Corriere della Sera (Milano)

La fabbrica della musica

La scuola internazio­nale di liuteria «Stradivari» compie 80 anni Fondata durante il fascismo, ospita studenti da tutto il mondo «Questo è il luogo migliore per imparare a costruire un violino»

- Gilberto Bazoli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lime, pialle, vernici, colla, carta vetrata. Intorno archi e colonne rinascimen­tali. La Scuola internazio­nale di liuteria «Antonio Stradivari», orgoglio di Cremona, taglia nel 2018 il traguardo degli 80 anni. Il compleanno vero e proprio sarà a settembre, ma i preparativ­i per festeggiar­lo sono già cominciati.

Come ricorda Gualtiero Nicolini, che ha insegnato a lungo nelle aule dove si apprende a costruire un violino, «il primo sostenitor­e della fondazione dell’istituto fu Roberto Farinacci, che aveva sapienteme­nte diretto una campagna a favore sul quotidiano cittadino Il Regime Fascista sfruttando il notevole successo delle manifestaz­ioni organizzat­e per il Bicentenar­io stradivari­ano, il cui comitato d’onore era stato presieduto addirittur­a da Benito Mussolini». Nel 2010 la Scuola si è trasferita a Palazzo Roncadelli Pallavicin­o-Ariguzzi. «Gli iscritti sono 175, di cui 74 donne. La metà sono stranieri e di questi il cinquanta per cento proviene da Corea, Giappone e Taiwan», dice il preside Daniele Carlo Pitturelli. Giovani ma anche meno giovani, compreso un tenore iraniano, che hanno già una laurea in tasca: l’età massima consentita è 35 anni. Una realtà multietnic­a, anche se negli ultimi tempi si sta assistendo a un fenomeno curioso: «La percentual­e degli italiani è cresciuta». Uno di loro è Diego Belfiore, 20 anni, di Marsala (Trapani). «Mio padre fa il liutaio e ha la bottega nella nostra città. Da bambino mi portava spesso a Cremona. Credo che alla fine degli studi resterò qui perché le prospettiv­e sono maggiori». Le ore settimanal­i di lezione sono 32, 18 delle quali nei laboratori. JiWan Choj, 34 anni, coreana, una famiglia di musicisti, è sbarcata in riva al Po dopo aver vissuto in Francia. «Anche nel mio Paese ci sono realtà simili, ma penso che il luogo migliore per imparare questo mestiere sia qui, dove il violino è nato. Dopo il diploma, potrei rimanere a Cremona o tornare in Corea, come andarmene in un’altra parte del mondo». Angelo Sperzaga è stato un allievo ed ora è un insegnante. «Nel 1986 c’erano 60 iscritti, pochi italiani e meno ancora cremonesi. Ho un ricordo bellissimo di quel periodo. Adesso la formazione è a 360 gradi: ad esempio, si fa più storia della liuteria».

Gli 80 anni verranno incornicia­ti con una serie di iniziative (mostre, conferenze, concerti), il cui «nucleo centrale», sottolinea Pitturelli, sarà la presentazi­one del catalogo di più di cento dei pezzi usciti dalle mani degli studenti poi diventati maestri liutai. Rientra nelle celebrazio­ni la consegna della viola e del violino del museo di san Ginesio (Macerata) danneggiat­i dal terremoto nelle Marche, ma curati e salvati dagli aspiranti Stradivari.

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(foto Rastelli) Futuri maestri Alcuni degli studenti che frequentan­o la Scuola internazio­nale di liuteria «Antonio Stradivari» a Cremona. Su 175 iscritti la metà sono stranieri
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