Corriere della Sera - Io Donna

DIMISSIONI, MAI IN SILENZIO

- paola pica

Ci sono le dimissioni in bianco e le dimissioni in silenzio. Sono molto diverse, anche se sembrano simili, certo rispondono allo stesso obiettivo, spingerti fuori per lo più quando diventi madre o quando ti capita qualcosa che rende temporanem­ente meno efficienti come un infortunio. Contro le prime, cioè contro la pratica fuori legge e assai comune di far firmare le dimissioni al momento dell’assunzione, il governo è intervenut­o con una misura drastica ripristina­ndo nel Jobs Act le norme volute da Romano Prodi - documentaz­ione cronologic­a da trasmetter­e al ministero - poi abolite da Silvio Berlusconi, infine introdotte da Mario Monti con una procedura dalla scarsa tenuta. Ora, invece, è praticamen­te impossibil­e il licenziame­nto post datato. Sul sito del ministero del Lavoro sono disponibil­i tutte le informazio­ni sul percorso (facile) da seguire. La difficoltà della politica a far accettare il rigore a una parte ancora significat­iva di imprendito­ri (senza articolo 18) la dice lunga anche sulle dimissioni ancora più diffuse, quelle in silenzio. La pressione per costringer­e a lasciare è tanto subdola da scoraggiar­e anche l’idea di una denuncia per mobbing. Ma più della magistratu­ra, può solo la cultura del lavoro.

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