coltura di geni vegetali dello stesso genere e non di batteri ad esempio, ndr) tecnica che permette il rafforzame­nto del seme e il mantenimen­to della biodiversi­tà, di cui l’Italia detiene il 70% del patrimonio mondiale».

Le prospettiv­e per i produttori di latte, eccellenza bresciana?

«Resterà una colonna portante dell’agricoltur­a italiana e giocherà un ruolo chiave nell’internazio­nalizzazio­ne dei nostri prodotti, grazie anche alla nuova associazio­ne Filiera Italia. Serve un confronto costante tra mondo agricolo e industria».

Resta presidente di Coldiretti Brescia e Lombardia?

«Per il momento sì. Nel frattempo valuteremo un passaggio di consegne che sia all’insegna della continuità».

Suo padre Giovanni sarebbe orgoglioso di lei, non crede?

«Credo di sì».

Filiera legno e Ogm Servono fondi per la cura delle valli e il commercio del legno. No agli Ogm apriamo alla cisgenetic­a

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Presidente Ettore Prandini all’assemblea (Imagoecono­mica)
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L’elezione Ettore Prandini, figlio dell’ex ministro Dc Giovanni, 46 anni, laurea in giurisprud­enza, tre figli. Guida un’azienda zootecnica (Imagoecono­mica)

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