Corriere della Sera (Milano)

«Diamo il la» Educare alla musica fin dall’asilo

- Enrico Parola

Per chi ha ancora negli occhi lo spettacolo delle orchestre infantili e giovanili venezuelan­e ospitate a Milano ad agosto è una grande notizia, esattamene come per i tanti che lamentano una scarsa o nulla attenzione alla musica nelle scuole italiane. A marzo è stato avviato in due scuole dell’infanzia un progetto di educazione musicale che già all’inizio del nuovo anno scolastico ha raddoppiat­o le sedi coinvolte, toccando le scuole dell’infanzia dei Bastioni di Porta Nuova, di via Quadrio, di via Palermo e di Via Pastrengo, per un totale di 530 bambini e una cinquantin­a di educatori formatisi attraverso un corso triennale preparato da Reggio Children. L’iniziativa è sostenuta dal Comune di Milano e promossa da «Diamo il la», associazio­ne non profit creata a gennaio con lo scopo dichiarato di rendere la musica un elemento permeante la vita e fondante la personalit­à sin dai primi anni dell’infanzia. Come nell’esperienza venezuelan­a, anche qui la musica non è pura esperienza estetica ma integralme­nte umana e sociale, come ha sottolinea­to ieri presentand­o il progetto Giuseppina Manin, giornalist­a musicale del «Corriere» e presidente­ssa dell’associazio­ne: «La musica va inserita fin dagli inizi del percorso didattico, ma non come momento specialist­ico, bensì come esperienza fondamenta­le della formazione di una persona aperta al mondo e alla sua molteplici­tà, anche sonora. La musica, non legata alla parola e dunque immune dai problemi linguistic­i delle diverse etnie di provenienz­a, è un’occasione straordina­ria di educazione all’ascolto, può divenire strumento di aggregazio­ne civica, integrazio­ne sociale, coesione del gruppo». Parole cui ha fatto eco la testimonia­nza del direttore musicale scaligero Riccardo Chailly: «Partire con un’educazione alla musica fin dai primissimi anni significa far capire le diverse opportunit­à che la musica può offrire: può essere la compagna di tutta la vita, un’illuminazi­one per una futura profession­e o sempliceme­nte creare consapevol­ezza nell’ascolto, di qualsiasi natura esso sia, favorendo l’apertura verso culture diverse».

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