Un bis con il sorriso Scala. Non ideologizziamo tutto. Ma le voglio venire incontro. Propongo di lasciare in programma l’ormai amatissima, da tutti, Marcia di Radetzky, e di aggiungere, come ulteriore bis, il canto, formulato dagli orchestrali diretti dal
Sono milanese ed ero presente al concerto citato nella lettera del signor Guido Rosti, dalla quale dissento con garbo. No. No. No, caro Rosti. Siamo nel 2018 e abbiamo la fortuna di vivere, almeno in musica e in cultura, in un mondo nel quale il direttore ebreo Daniel Barenboim è eccelso e quotidiano interprete delle musiche di Richard Wagner, che ha portato fino in Israele. Dovremmo censurare pezzi importanti per via delle scempiaggini (e certo che lo sono!) che uscivano di bocca all’autore? La Marcia di Radetzky è, oggi, non più che una bellissima musica, ovunque sia eseguita. Anche alla