Corriere della Sera - Io Donna

È VIOLENZA. NON GELOSIA

- Bstefanell­i @corriere.it

l’ex fidanzato l’ha rintraccia­ta e tracciata con una app. L’ha aspettata lungo la strada che l’avrebbe riportata a casa. L’ha cosparsa di alcol, poi ha acceso una sigaretta, ha aspettato che il corpo della ragazza prendesse fuoco ed è andato via. Sara è morta così, una domenica di maggio. Prima del rogo i due avevano discusso, sotto l’occhio di una telecamera. E lei, questa volta, doveva aver capito quello che in tante liti precedenti non aveva lasciato salire fino all’ultimo gradino di consapevol­ezza. E si era decisa a chiedere aiuto. “Si sbracciava”, è la descrizion­e. Sara si sbracciava verso chi sarebbe passato di lì. Due motociclis­ti. Non si sono fermati. Ora uno racconta di non aver capito; l’altro si dispera per quella donna che avrebbe potuto salvare e per se stesso. È una storia di femminicid­io come tante, perché i femminicid­i sono tanti. Nonostante le leggi, che non bastano; le risorse, che non ci sono; le campagne di “sensibiliz­zazione”, che scivolano tra lividi e slogan; nonostante articoli come questo. Restano le facce di chi è stata uccisa, le facce di chi ha ucciso e si rintana nella categoria di “mostro” che tutto copre non spiegando nulla. Resta una madre annullata dalla perdita del suo amore di bambina, che ricorda un ex fidanzato “tanto gentile”, del quale capiva solo che era “geloso”. Ma se gelosia è la parola, non è un tratto virile? Restiamo noi che passiamo lungo le strade o stiamo nella casa di fronte. Che ci sentiamo comunque dall’altra parte. Abbiamo tutti paura, paura degli altri, delle vite degli altri, la violenza ci angoscia e trattiene. La tentazione di girare la testa è potente. Proviamo a non farlo.

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