Corriere della Sera - La Lettura

Alice Walker, altri colori oltre al viola

Torna il libro col quale debuttò l’autrice afroameric­ana

- Di MARCO BRUNA

Quando aveva 12 anni, Alice Walker (1944) pregava Dio perché diventasse «bella». Quattro anni prima uno dei suoi fratelli le aveva sparato accidental­mente al volto con una pistola ad aria compressa, rendendola cieca dall’occhio destro. La consapevol­ezza di vivere in un corpo ferito avrebbe posto le basi della sua indagine letteraria e quando esordì nella narrativa con La terza vita di Grange Copeland (1970, Sur lo ripubblica il 3 marzo dopo l’edizione Frassinell­i del 1989) Walker, afroameric­ana figlia di mezzadri nella Georgia segregazio­nista, non raccontò solo la tragica storia di una famiglia del Sud ma anche che cosa significhi crescere nell’inferno di abusi fisici e mentali.

Il romanzo segue le vicende del mezzadro

€ Grange Copeland, che abbandona moglie e figlio per cercare fortuna al Nord, parte di quella Grande migrazione che durante le leggi Jim Crow aveva interessat­o milioni di neri. Durante la sua assenza, il figlio Brownfield si trasforma nello stesso uomo violento che è stato il padre con lui e sua madre Margaret (Walker ha esplorato il tema dell’abuso domestico anche nel libro che le valse il Pulitzer, Il colore viola del 1982, riedito sempre da Sur). Tornato in Georgia, e con Brownfield in carcere per l’omicidio della moglie Mem, Grange si lega alla nipotina Ruth, una dei 5 figli di Brownfield. Sarà lei a offrirgli la possibilit­à di una nuova vita e di riscoprire il valore della compassion­e.

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Pagine 356,
ALICE WALKER La terza vita di Grange Copeland Traduzione di Andreina Lombardi Bom SUR 18 Pagine 356,

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