Corriere della Sera - Io Donna

“ESSERE SOLO ME MI ANNOIA. PER QUESTO SCRIVO”

Viola Di Grado si definisce “scrittrice più che persona”, cambia città ogni anno e vive la propria vita in terza persona. Adorata dal “New York Times”, nell’ultimo romanzo parla di un virus che contamina l’amore perfetto

- Di Teresa Ciabatti Cuore cavo Settanta acrilico trenta lana bini di ferro Bam-

na vertebra di pecora che ho trovato in un villaggio abbandonat­o» dice Viola Di Grado mostrando la collana. Dopo e (edizioni e/o), successi internazio­nali, a 28 anni la scrittrice torna con (La nave di Teseo): storia di Sumiko, bambina orfana, e di Yuki, tutrice, anche lei cresciuta in istituto dove è stata sottoposta al programma di accudiment­o artificial­e. Di fronte a quella bambina che rifiuta di parlare e mangiare, Yuki torna indietro alla sua infanzia, all’esperiment­o fallito, all’inizio del bisogno. Romanzo sulla maternità che, in un Giappone di un’era imprecisat­a, risponde nel modo più compiuto e poetico alle discussion­i recenti, come quella sulla maternità surrogata. Lunghi capelli biondi, rossetto nero, vertebra di pecora al collo, ecco a voi Viola Di Grado. Come nasce la passione per il gotico? Non c’è un momento preciso. A cinque anni ho scritto il mio primo romanzo: un orso che tentava ripetutame­nte di suicidarsi, ma falliva. Secondo romanzo? A otto anni: una bambina che veniva uccisa all’inizio del libro.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy