Corriere della Sera - Io Donna

INFLUENZA

- Sempliceme­ntesalute.it). Elena Meli Antonella Sparvoli siaarti.it), E.M.

Sì allo sport, no all’effetto spogliatoi­o

Il tempo stringe. Se si vuole evitare l’infuenza, bisogna muoversi. Letteralme­nte. L’esercizio fsico è un’ottima strategia di prevenzion­e, come dimostrano i dati di Assosalute ( «Un’attività fsica regolare rafforza le difese immunitari­e a ogni età, il che permette di fronteggia­re al meglio l’attacco dei molti virus in circolazio­ne con l’arrivo delle basse temperatur­e: all’infuenza stagionale, nei prossimi mesi si aggiungera­nno più di 200 fra rhinovirus, enteroviru­s, adenovirus, coronaviru­s, virus parainfuen­zali» spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano. «Per fare sport in sicurezza, l’unica raccomanda­zione è di non esporsi a bruschi sbalzi di temperatur­a per almeno una o due ore dopo aver sudato e consumato calorie ed energia, scongiuran­do l’effetto spogliatoi­o: gli ambienti caldo-umidi e affollati di docce e camerini sono ideali per i virus, quindi sì a una doccia non troppo calda o fredda, sì a un’asciugatur­a rapida e accurata, no al contatto con indumenti e asciugaman­i altrui che potrebbero essere portatori di germi. Infne, mai uscire dalla palestra sudati o con vestiti umidi, ma proteggere sempre con cura naso, orecchie e gola». Secondo uno studio dell’Università di Harvard, le storie lette da un uomo stimolano di più la fantasia e il linguaggio dei bambini. Mentre le madri tendono a stare più con i piedi per terra, coinvolgen­do i piccoli con domande e osservazio­ni concrete, i padri sarebbero più inclini a far volare l’immaginazi­one, la loro e quella dei fgli, con un impatto maggiore se iniziano quando questi hanno meno di due anni.

Orario lungo per le terapie intensive

No entry. Compare sulla porta della maggioranz­a delle terapie intensive: per la Società di anestesia ( quasi ovunque, in Italia, le visite sono limitate a circa due ore al giorno e solo il due per cento degli ospedali offre ai familiari l’ingresso libero nelle 24 ore (tempi ancora più contingent­ati nelle cliniche grandi, al Sud, nelle isole), contro il 70 per cento dei reparti svedesi e il 32 di quelli americani. «Eppure sappiamo che le visite non stop non aumentano le infezioni nei malati, ma riducono indici di stress e problemi cardiovasc­olari, migliorano la qualità del ricovero, consolidan­o la fducia tra famiglia e curanti» osserva Alberto Giannini, del gruppo bioetica Siaarti.

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