Corriere della Sera - Io Donna

SELFIE SETTECENTE­SCHI

- Illustrazi­one di Andrea Pistacchi

Nella seconda metà del Settecento era una vera impresa viaggiare per l’Europa. Non solo per l’assenza dell’euro, ma soprattutt­o per la qualità delle strade e dei mezzi di locomozion­e. Non c’erano ancora le furbe diesel tedesche che inquinano all’impazzata, spernacchi­ando tutte le norme del pianeta. Se poi a muoversi era una giovane donna con a carico figlia, baby sitter e un certo quantitati­vo di tele, pennelli e colori, la faccenda si faceva ancora più seria. Eppure le difficoltà non hanno fermato Elisabeth Louise Vigée Le Brun nel suo tour da Parigi all’Italia e ritorno, con deviazioni verso Vienna, Berlino, San Pietroburg­o, Mosca. I grandi quadri che portava con sé le servivano come biglietto da visita presso le corti dove, per mantenersi, cercava di conquistar­e qualche ricco committent­e, grazie alla sua fama di ritrattist­a. Per Elisabeth era già stato molto difficile diventare una pittrice affermata, visto che l’Accademia parigina non accettava le donne e i collezioni­sti le considerav­ano artiste di serie B. Ma per lei dipingere era una questione di vita e di morte, non si sarebbe fermata davanti a nulla. E poi la freschezza dei suoi ritratti era unica: volti espressivi, sguardi intensi, personalit­à così accese e verosimili da attrarre Maria Antonietta in persona che, da tempo, cercava un ritrattist­a degno di questo nome. La giovane regina non era soddisfatt­a dei quadri che aveva commission­ato: non le somigliava­no, la indurivano o la imbellivan­o troppo. Sua madre, Maria Teresa d’Austria, aspettava da tempo un ritratto degno di questa figlia che non vedeva da quando l’aveva spedita in sposa appena adolescent­e al Delfi no di Francia e che ora era diventata la donna più potente d’Europa. Quando il quadro della Le Brun arrivò alla corte di Vienna, Maria Teresa si commosse e riempì di lodi l’arte della pittrice che era riuscita a restituire in pieno la personalit­à della sua creatura.

Per Elisabeth fu il successo definitivo: tutta la corte voleva essere ritratta dalla giovane artista, si faceva la fi la per posare in sua presenza. Ma, sul più bello, scoppiò la rivoluzion­e. Elisabeth capì di essere stata troppo vicino al mondo del potere per non correre grandi pericoli. Così impacchett­ò pennelli e tavolozza e partì in tour per il suo esilio volontario. Attraverso le sue opere, oggi riunite per la prima volta in una personale al Grand Palais a Parigi (fi no all’11 gennaio 2016), sembra di sfogliare una collezione di fotografie, oggi diremmo di selfie, che riescono a raccontare un’epoca più di tanti libri. Come, per esempio, il ritratto della leggendari­a Lady Emma Hamilton che, con la sua bellezza e le sue “prodezze” all’ombra del Vesuvio, aveva conquistat­o il Regno delle Due Sicilie. fiore consigliat­o:

Color crema–albicocca, ricca di petali e fioriture.

Rosa Maria Antonietta (Tantau).

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